06/09/2013 17:34 CEST - Us Open

Li Na, una racchetta per la libertà

TENNIS - Nel 22mo anniversario del massacro di piazza Tienanmen, 116 milioni di cinesi hanno visto Li Na trionfare al Roland Garros. Un trionfo che ha cancellato anni di critiche per la sua ribellione. Nel 2008, con Peng Shuai, ha ottenuto la libertà di uscire dal sistema sportivo centralizzato e gestire autonomamente la sua carriera. Alessandro Mastroluca

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Us Open, Li Na (foto Luigi Serra)
Us Open, Li Na (foto Luigi Serra)

4 giugno 1989: piazza Tienanmen, la porta della pace celeste, si ricopre del sangue dei giovani studenti cinesi che chiedevano libertà e hanno trovato solo i cingoli dei carri armati T-72. 4 giugno 2011: 116 milioni di cinesi si fermano per un'altra ribelle, Li Na, che batte la campionessa in carica e conquista il titolo al Roland Garros. “Li Na, ti amiamo”, si legge sugli schermi della tv di stato, CCTV. Negli ultimi tre anni, Li Na è diventata più di una star. Con 40 milioni di dollari di sponsorizzazioni, è la terza atleta più ricca del mondo, in tutti gli sport, dietro Maria Sharapova e Serena Williams. I suoi successi hanno aperto alla WTA uno dei mercati di maggiore appeal, tanto che dall'anno prossimo ci sarà un torneo nella sua città natale, Wuhan. Per Stacey Allaster, presidente e CEO della WTA, “Li Na sarà la giocatrice più importante di questo decennio”.

Come ha raccontato Bruce Larmer, autore di un lungo profilo pubblicato sull'edizione speciale del New York Magazine dedicato agli Us Open, pubblicato alla vigilia del torneo, Li Na è arrivata al successo in opposizione alla macchina sportiva centralizzata cinese, il juguo tizhi, “sistema sportivo dell'intera nazione”, che sceglie gli allenatori, i programmi d'allenamento e gli eventi cui gli atleti devono partecipare e chiede loro in cambio il 65% dei guadagni. Nata nel 1982, figlia di un giocatore di badminton che aveva interrotto la sua carriera a causa della Rivoluzione Culturale, a 5 anni inizia, non per sua volontà, a praticare lo sport del padre. Ma per il suo coach ha spalle e polsi troppo grandi per eccellere: così le suggerisce di provare nel tennis.

Gli allenamenti sono durissimi, Li Na gioca solo per far felice suo padre, che muore per una rara malattia cardiovascolare quando lei ha 14 anni. Sta giocando un torneo, e nessuno le dice niente fino alla conclusione. Pochi mesi dopo vince il primo titolo nazionale, e l'anno dopo passa 10 mesi in Texas per un programma di allenamento sponsorizzato dalla Nike. A 20 anni è numero 1 di Cina, numero 135 del mondo, e sparisce dal centro tecnico nazionale. Annuncia di voler lasciare il tennis in una lettera: sostiene che gli allenatori volevano farle assumere ormoni, dice che si sente esausta per gli allenamenti pesantissimi e che vuole liberamente vivere la sua storia d'amore con Jiang Shan, che ha iniziato a frequentare quando aveva 16 anni e che diventerà suo marito e, a più riprese, suo coach.

Un anno dopo il suo ritiro, la nuova presidentessa della federtennis cinese, l'ex pallavolista Sun Jinfang, che tra il 2001 e il 2004 ha portato da 10 a 19 i tornei organizzati in Cina e aumentato gli investimenti per mettere ai tennisti di andare a giocare all'estero, va a trovare Li Na. “Perché non giochi per te stessa?” le dice. Una domanda in sé rivoluzionaria.

Li Na lascia gli studi in giornalismo, che comunque completerà cinque anni dopo, e torna a giocare. Diventa la prima cinese a vincere un torneo WTA, a Guangzhou, partendo dalle qualificazioni. Nel 2006 è una delle prime 25 giocatrici del mondo, ma non le basta. Dopo i Giochi di Pechino del 2008, Li manda un ultimatum a Sun Jianfang: “O mi lasciate libera di gestire come voglio la mia carriera, o lascio il tennis”. Una richiesta simile arriva anche da Peng Shuai, che quest'anno ha vinto Wimbledon in coppia con la taiwanese Hsieh. Per loro, Sun cambia le regole. Li Na e Peng iniziano a godere di libertà prima riconosciute alla stella NBA Yao Ming e pochissimi altri: possono scegliersi gli allenatori e i tornei e trattenere una quota molto maggiore di guadagni (Li Na versa una percentuale stimabile tra l'8 e il 12%), ma le spese per allenatori e trasferte sono adesso a carico loro. È una rivoluzione.

Anche grazie al trionfo parigino, Li Na, grazie al suo agente Max Eisenbud (dell'IMG, lo stesso di Maria Sharapova), firma contratti di sponsorizzazione con Rolex, Nike, Mercedes-Benz, Samsung e Häagen-Dazs. Dopo il successo al Roland Garros, i suoi risultati peggiorano. E ad ago 2012, Li Na completa un'altra piccola rivoluzione.

Licenzia suo marito dal ruolo di coach, e assume Carlos Rodriguez, l'ex allenatore di Justine Henin, che a febbraio aveva aperto un'accademia con il marchio 6th Sense a Pechino. Per Li Na è un ritorno indietro e insieme un enorme passo avanti. È un ritorno agli allenamenti fisici massacranti, che però fanno parte di un approccio diverso agli aspetti fisici e psicologici del gioco. “Di lui mi fido ciecamente” ha spiegato Li Na, che con Rodriguez ha cambiato strategie di gioco, iniziando a cercare sempre più spesso la chiusura del punto a rete. Ma soprattutto,  ha cambiato modo di allenarsi, di avvicinarsi al tennis. Rodriguez l'ha convinta ad aprirsi, a parlargli dei suoi sentimenti più profondi, delle sofferenze che le esperienze spiacevoli e i ricordi tristi avevano generato. “Carlos ha trovato il modo di farmi superare tutto questo. Mi ha reso mentalmente più forte” ha detto. “So che non posso vincere tutte le partite. Ma ora, se do il meglio in campo, che vinca o che perda, posso essere felice”.

Alessandro Mastroluca

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