20/11/2013 18:09 CEST - Approfondimenti

Federer, lo slice migliore della storia

TENNIS - Negli ultimi 15 anni, lo slice di rovescio di Federer ha prodotto la maggiore rotazione mai registrata nel tennis. Anche superiore al dritto di Nadal: 5300 r.p.m. Servono timing, sensibilità, equilibrio e una particolare leva articolare, con la flessione del gomito a 90°. lucabaldi

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Roger Federer
Roger Federer

Le misurazioni, effettuate durante gli ultimi quindici anni, riguardo alle rotazioni che i professionisti sono in grado di imprimere alle palle da tennis hanno dato, come esaminato negli articoli precedenti, dei risultati prevedibili ma non scontati, in particolare se combinati con i valori emersi sulle velocità delle palle stesse.

Il colpo studiato con maggiore attenzione è stato il dritto, esecuzione su cui si basa la maggior parte della possibilità di spingere e generare pressione nel tennis attuale. Tralasciando per ora i particolari tecnici e fisici che concernono i materiali, soprattutto le corde monofilamento in poliestere, che verranno trattati in un'analisi successiva, la conclusione univoca degli studi condotti dai ricercatori è che oggi la palla viaggia più veloce e più arrotata rispetto agli anni '90 in modo molto netto. In termini di chilometri all'ora, nel caso visto in dettaglio del dritto di Rafael Nadal, una ventina in più sulle medie di scambio rispetto alla “bomba” della generazione precedente, ossia il dritto di Sampras. Per quanto riguarda la rotazione, addirittura il doppio in r.p.m (rounds per minute). Ancor più notevole, poi, il fatto che il  “campione del lift” spagnolo sia seguito da vicino, pur se non con numeri tanto estremi, dai valori di top-spin degli altri due giocatori che insieme a lui si sono spartiti la quasi totalità delle vittorie di rilievo negli ultimi dieci anni, Roger Federer e Novak Djokovic.

La relazione di causa-effetto è evidente, per quanto questo possa non soddisfare (e  personalmente sono molto d'accordo) chi rimpiange un tennis più imprevedibile a livello di scelte - o meglio possibilità - tattiche, e più vario a livello di esecuzioni tecniche, rispetto all'ossessiva ricerca della pressione da fondocampo: i tre giocatori che arrotano maggiormente il dritto, e quindi ottengono anche maggiore velocità di palla insieme a un margine di sicurezza percentuale, sono i tre che hanno vinto praticamente tutto. Non credo serva scomodare la filosofia, e il principio metodologico del rasoio di Occam, per accettare l'equazione più top-spin=più velocità=più efficacia, i fatti parlano da soli. Ma il tennis non è solo il dritto.

Nella situazione tattica tipica dello scambio da fondocampo moderno, i professionisti di alto livello tendono a evitarsi vicendevolmente il dritto cercando aperture e spazi pressando sulla diagonale complementare, quella di rovescio. Di norma, il primo che grazie a profondità, angolo e anticipo riesce a ottenere una palla più gestibile, sulla quale girarsi con la massima rapidità di gambe per cominciare a martellare di dritto, a forza di sventagli violentissimi spesso conclusi con un lungolinea anomalo andrà ad aggiudicarsi il punto. E' un po' come negli scacchi: nel momento in cui permetti all'altro di fare il giro attorno alla palla, e conseguentemente dare il via alle terribili sequenze di drive arrotatissimi e veloci che ti faranno inesorabilmente perdere campo, l'esito del quindici è scritto (a meno di prodezze che comunque non fanno statistica, o clamorosi errori dell'avversario). Matto in tre mosse, insomma.

In ogni caso, però, i numeri non mentono: dei tre campionissimi, il più vincente e completo (cioè a suo agio su tutte le superfici) è Roger Federer. Viene naturale chiedersi come, in uno sport così estremizzato verso limiti fisici e fisiologici assoluti, il fuoriclasse svizzero abbia trovato margini tattici e tecnici tali da consentirgli di vincere più o meno come gli altri due fenomeni messi assieme (per ora, certo. Ma il gap è notevole, e a mio avviso non sarà semplice né scontato colmarlo, per Rafa e Nole. Ovviamente, tutto è possibile). Qual è, dicevo, l'elemento che ha dato una marcia in più a Federer in tutti questi anni?

Come abbiamo visto, la possibilità di sparare sequenze di drittoni liftatissimi che portano quasi sempre al punto si origina molto spesso dalla geometria dello scambio sulla diagonale di rovescio. Scambio che gli avversari di Roger cercano, anzi sono costretti a cercare, per evitare di farsi prendere a pallate dalle eccezionali accelerazioni di dritto del campione di Basilea. Pressato nell'angolo di campo a lui meno congeniale, anche per i limiti biomeccanici del colpo a una mano, che pur se perfetto sarà sempre destinato a soffrire contro il top-spin, Federer reagisce appena possibile cambiando la rotazione della palla mediante l'esecuzione dello slice (o back-spin) con il rovescio. E qui, di nuovo, quello che risulta percepibile a livello visivo dagli spettatori viene confortato dai dati. In tutti questi quindici anni, la maggiore rotazione mai misurata di una palla da tennis è proprio quella prodotta dallo slice di rovescio di Federer. Molto di più del top di dritto di Nadal: si è arrivati all'impressionante dato di 5300 r.p.m.! Con il back!

La spaventosa rasoiata diagonale che ne consegue, e cinquemila e rotti r.p.m. di rotazione all'indietro la farebbero schizzare bassissima anche sulla sabbia, mette in grossa crisi i destrorsi bimani, che quasi sempre non hanno altra alternativa che rimettere a loro volta una palla con il taglio sotto, data l'estrema difficoltà del richiamare i polsi da rasoterra per spingere coprendo il colpo. Ma il contro-slice lo devono necessariamente rallentare per stare dentro le righe, visto il piano d'impatto tanto più basso della rete: ed ecco la possibilità per Roger, vista anche la sua grandissima rapidità di gambe, di aggirare una palla più lenta per iniziare a menare le danze a forza di drittoni. Lo stesso Djokovic, giocatore dal rovescio esemplare, ha sempre sofferto questo schema, mentre Nadal è stato in grado di disinnescarlo perchè sulla “biscia” bassissima di Federer ci arriva in relativa comodità con l'uncinata mancina di dritto.

I ricercatori si sono soffermati, nelle misurazioni e nelle analisi sullo slice di rovescio, proprio sui tre campioni di cui stiamo parlando. I dati sono questi:

Federer 2200 min 5300 max
Nadal 2400 min 4300 max
Djokovic 2100 min 3500 max

Il fatto che Djokovic tagli il rovescio meno degli altri dipende soprattutto dal fatto che non usa molto il back per neutralizzare il top-spin (con la sberla bimane che si ritrova non ne ha bisogno), e ha quindi sviluppato una tecnica esecutiva più adatta al taglio sotto su palle basse, spesso appunto i back avversari.

Nadal ha uno slice nettamente più pronunciato come rotazione, e qui la causa tecnica è originata dalle situazioni di gioco, tipicamente il fatto che qualunque mancino è destinato a subire i dritti liftati diagonali degli avversari destri, a cui anche con il colpo bimane non si può sempre salire sopra: quindi, volente o no, il back dall'alto in basso lo deve eseguire più spesso, e lo fa bene.

Ma riguardo all'esecuzione dello slice di rovescio il mostro risulta essere Federer: 1000 r.p.m. più di Rafa, 1800 più di Nole. Per riuscirci, oltre a timing, sensibilità e tocco assoluti uniti a perfetto equilibrio e incredibile velocità di braccio, utilizza un espediente tecnico molto efficace ma altrettanto difficile da eseguire con successo, ovvero un “wrap” (avvolgimento) del braccio oltre la testa e la spalla più pronunciato degli altri, con flessione del gomito a 90° che va a sommarsi all'altezza a cui porta la racchetta per generare taglio. E' una leva articolare estremamente complessa da controllare.

 

 

 


Nelle tre immagini, che sono frames tratti dagli stessi filmati hi-def utilizzati per le misurazioni e le ricerche di cui abbiamo visto i dati, possiamo vedere i tre giocatori nell'esatto istante in cui raggiungono l'apice del backswing prima del movimento a colpire. Le due fondamentali componenti che vanno a generare il taglio del rovescio slice sono l'altezza alla quale viene portata non la testa, ma l'impugnatura della racchetta, e la flessione più o meno accentuata del gomito, che nella fase di rilascio e distensione del braccio agirà da “acceleratore” del movimento. Sono gesti che possono differire di molto anche ad altissimo livello, mentre il follow-through, o accompagnamento finale, è molto simile per qualunque slice ben eseguito, ossia una completa distensione in avanti-laterale dell'arto, con piatto corde orizzontale, il che consente ritenzione della palla sulle corde e quindi controllo.

Vediamo Djokovic flettere il gomito quasi come Federer, ma il manico della sua racchetta non supera l'altezza delle spalle, quindi avrà uno swing meno ampio e veloce. Nadal porta correttamente il manico all'altezza degli occhi, ma flette molto poco il gomito, andando  di conseguenza sulla palla più in sicurezza con una leva in meno da gestire. Roger, infine, usa entrambe le componenti di caricamento della spinta atte ad ottenere la massima velocità della testa della racchetta – e quindi il massimo taglio – al limite, in modo incredibile: manico all'altezza degli occhi e oltre, braccio piegato ad angolo retto, addirittura un accenno di flessione del polso. Risultato, una specie di molla caricatissima che scatta ad aggredire la palla con velocità ineguagliata. E che genera, a mio avviso ma ci sono i numeri a confortarmi, lo slice migliore della storia del tennis.

Rapportando, in conclusione, i dati attuali del backspin di rovescio con le prime rilevazioni di fine anni '90, troviamo come al solito valori inferiori, ma come detto sui materiali che hanno portato il tennis alle performance attuali ci ritorneremo presto. I migliori slice del periodo erano, non sorprendentemente dato che venivano utilizzati in modo continuo per gli approcci a rete, quelli di tre attaccanti come Mark Philippoussis, Tim Henman e Todd Martin, tutti abbondantemente sopra i 3000 r.p.m. Non scherzavano, ma chi le ha viste giocare lo ricorderà bene, nemmeno le donne: sopra i 3000 r.p.m. con lo slice troviamo due autentiche specialiste di tale esecuzione, ovvero Jana Novotna e naturalmente Steffi Graf.

lucabaldi

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