04/09/2013 10:38 CEST - US OPEN 2013

Pennetta e Vinci, le amiche cresciute...a Di Caprio e Maldini

TENNIS - Nel doppio Sara Errani e Roberta Vinci hanno battuto Flavia Pennetta e Medina Garrigues 61 75. E dopo le abbiamo intervistate. I buffi ricordi di Flavia quando le due ragazzine pugliesi a Roma dividevano la stanza per 4 anni. “Quando in mutande e reggiseno…” Da NY, Ubaldo Scanagatta

| | condividi
Errani e Vinci battono Pennetta e Medina Garrigues agli Us Open (foto Ray Giubilo)
Errani e Vinci battono Pennetta e Medina Garrigues agli Us Open (foto Ray Giubilo)
Contenuti correlati

Mancano ormai solo poche ore (Vinci e Pennetta in campo sull’Arthur Ashe alle 18 italiane, seguito da Ferrer-Gasquet e alla sera alle 1 di notte prima Hantuchova-Azarenka per designare l’avversaria della semifinalista italiana e poi un Nadal-Robredo purtroppo molto meno eccitante dell’atteso Nadal-Federer, già sfumato anche a Wimbledon quando tutti lo davamo per scontato) al quarto di finale fra Roby Vinci e Flavia Pennetta.

Oggi c’è stato l’assaggio del doppio, ma l’aperitivo non aveva lo stesso sapore. Per un set e mezzo non c’è stata storia, 6-1 e 3-0 per Errani e Vinci. Poi capovolgimento improvviso: Pennetta e Medina vincono 4 games di fila e sono un break avanti. Ma il break in questo doppio femminile giocato come un “misto” contava zero come i servizi. Ovviamente Pennetta e Medina perdono il servizio di quest’ultima che, quattro games dopo, sul 5-6, cederà di nuovo il proprio turno di battuta con un doppio fallo sull’ultimo punto e la palla che fatica ad arrivare alla rete.

Per domani c’è grande attesa. Nessuno sembra volersi sbilanciare. Garantendo l’anonimato degli intervistati, ai miei sette vicini di banco in sala stampa ho chiesto chi pronosticassero: cinque hanno detto Pennetta, due hanno detto Vinci. E quando ho chiesto agli stessi sette chi delle due avesse semmai più probabilità di battere la Azarenka (dove la prima risposta di quasi tutti era: nessuna delle due!) sei hanno detto che avrebbe più probabilità la Vinci, uno la Pennetta. Dei sei qualcuno ha detto: la Pennetta magari perde 6-3 6-4 però perde, la Vinci può prendere 6-1 6-0 ma può “intortarla con i suoi back” e vincere.
Boh, vedremo. Vi racconterò a parte - in una flash - l’incredibile, buffissimo episodio che ha visto protagonista un giornalista del New York Times alle prese con Errani e Vinci.

Intanto dopo i racconti registrati ieri per gli amarcord di Roberta sulla sua lunga convivenza con la “Penna”, quattro anni insieme all’Acquacetosa, quando promettentissime furono sbalzate dalle natie Puglie, oggi ho ascoltato quelli di Flavia che, incapace di fornirci una differenza caratteriale distintiva fra gli abitanti di Taranto e quelli della Brindisi (richiesta di imitarne i diversi accenti non se l’è sentita di esibirsi) si è soffermata invece su quello che era il loro argomento più dibattuto: “Macchè tennis! I ragazzi semmai…Io parlavo spesso di Leonardo di Caprio, avevo tappezzato tutta la stanza con i suoi poster (era l’epoca del film sul Titanic…), la sera ci addormentavamo sentendo le canzoni di Radio Subasio, erano tutte canzoni d’amore…eravamo piccole, e poi dovevamo fare le diete, ma avevamo tutte le varie cose nascoste negli armadi, tutte le cose che non avremmo dovuto avere, i biscotti, di yogurt, di Macine, i Pan di Stelle, non si poteva mangiare, lo si faceva di nascosto a mezzanotte... c’è stato un periodo che Roby veniva a cena con lo Slim Fast, ma poi veniva a cena alle 10,30 uscivamo e c’era la porchetta lì fuori..io andavo a prenderle la porchetta…”

I suoi ricordi mi fanno ripensare a quando eravamo a Formia, con i convocati per la nazionale junior (Panatta, Franchitti, Di Matteo, Bartoni, Lombardi…), e Paolone Bertolucci, che Zugarelli e altri avevano ribattezzato “Rotolo” (prima ancora di venire ribattezzato Pasta Kid da Bud Collins, del quale - a proposito! - stiamo per mettere sulla home page inglese il link della sua storia mandata in onda dalla tv americana) era molto più a dieta della Vinci. Lo teneva letteralmente a stecchetto l’implacabile Mario Belardinelli. Ma fuori dai cancelli del centro tecnico c’era una pasticceria straordinaria. E Bertolucci ne era il primo cliente. Brioches, bomboloni, cannoli, niente gli sfuggiva. Così come non sfuggiva, né a lui né a Panatta, il boschetto di cespugli a lato della pista di atletica: quando dovevamo fare 5 giri “larghi”, comporendenti il boschetto, fra secondo e terzo giro sia lui sia Adriano, se i vigilantes non erano vigili, ci si nascondevano spesso e alla fine facevano un giro in meno degli altri e finivano freschissimi!

Un aneddoto curioso di Flavia glielo ha ricordato proprio Roberta recentemente: “Ero stanca morta, volevo fermarmi un paio di giorni, volevo farmi venire la febbre. Una sera pioveva a dirotto, esco verso le 9,30 di sera dalla camera dicendo ‘Roby io vado a farmi un giro’. Dopo due ore non ero tornata e allora Roberta, preoccupata, viene a cercarmi. Cerca cerca Roby mi trova sul campo da rugby dell’Acquacetosa, distesa sull’erba in mutande e reggiseno sotto l’acquazzone (“Roba che avrebbe fatto felice il pacchetto di mischia della nazionale di rugby!“ commenta udendo il racconto Stefano Semeraro, cronista di rugby oltre che di tennis…): ‘Fla, Fla ma che stai facendo? Sei impazzita?’. E io: “Basta voglio la febbre, non ce la faccio più!”. Beh, il giorno dopo neanche il mal di gola. Niente!”.

“Me lo ha ricordato lei. Me n’ero completamente dimenticata. Ero stanca di lavorare, volevo stare a letto tutto il giorno, anche due giorni, non ne potevo più…”
-E Roberta com’era?
“Lei era fidanzatina con Piccari, non lui che sta con Karin Knapp, ma Alessandro, il fratello, io stavo con Allgauer (giocava benissimo)...”

Flavia ha raccontato anche quando si era fatta male al ginocchio ed era andata farsi visitare a Coverciano dai medici del calcio. “Io di calcio a 16 anni non sapevo nulla, Roby sapeva tutto, era appassionatissima del Milan, aveva la foto di Maldini nel portafogli…Mentre aspettavo il medico che mi visitasse, con la mamma, parlo con un giocatore simpatico, di Napoli. Si chiamava Ciro…era Ferrara. Sì io sono Ciro, io sono Flavia. Non sapevo chi fosse…poi telefono a Roby e le dico, ma chi è Ciro. E lei: “E’ Ferrara, è Ferrara!”

Insomma le due ragazze che domani si trovano di fronte nell’Ashe Stadium hanno vissuto talmente tanti giorni insieme che di aneddoti da raccontare potrebbero averne a centinaia. Dovrebbe essere preso il piacere di esserci che la Penna è anche un grande sponsor dei progressi tecnici della Vinci: “Con la Azarenka (ammesso che vinca con la Hantuchova, deve ancora vincere la Azarenka, con la Ivanovic non ha dominato…ha vinto solo 6-4 al terzo e Ana era avanti 30-0 nell’ultimo game e sul 30-15 ha avuto un’occasionissima per arrivare al 5 pari) la Vinci sarebbe chiusa? No, non credo. Roberta ormai è molto solida, spinge molto di più d’una volta, il rovescio è un colpo, quel back che manda fuori di testa tutte. Ha le mie stesse possibilità”.

Prima di Flavia Roberta, nell’apprendere che negli otto confronti diretti avevano semrpe vinto una volta ciascuna, alternativamente, mi domanda: “Ma chi ha vinto l’ultima?”. Le rispondo: Flavia (3 anni fa al Roland Garros e nettamente, 6-1, 6-1). E lei: “E dai, allora adesso tocca a me!”.

Roberta: “Siamo amiche, siamo cresciute insieme, poi ognuno ha preso la propria strada, quindi non significa che ci siamo allontanate, Flavia è una giocatrice che picchia forte, sta tornando ai suoi livelli. Domani sarà una partita molto dura, io parto favorita stando al ranking, ma soprattutto in queste partite questi derby la classifica non conta. Io dovrò cercare di esprimermi al meglio, ma sarà una partita molto dura”.
- Lei ha detto che te da piccola la battevi sempre…
“Sì, perché lei era nevrotica, da piccoline, lei si arrabbiava tanto, io ero un po’ più tranquilla e mi ha aiutato a vincere quando giocavamo under 10, under 12.”...

- Poi le cose sono cambiate…sui 16 anni c’è stato più equilibrio…
“Sì, io mi sono poi affiancato a Sandrine (Testud), mi sono convinta di avere qualità in doppio, avevo molta fiducia in doppio e meno in singolo. A 18 anni mi trovai qualificata per un Masters di doppio…E il singolare l’ho anche un po’ trascurato. Spesso andavo a giocare il doppio quando dovevo magari qualificarmi per il singolare, insomma il singolare per un certo periodo l’ho un po’ trascurato. Poi per fortuna ho avuto questo balzo anche in singolare…”
- Quando perdeste la semifinale dlel’US Open tu e Sandrine da chi perdeste? Ricordo che venni a vederla…e basta.
“Perdemmo da Tauziat e Po (Kimberly Po, un’americana con passaporto di Hong Kong), vincevamo 6-4 e 5-4 e servizio mio..ahi ahi, un’altra vita!”

Roberta, della sua convivenza con Flavia ricorda…”parlavamo di ragazzi non di tennis….Sì, Flavia ha ragione quando dice che separarsi, chiudere le nostre storie d’amore ci ha fatto bene…”.
In effetti la miglior Flavia si è vista dopo la conclusione della sua love-story con Carlos Moya, e per Roberta idem con il suo ex maestro.
-E con l’Azarenka chi ci si troverebbe meglio, te o Flavia?
“Spero che me lo domandi domani. Ora è presto. Domani sarà un giorno molto importante. Spero di non essere troppo tesa, nervosa. Ma non è una questione di vita e di morte. Va presa con molta calma  e filosofia. Meglio se vinco naturalmente…”.

Da New York, Ubaldo Scanagatta

comments powered by Disqus
QS Sport

Si scaldano le trattative di mercato: Milan e Juventus attivissime, la Roma blinda Florenzi; Thohir dice no all'Atletico Madrid per Icardi e Handanovic. Maxi Lopez è del Chievo, Trezeguet torna al River Plate

Ultimi commenti