30/11/2013 18:24 CEST - Tennis italiano

Pennetta e Knapp, che ritorni! Conferme per Errani e Vinci

TENNIS - Diamo i voti al 2013 delle azzurre che centrano almeno una semifinale Slam per il quarto anno consecutivo. Grande ritorno di Flavia Pennetta, conferme per Sara Errani e Roberta Vinci. Bene Karin Knapp, non benissimo Camila Giorgi, nonostante la vittoria su Wozniacki agli Us Open, e Francesca Schiavone. Antonio Garofalo

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La squadra italiana di Fed Cup festeggia il quarto trionfo
La squadra italiana di Fed Cup festeggia il quarto trionfo

SARA ERRANI, n° 7

Se il 2012 era stato l’anno della clamorosa rivelazione ad alti livelli con la finale al Roland Garros, la semifinale agli Us Open e il numero 6 di fine stagione, il 2013 è stato l’anno della conferma per Sara.
Riuscire a confermarsi è sempre difficilissimo, centrare nuovamente le semifinali al Roland Garros è un risultato di grande prestigio.

Certo, negli altri slam la Errani ha portato a casa solo una partita ed è francamente un po’ poco per la numero 7 del mondo. L’unica vittoria ad Acapulco, le finali di Parigi indoor, Dubai e Palermo, e le ottime semifinali di Madrid e Roma sono gli altri passaggi salienti di una stagione durissima che l’ha confermata anche al Masters di fine anno dove ancora una volta però non è riuscita a superare il round robin.

Ma d’altra parte contro le più forti del mondo la solidità e la caparbietà di Sara non possono bastare: due sole vittorie su dodici match contro topo ten in stagione, Radwanska al Roland Garros e Jankovic al Masters in un match insignificante.

Contro Serena, Azareka, Kvitova e Na Li, purtoppo non c’è proprio nulla da fare.

Gli unici rimpianti della stagione forse si possono rintracciare nella sconfitta con la Pennetta agli Us Open e proprio nel Masters, dove le pessime condizioni della Azarenka potevano consentirle di passare il turno.
Ma qualcuno ha il coraggio di rimproverare qualcosa a Sarrita, la cui dedizione e professionalità potrebbe fungere da esempio per alcuni colleghi maschietti?

A completare l’ottima annata, i successi in doppio con gli Australian Open su tutti, sempre in coppia con Robertina Vinci con la quale si conferma numero 1 al mondo, e la Fed Cup, vinta contro avversarie modestissime, ma questa non è certo una sua colpa. Insomma, molto bene.
VOTO: 7,5


ROBERTA VINCI, n° 14
Il treno delle top10 molto probabilmente è passato e non tornerà più. Con le rampanti Halep, Stephens e Bouchard alle porte sarà durissima per Roberta ritentare la scalata alle migliori 10 ed è davvero un peccato perché il talento e la tenacia della pugliese avrebbero meritato quel gradino in più rispetto al numero 11, comunque ragguardevole best ranking raggiunto dopo il Roland Garros.

E’ comunque stata un’altra stagione importante per la Vinci, con due titoli in carniere, Katowice e Palermo, battendo in finale due topten ( Kvitova, ribattuta anche in Fed Cup, ed Errani). Ottima anche la semifinale a Dubai, con altre due top10 battute, Stosur e Kerber.

Negli Slam il fantastico back di rovescio di Robi e la buona solidità mostrata al servizio hanno prodotto un quarto di finale a New York con qualche rimpianto nel derby giocato con la troppa pressione della favorita ( e il sogno/incubo delle prime 10) contro l’amica Flavia, due ottavi a Parigi ( dando comunque spettacolo contro l’irragiungibile Serena) e Wimbledon ( dove qualcosa in più contro la Na Li era lecito attenderselo) ed il terzo turno australiano con grosso rammarico per il match point sprecato contro la Vesnina.

Forse quello che si può rimproverare alla Vinci è proprio la difficoltà nel saper gestire il nuovo status di favorita e la pressione della vittoria a tutti i costi, palesatasi con particolare evidenza nel derby neyorkese citato ed anche nell’incredibile psicodramma a lieto fine della Finale di Fed Cup nel match contro la Panova, appena numero 136 del mondo. Come per Sara, ciliegina sulla torta la conferma a leader in doppio con lo Slam australiano con strepitosa vittoria sulle Williams nei quarti.
VOTO: 7,5


FLAVIA PENNETTA, n. 31
A Wimbledon quando non riusciva più a ritrovare il suo tennis ed i postumi dell’infortunio che l’aveva tenuta ai box per oltre sei mesi le avevano consegnato un poco stimolante numero 166 del ranking, la bella Flavia aveva malinconicamente espresso propositi di ritiro "Quando ero all'inizio della mia carriera non avrei mai pensato di giocare fino a 30 anni invece oggi ne ho 31 e sono ancora qui . Ma per come sono fatta e per la mia storia, non penso sia giusto giocare certi tornei. Mi sto allenando duramente perchè voglio tornare ai miei livelli ma se a fine anno sarò al 150/esimo posto della classifica mondiale, ne trarrò le conclusioni”.

Ed invece, complice anche il ritiro della Azarenka, arrivano quasi insperati, gli ottavi ai Championships e di lì una graduale ripresa sino all’incredibile exploit di New York: Gibbs, Errani, Kuznetsova, Halep e Vinci schiantate in fila e prima semifinale Slam in carriera. Persa si con la Azrenka ma dopo un primo set lottatissimo e chissà cosa sarebbe successo con un pizzico di fiducia e convinzione in più.

E allora via i propositi di ritiro, prime trenta del mondo riagganciate e fiducia di nuovo alle stelle. Un premio alla carriera sinceramente meritato per Flavia, che forse non avrà il tocco e il talento della Schiavone, ma che spesso si dimentica essere stata la prima azzurra a raggiungere le prime dieci del mondo e a giocare alla pari con le più forti, soprattutto sul cemento.

Insomma senza dubbio Flavia si merita il premio di “comeback of the year” anche se quello ufficiale della Wta è andato alla Kleybanova che ha vinto una partita ben più importante. Ma sul terreno di gioco quello della Pennetta è stato davvero un fantastico e gradito ritorno.
VOTO: 8

FRANCESCA SCHIAVONE, n. 39
Difficile, sinceramente molto difficile giudicare la stagione della Regina del Roland Garros 2010.
Il punto è proprio questo: se il riferimento è “quella” Francesca, allora siamo lontanissimi. Ma è giusto pretendere ancora qualcosa di livello dalla trentatreenne milanese?

Eppure in questa stagione fatta di ben undici sconfitte al primo turno ( ed un titolo minore a Marrakhech), con avversarie spesso improponibili ed impronunciabili, si sono visti lampi della Schiavone old times.

A Parigi, come per incanto, mi è parso di rivedere la Francesca sublime e leggiadra del biennio 2010-2011 ubriacare di fantasia e talento la Flipkens e la Bartoli, ovvero rispettivamente coloro che qualche settimana dopo avrebbero centrato semifinale e titolo a Wimbledon. Ed anche a Pechino Francesca ha dato spettacolo contro Serena Williams per oltre un’ora, facendo spellare le mani al pubblico con gli occhi a mandorla.

Ma sono flash in una stagione francamente molto opaca, fatta anche di dubbi tecnici con il passaggio dalla Golarsa a Lundgren a Galimberti e a chi sa chi altro…alla ricerca di qualcosa che probabilmente non tornerà più.

Una stagione conclusasi con la sconcertante vicenda della finale di Fed Cup: prima annuncia il rifiuto della convocazione ( scelta pienamente legittima, ma ricordate Bolelli?), poi pubblica sui giornali una lettera aperta di scuse/chiarimenti, infine si presenta a Cagliari per tifare per le compagne e…salire sul podio delle vincitrici! Mah…
VOTO: 5-

KARIN KNAPP, n. 41
Ecco un altro gradito ritorno dopo tanta sfortuna. Karin si è riappropriata con grande tenacia del posto che le spettava nel tennis femminile. Due semifinali raggiunte ( Bogotà, ko solo al tie break del terzo con la Jankovic e Bad Gstain) e soprattutto la splendida cavalcata a Wimbledon dove l’altoatesina si è spinta sino agli ottavi di finale raggiungendo la migliore prestazione Slam in carriera cedendo solo alla futura campionesse Bartoli. Terzo turno anche agli Us Open ( battendo Vesnina) sconfitta nel derby con la Vinci.
Insomma, bene davvero Karin che ha mostrato un servizio da top player e una solidità mentale e fisica che lasciano ben sperare per le prossime stagioni. Il best ranking di numero 35 raggiunto nel lontano 2008 è dietro l’angolo e Karin merita davvero un sorriso dalla Dea bendata dopo i tantissimi problemi fisici.
VOTO: 7,5

CAMILA GIORGI, n. 97
Ah, Camila Camila…forse ho il torto di aspettarmi troppo da questa piccola grande italoargentina, da quando la vidi, mi pare quindicenne, nelle qualificazioni di Roma e rimasi folgorato. I problemi alla spalla sono un alibi ma non possono da soli spiegare il mancato decollo di Camila che ha tutto il tennis per primeggiare.

Certo, bisogna diminuire il numero dei doppi falli, lavorare su una seconda che sia una seconda palla e non una prima-bis, capire che non si può tirare tutto, dritto e rovescio a mille allora in qualsiasi condizione e contro qualsiasi avversaria. Sarà forse il caso di affidarsi ad un allenatore vero?

A Wimbledon la Giorgi è riuscita quasi a confermare lo splendido torneo del 2012, arrendendosi agli ottavi solo alla futura campionessa Bartoli ( battuta peraltro qualche settimana prima sulla terra di Strasburgo) e non senza rimpianti ( 64 75 molto tirato ed equilibrato) e a New York ha fatto innamorare il pubblico americano nel match serale sull’Arthur Ashe schiantando la numero 8 del mondo Wozniaki ed arrendendosi poi solo alla Vinci agli ottavi dopo aver superato le qualificazioni.

Ma poi? Veramente troppo poco negli altri tornei e veramente troppi pochi progressi sul piano tecnico e tattico. Ventidue anni non sono tanti per imparare ed il potenziale da prime 20 (almeno!) c’è ma non è il caso di perdere altro tempo.
VOTO: 5,5

Antonio Garofalo

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