12/11/2013 09:41 CEST - ATP World Tour Finals

Djokovic ancora Maestro!

TENNIS - Secondo titolo consecutivo da imbattuto per Djokovic. Come Nastase, vince le sue prime tre finali al Masters. Battuto Nadal 63 64. E' il 41mo titolo in carriera per il serbo, il settimo stagionale, l'ottavo indoor. Djokovic arriva a 22 vittorie di fila nel 2013, eguagliata la serie migliore di Nadal. Da Londra, Alessandro Mastroluca

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ATP World Tour Finals, Novak Djokovic e Rafa Nadal (Roberto Zanettin)
ATP World Tour Finals, Novak Djokovic e Rafa Nadal (Roberto Zanettin)

Secondo titolo consecutivo da imbattuto per Novak Djokovic. Il serbo vince il settimo torneo del 2013, il 41mo in carriera (41-21 nelle finali, 8-2 indoor), come Stefan Edberg, cui come ci ricorda il nostro statistico Stefano Rosato non dovrebbe essere attribuito l'Olympics spurio del 1984, non essendo in realtà un torneo Open. Djokovic raggiunge così le 22 vittorie consecutive, eguagliando la miglior serie stagionale di Nadal, con la possibilità di migliorarla in Davis la prossima settimana. Si impone 63 64, pareggia il conto dei confronti diretti stagionali (3-3) e sale 10-9 nel bilancio delle finali contro il maiorchino.

John McEnroe resta così l'ultimo mancino ad aver vinto questo torneo, nel 1984, anno in cui vinse per la terza volta singolo e doppio, in coppia con Fleming. Svanisce anche il sogno della Spagna di essere la terza nazione dopo gli Usa (5 volte) e la Cecoslovacchia a fare l'enplein al Masters (titolo in singolare e in doppio con una coppia di connazionali).

Dagli Us Open, Nadal ha battuto un solo top-5, Ferrer; Djokovic due volte Nadal, due volte Del Potro e una volta "Ferru". La differenza, anche qui a Londra, si è vista, è scritta nei numeri, nei 4 doppi falli e nei soli 9 vincenti a fronte di 23 errori di Nadal, 13 solo col suo colpo migliore, il dritto, nel 58% di punti con la prima e nel 50% con la seconda. Djokovic, più costante, ha sì un saldo negativo e  21 errori, ma con 17 vincenti e 15 punti in più.

"E' stata comunque una delle migliori e delle più intense stagioni della mia carriera" dice a caldo Nadal, che comunque chiude con un bilancio di 75-7 e con il primato di primo giocatore a tornare numero 1 nel ranking di fine anno a tre anni dall'ultima stagione chiusa in vetta alla classifica. "Ho giocato in uno stadio fantastico, davanti ad un pubblico fantastico, il mio avversario ha giocato meglio"

Rafa ha subito 3 palle break da salvare. Salva la prima con un passante strettissimo in corsa, sulla smorzata di Djokovic (15-40) che però converte la seconda con il rovescio lungolinea. Non è il solito Nadal in avvio, e lo vedi dal doppio fallo (prima a rete, seconda lunga) che consegna una chance per il 4-0, ma stavolta il rovescio tradisce il serbo, che non difende il break e alla terza occasione regala il controbreak con un altro rovescio scentrato. Djokovic sa che deve incideere sfruttando la diagonale destra, Nadal si difende aggredendo e sfruttando il lungolinea mentre qualche "come on Rafa" inizia a salire dalle tribune.

E' una finale tesa, con più errori che vincenti, che non riesce ad accendere il pubblico. Una finale in linea con una settimana che ha regalato poco tennis davvero memorabile.

Djokovic si ritaglia una nuova, pesante, chance di break (3 4 30-40), Nadal si salva con l'ace ma conferma l'incostanza al servizio e con un doppio fallo regala una seconda opportunità. Djokovic tenta lo schema drop-lob, Nadal recupera su tutto, il serbo non chiude almeno due volée alla portata ma alla fine ce la fa ad allungare 5-3. E anche il pubblico applaude convinto.

E' fortunato Djokovic sulla volée bassa resa mortifera dal master (5-3 30 pari), ma è una fortuna costruita anche sulla posizione di Nadal, che rimane lontanissimo dalla riga di fondo. E l'ace esterno a 208 kmh (129 miglia) è il punto esclamativo sul 6-3, su un primo set in cui Nadal registra un gratuito in meno (7 a 8) ma solo 2 vincenti a 10.

Nadal continua a sbagliare tanto per i suoi standard, 7 errori in 3 game del secondo set, e concede un nuovo break: 2-1. Nadal sembra sull'orlo della sconfitta sul 3-4 15-40, ma si tira fuori con un paio di prime notevoli. Continua però a giocare corto, sotto pressione, contro un Djokovic fluido che conserva l'iniziativa. Per certi versi sembra di rivedere l'alchimia degli scontri diretti del 2011, con un Nadal difensivo e passivo, quasi mai reattivo, costretto a improvvisare un po' per evitare la resa, come dimostra l'uncino estremo di dritto con cui salva il primo match point costringendo il serbo a un impossibile rovescio in diagonale in recupero, o la gran difesa prima col back di rovescio, poi col passante in corsa sulla smorzata incrociata di Nole con cui cancella il secondo. Ma sul terzo rovina tutto con un'accelerazione di dritto diagonale che finisce larga.

Così Novak Djokovic vince le sue prime tre finali in carriera al Masters, come Ilie Nastase (1971, 1972, 1973).

Da Londra, Alessandro Mastroluca

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