18/12/2013 21:49 CEST - Personaggi

Le 16 stelle WTA: Sara Errani

TENNIS – Sara Errani: sesta nel 2012 e settima del ranking nel 2013. Considerata soprattutto una difensivista, negli ultimi anni ha saputo aggiungere al suo gioco altri elementi che l'hanno aiutata a compiere  il salto di qualità. AGF

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Sara Errani
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Chiedo scusa se questo articolo sembrerà per certi aspetti puntiglioso, ma penso che per trovare un terreno comune di discussione e valutazione si debba innanzitutto preoccuparsi di essere chiari; e vorrei essere chiaro in particolare occupandomi di Sara Errani, perché quando leggo le opinioni sul suo gioco a volte ho l'impressione che manchi un po' di approfondimento.

Sul punto di partenza penso ci siano pochi equivoci: Sara è innanzitutto una giocatrice che fa della tenacia da fondo campo la base del suo tennis. La capacità di difendere e recuperare molte palle, facendo eseguire il famoso “colpo in più” all'avversaria è un aspetto imprescindibile del suo gioco. Significa quindi per prima cosa limitare al minimo gli errori non forzati e poi fare leva sulle capacità del dritto (“spagnolo”, più liftato della media del circuito) per muovere la palla, articolando parabole differenti, direzioni e profondità diverse. A volte con l'obiettivo di aprirsi il campo per i vincenti; più spesso per far muovere, stancare e sbagliare l'avversaria.

Con il rovescio Errani normalmente è più monocorde: gioca quasi sempre una palla incrociata e tesa che difficilmente diventa definitiva; e con più prudenza (qualche volta anche con timore) si prende il rischio del lungolinea.

Questo è il punto di partenza che più o meno tutti le riconoscono; di conseguenza c'è chi la critica per il suo gioco un po' “parassitario” e chi invece la apprezza, magari perché ama le lottatrici e chi mette in campo il carattere per affrontare le avversarie.

Però se mi fermassi qui, a mio avviso farei un discorso incompleto, e si perderebbe anche l'occasione per fare un ragionamento più generale sul modo di giocare a tennis oggi.

Mi spiego. In questo momento Errani è numero 7 del ranking: quante avversarie riesce a mettersi alle spalle giocando semplicemente in difesa? Azzardo un numero (prendetelo come un dato non rilevante): diciamo che con questo gioco riesce a sconfiggere l'80-90% delle sue avversarie, quelle più deboli.
Rimane però un 10-20% di tenniste più forti; queste tenniste a mio avviso sarebbero in grado di fare partita pari e probabilmente vincere il più delle volte contro Sara se lei si limitasse a fare la giocatrice di contenimento.

E qui torna il discorso iniziale: un po' troppo di frequente si semplificano le caratteristiche del gioco di Sara. A mio avviso ciò che ha fatto di Errani una top ten è stata la capacità di allargare il ventaglio delle sue opzioni, in particolare la sua rara capacità di spostare in verticale l'asse dello scambio, andando a rete o chiamandoci l'avversaria; e conquistando di conseguenza punti con modalità che nel tennis contemporaneo sono poco frequenti.

Spesso si sente ripetere (anche in televisione) il concetto: “quella giocatrice è tra le prime nel ranking di doppio e quindi in singolare può fare tanti punti con i colpi a rete”. In realtà a mio avviso le cose non sono così automatiche.

Per chi gioca il singolare saper fare la volèe praticamente da ferma, “affacciata” sul net (come accade nel doppio) serve a ben poco. Nel doppio femminile di oggi lo schema più diffuso è quello che prevede che la giocatrice che serve e quella che risponde rimangano a fondo campo e scambino in diagonale, mentre il secondo membro della coppia presidia metà rete cercando il tempo giusto per intervenire. Questo modo di interpretare il doppio ha molto poco a che fare con il gioco di volo del singolare.

Dico questo perché per poter valorizzare la capacità di giocare la volèe, nel tennis ad alta velocità di oggi, bisogna saper collegare due aree di gioco: il fondo campo e la rete. E il problema vero è proprio questo: trovare cioè il modo di spostarsi in avanti senza che l'avversaria prenda immediatamente il sopravvento.
Una parte delle doppiste attuali, che sembrano abili volleatrici, in realtà non possiedono una volèe di approccio altrettanto valida; e quindi per loro la discesa a rete in singolare è sconsigliabile, perché diventerebbe un mezzo suicidio: il discorso per loro è chiuso in partenza.

Per chi invece è capace di coordinare corsa in avanti con colpo di volo, ci sono altre difficoltà. Il serve&volley è diventato una scelta da centellinare, basandosi sull'effetto sorpresa; perché se chi risponde comincia a prendere le misure, finirà per fare punti in serie con i passanti, se non non direttamente con la risposta: la scelta diventerebbe controproducente.
Bisogna quindi trovare modi alternativi, più o meno “classici”, per sfruttare la verticale del campo: ad esempio effettuare qualche chip&charge nei game di risposta; oppure attaccare a sorpresa; oppure farlo in controtempo, o ancora su una palla che costringerà l'avversaria con molta probabilità ad un colpo difensivo. O infine utilizzare la smorzata, seguendola a rete per ingaggiare un corpo a corpo, se si ritiene di essere superiori nei colpi di tocco e di riflesso.

Mixando tutte queste opzioni, è possibile far sì che le proprie capacità di volleatrice diventino realmente un fattore nell'arco della partita; le diverse situazioni cominciano a farsi numericamente rilevanti, concretizzandosi in un numero di punti tale da poter spostare l'equilibrio di un match. In più questi scambi finiscono spesso per essere spettacolari, scaldano il pubblico e psicologicamente possono incidere più di un normale quindici sulla mente delle contendenti.

Aggiungerei che la palla corta può servire per altri scopi: Sara la gioca anche per obbligare allo scatto le avversarie meno rapide e/o per portarle in una zona di campo in cui alcune non sono a loro agio.

Nel tennis contemporaneo sono poche le giocatrici che sono in grado di  praticare queste combinazioni di gioco. E in questo, secondo me Sara Errani è una delle migliori del circuito. Radwanska, Kuznetsova, Vinci, sono fra quelle che dispongono dell'abilità di tocco e della sensibilità sui tempi di gioco che occorrono per prendersi quel tipo di punti.

A mio avviso solo se aggiungiamo queste capacità di Sara alla sua base di partenza di giocatrice da tennis di contenimento, otteniamo la risposta su come come possa sconfiggere quell'ulteriore 10-20% di avversarie che altrimenti la batterebbero nel puro confronto da fondo campo. Nel tennis spesso lo score finale è molto ravvicinato (addirittura si possono vincere i match facendo meno punti), e quindi essere in grado di aggiudicarsi quel genere di punti in più, può significare a fine anno un bel progresso nel ranking.

Questo discorso prova a spiegare perché Sara Errani riesce a battere molte delle sue avversarie di livello medio-alto. Non spiega però perché alcune di quelle che la sopravanzano in classifica in molte occasioni sembrano del tutto al di fuori della sua portata. In questi casi direi che emergono due questioni differenti:
1) la taglia fisica: alcune giocatrici danno l'impressione di sovrastarla in termini di peso/potenza in modo così netto da rendere il confronto improponibile;
2) i problemi con il servizio. Questo è un difetto cronico che può incidere profondamente sull'andamento delle partite di Sara. Con lei in campo, a volte la partita si trasforma in una specie di match “al contrario”, in cui il break è la regola e tenere il game di servizio l'eccezione. Ma se si affrontano giocatrici con battute molto efficaci, puntare sempre al controbreak per annullare sistematicamente quello concesso, diventa un'impresa improba.

Considerato l'intero ventaglio delle prime dieci giocatrici del mondo, forse nessuna ha un “buco” tecnico così evidente come Sara con il suo servizio.

Io mi fermo qui: per l'approfondimento sul servizio vi rimando a lucabaldi (che di aspetti tecnici se ne intende davvero) e al suo articolo in cui spiega nel dettaglio le caratteristiche del servizio di Sara.


P.S. Voglio ringraziare lucabaldi per la generosità con cui ha accettato di collaborare (malgrado il preavviso praticamente nullo) mettendo a disposizione di tutti le sue preziose competenze.

AGF

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