13/10/2013 17:09 CEST - MASTERS 1000 SHANGHAI

Grande Del Potro, ma Shanghai è ancora di Djokovic

Sul 4-5 del 3o set Del Potro aveva annullato 2 mp

TENNIS - Il n.2 del mondo batte Juan Martin Del Potro 61 36 76(3) al termine di un match prima dominato dal serbo, poi molto equilibrato e spettacolare, soprattutto nel terzo set. 15o Masters 1000 per Nole, 39o titolo in carriera. Da Shanghai, Daniele Malafarina

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Novak Djokovic bacia il trofeo di Shanghai 2013
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Djokovic - Del Potro 61 36 76(3)
È stata una partita ad alti e bassi, con sprazzi di bel gioco alternati a momenti di scarsa intensità costellati da molti errori. I fattori principali probabilmente sono dovuti ad una certa stanchezza dell’argentino, dopo l’impresa di ieri con Nadal e ad un Djokovic ancora una volta distratto e nervoso, come spesso lo si è visto durante questo 2013. Quello che è mancato in qualità è però venuto dalle emozioni. La finale si è decisa al tie break del terzo set dopo che Djokovic aveva avuto due match point sul 5-4, servizio Del Potro. Djokovic è stato bravo a tenere l’argentino con la testa sott’acqua per tutto il primo set ma come ha ceduto qualche centimetro di campo ad inizio secondo si è trovato di fronte alla forse inaspettata reazione di Del Potro che è salito col servizio e col dritto. Il terzo set si è deciso su un nulla, nel tie break, quando Djokovic ha fiaccato la resistenza di Del Potro con un dritto vincente a chiudere uno scambio lunghissimo.
Del Potro comunque esce a testa alta da questa finale e si candida come uno dei possibili ammazza grandi per il 2014.

La temperatura è più fresca con una brezza che rende l’aria quasi autunnale, ma il cielo è azzurro come raramente si vede a Shanghai ed è il clima ideale per un pomeriggio al parco (c’è una foresta vicino allo stadio) o a vedere una finale di tennis.
Lo stadio è quasi pieno all’ingresso dei due protagonisti Del Potro (chiamato Delpotolo dall’annunciatore cinese) e Djokovic (chiamato Djekovoci), vincitori rispettivamente a Tokyo e Pechino la settimana scorsa. Sugli spalti si odono alcuni tifosi serbi ed in particolare due gruppi antagonisti di tifosi cinesi, un gruppo con almeno 7 o 8 bandiere per Djokovic che inneggia ‘Nole! Nole!’ed un gruppo meno nutrito ma altrettanto numeroso per Del Potro, curiosamente i due gruppi sono a pochi metri di distanza l’uno dall’altro, con il resto dello stadio non particolarmente schierato.

Dopo l’impresa con Nadal, Del Potro è chiamato ad un altra prestazione eccezionale se vuole entrare a far parte della cerchia dei fab, da cui Federer sembra in procinto di uscire. Si pensi che 30 degli ultimi 32 tornei master 1000 sono stati vinti da uno dei fab 4. Per spezzare il dominio Del Potro dovrebbe anche riuscire nella non comune impresa di battere il n.1 ed il n.2 nello stesso torneo. L’ultimo a riuscirci è stato Murray alle Olimpiadi dell’anno scorso.
L’inzio non sembra essere propizio al gigante di Tandil il quale, subito il break al secondo game non riesce a sfruttare due palle del controbreak nel game seguente, e si trova sotto 3-0 in meno di venti minuti. Del Potro appare spento e falloso e con un paio di gratuiti di dritto regala il secondo break al serbo. Dalla doppia palla del controbreak Djokovic ha infilato un parziale di 11 punti ad 1 ed allunga 5-0 mentre al cambio di campo suonano ‘I still haven’t found what I’m looking for’ degli U2, forse riferendosi al primo game vinto da Del Potro. Vinti i primi due punti del sesto gioco, compreso un dritto dei suoi, Del Potro cala di nuovo, cede tre punti di seguito e manda Djokovic a palla set. Del Potro si ribella all’idea di perdere il set 6-0, annulla un set point con un altro potente diritto incrociato ed un secondo con un dritto ad uscire prima di tenere il game. Il pubblico prorompe in un boato. Comprensibilmente vogliono vedere una partita e non un assolo del numero due al mondo. Djokovic però non cala, a parte il terzo game in cui ha concesso due palle break, Djokovic ha concesso un punto per ogni suo turno di battuta.
E così mentre cala il sole e la temperatura Del Potro si avvia mesto al cambio di campo con il serbo avanti 6-1 in 35 minuti.

Raggiungere i livelli della finale della passata edizione, in cui Djokovic salvò diversi match point ad Andy Murray prima di imporsi in tre set, era impossibile ma ci siamo andati vicini, dopo aver rischiato un notevole anticlimax nel primo set. L’argentino all’inizio chiaramente lento negli spostamenti e probabilmente stanco per le energie spese ieri per avere ragione di Nadal non ne vuole sapere di perdere. Tra il pubblico si odono sporadici tifosi argentini che incitano Del Potro e persino un confuso che urla ‘Vamos Nole!’. Ma i più`numerosi sono il gruppetto di fan del serbo che con almeno 14 bandiere lo incitano ad ogni cambio di campo.
Nonostante tutto DelPo non si lascia mettere sotto, riesce a tenere un faticoso primo game ed a strappare il servizio a Djokovic, colpevole di essersi distratto un po’ commettendo un paio di goffi errori. Il break da fiducia all’argentino che inizia a macinare alcuni dritti dei suoi. La domanda è quanta benzina abbia in serbatoio. Djokovic tiene un altro game di servizio traballante mentre Del Potro sembra aver acquisito fiducia e si porta 4-1 con un game di servizio tenuto a zero.
Nel settimo game Djokovic aumenta la pressione da fondo e induce tre volte Del Potro all’errore, potrebbe essere la svolta ma l’argentino salva le tre palle break da grande campione e si porta avanti 5-2. Sul 5-3 poi arriva il momento della verità per Del Potro e l’argentino non vacilla, mette quattro ottime prime ed allunga il match al terzo set, 6-3 dopo un’ora e diciotto minuti.

Il terzo set diventa soprattutto una questione mentale. Djokovic era partito benissimo nel primo, senza dare respiro all’argentino ma il calo ad inizio secondo set gli è costato molto, soprattutto mentalmente. Per contro la fiducia arrivata col break nel secondo set ha aiutato DelPo ad alzare il livello soprattutto col servizio ed ora la partita, per quanto sempre non entusiasmante, pare quanto mai equilibrata. Djokovic esordisce con tre ace nel primo gioco ma Del Potro gli tiene testa. Il pubblico si scalda.

Djokovic oggi ha avuto qualche problema di aderenza con le suole, nel quinto game si fa recuperare da 40-15 cedendo la palla game con un dritto messo fuori scivolando e concede la prima palla break del set che annulla con un ace. Nel game seguente due errori non forzati di Del Potro ed una discesa a rete di Djokovic mandano il serbo a doppia palla break, la seconda è uno scambio estenuante che l’argentino chiude col dritto prima di incitare la folla. Del Potro tiene il game e lancia un urlo verso le tribune. Se c’è una cosa che non si può mettere in dubbio è che l’argentino sia un combattente di razza che sa come aizzare la folla.

Al cambio di campo sul 5-4 per Djokovic il pubblico inscena una ola. Del Potro si fa ingannare da una palla facile sotto rete e va sotto 15-30, Djokovic prende i rischi sul punto successivo, scende a rete e si procura due palle break che sono altrettanti match point. Sul primo Del Potro sbaglia la prima, sbaglia il lancio di palla sulla seconda ma è Djokovic che sbaglia la risposta di rovescio. Il secondo invece se ne va con lo schema servizio-dritto. Del Potro tiene il servizio e si va 5 pari. Djokovic con due ace e quattro punti facili riporta il naso avanti, 6-5. Sugli spalti ora fa decisamente freddo ed il tie break pare la conclusione inevitabile.

Nel tie break il primo minibreak lo porta a casa Djokovic nel terzo punto grazie ad un errore di Del Potro dopo una strenua difesa da fondocampo, ma il vantaggio non dura neanche un punto.
Il punto che probabilmente decide la partita è il sesto punto del tie break, che Djokovic chiude con un dritto a uscire dopo uno scambio lunghissimo. Sui suoi due servizi il serbo confeziona una voleè smorzata e raccoglie un errore di Del Potro per portarsi 6-3 prima di chiudere l’incontro con un rovescio vincente lungolinea.

A rete Del Potro affranto abbraccia il rivale con affetto.

Del Potro: “Congratulazioni a Djokovic che mi ha battuto in un altra battaglia. È dura per me ma sono orgoglioso per te per l’incredibile anno. Grazie al mio team che mi ha aiutato molto. Sono contento di aver raggiunto la mia prima finale qui. Tornerò l’anno prossimo per batterli tutti e due, Rafa e Nole.” Infine Del Potro reiserva un piccolo saluto e ringraziamento in spagnolo verso i suoi fan.

Siparietto tra Djokovic e Del Potro: “Congratulazioni e Del Potro e al suo team, sei un uomo eccezionale ed un giocatore eccezionale e meriteresti questo trofeo.”
Del Potro interviene per far notare che però ha perso.
Djokovic risponde: “Che posso fare, amico? Sto cercando di essere gentile.” Poi si abbracciano.
“Ti auguro tutto il megio, sinceramente, amico.”
Poi Nole ringrazia organizzazione, volontari e pubblico ed in cinese “Vi amo, grazie a tutti.”

Djokovic chiaramente si trova bene in Cina, dopo le tre sconfitte nel round robin della Masters Cup 2007 ha vinto la stessa competizione, che allora si giocava proprio qui in questo impianto, nel 2008, poi ha vinto il China Open per 4 volte ed ora lo Shanghai Rolex Master per due volte, con un bilancio in Cina di 39 vittorie e 6 sconfitte in tutto. Ma la buona notizia per il 2014 è questo Del Potro, che se dovesse tenere questo livello di gioco per periodi lunghi, potrebbe seriamente candidarsi al ruolo di nuovo fab.

da Shanghai, Daniele Malafarina

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