22/01/2014 16:50 CEST - Australian Open - Lavagna tattica

Australian Open, day 10: (s)punti tecnici del giorno

TENNIS AUSTRALIAN OPEN - Decimo appuntamento con gli spunti tecnici del giorno. Oggi parliamo delle magie della Radwanksa, delle risorse di Nadal e dell'insostenibile leggerezza di Federer. lucabaldi

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Rafael Nadal, Australian Open 2014 (foto BRUNO SILVERII)
Rafael Nadal, Australian Open 2014 (foto BRUNO SILVERII)

Le magie di Agnieszka
Se Miloslav “gattone” Mecir, tra i suoi impegni come capitano di Davis e le battute di pesca alla trota, ha trovato il tempo di dare un'occhiata al match giocato stanotte da Agniezska Radwanska contro Victoria Azarenka, sono assolutamente certo che gli sarà scappato più di un sorriso soddisfatto. Perso il suo ultimo “delfino” nel tennis maschile, Fabrice Santoro, può comunque contare in quello femminile su una degnissima erede e interprete del gioco felpato, mostruosamente difficile, ed esclusivamente basato sulla sensibilità delle mani e dei polsi, che sfoggiava negli anni '80.
Allo sconfinato talento (e non esagero) nell'accarezzare la palla, Aga aggiunge grandissima rapidità di piedi, micidiale capacità di anticipazione motoria, e perfetta interpretazione dei momenti “umorali” e agonistici: non è solo che vede prima dove tirano le avversarie, o semplicemente immagina correttamente le loro reazioni e scelte tattiche, sembra piuttosto che abbia già visto il DVD della partita. In questo, è unica.
Primo set umiliante per Vika, letteralmente fatta a fette dai tagli, dagli anticipi, dalle variazioni e dai cambi di ritmo della polacca. Poi, chiaramente, essendo una campionessa si sveglia, e cominciano a entrarle un po' di botte tirate di rabbia e nervi. E qui Aga è fantastica: come il bravo pescatore Mecir, lascia sfogare la pesciolona, cede il parziale senza minimamente scomporsi – tanto ce l'ha saldamente all'amo e lo sa – e nel terzo riprende a farla diventare matta. Fino alla vittoria.
Dettaglio tecnico: tra Radwanska e Cibulkova (grande “Cipollina” contro Simona Halep) avremo una autentica semifinale rasoterra, che per me sarà uno spettacolo. Entrambe piccoline, condividono la capacità di scendere con le gambe tanto in basso da colpire spesso e volentieri praticamente in ginocchio, sempre perfette sotto la palla, e se possibile Aga con ancor maggiore controllo del baricentro. Prestigiatrice.

Le risorse di Rafael
Tecnicamente, dopo tanti articoli e tante analisi, il tennis di Rafa Nadal lo conosciamo tutti meglio del nostro riflesso allo specchio. Eppure, lo spagnolo riesce ancora a stupire e sorprendere, tirando fuori qualcosa di nuovo ogni volta che ne ha bisogno.
Stanotte, per un set e mezzo, Grigor Dimitrov lo ha preso a pallate. A pallate. Intoccabile al servizio, mollava pietre a 220 all'ora, e dritti altro che da “Baby Fed”, sembrava più Del Potro in forma.
Rafa, da parte sua, falloso e impreciso, a causa forse dei fastidi alla mano, o più probabilmente – secondo me – a causa del fatto che quando hai davanti uno che tira a chiudere qualunque cosa (e gli entra), vai soprattutto in affanno mentale, perdendo sicurezze.
Come reagisce 'sto fenomeno? Non va il servizio, ok. Non va il drittone, ok. Di rovescio azzecco solo qualche recupero, ok. E allora? Beh, semplice: comincio ad andare a rete sull'uno-due, continuamente intendo, così evito anche di venire attaccato.
Risultato, percentuali e numeri alla volée da anni '90. Nel frattempo, Grigor si rende conto che se la sta giocando sul centrale contro il numero uno, gli cedono i nervi, non si rende conto che davanti ha un Nadal che evita lui (!!!) lo scambio da fondo, spreca un set-point clamoroso con il dritto, e partita finita.
Si dice che un campione deve avere il “piano B” nel suo gioco, se gli schemi abituali non vanno o vengono messi in crisi dalle giocate avversarie: Rafa ha il piano B, C, D più tutto il manuale delle Giovani Marmotte da provare, prima di mollare una partita che sia una. Inesauribile.

L'insostenibile leggerezza di Roger
Sembrava che stesse andando tutto liscio per Roger Federer, in controllo assoluto del suo quarto di finale contro Andy Murray, e arrivato prima a servire per il match, poi a due match point nel tie-break del terzo set, avanti di due parziali a zero. Livello alto, molto alto del “Re”, simile a quello messo in campo contro Tsonga. Classe e vincenti.
E lì, come spesso è successo al campione svizzero negli ultimi periodi, il giocattolo ha rischiato di rompersi. Bravissimo Murray a non cedere di testa, ad entrare nella sua caratteristica fase di gioco “corro, rantolo e rimetto tutto”, e a trasformarsi in un muro di gomma: match portato al quarto, e brillantezza di Federer palesemente appannata, particolarmente quando c'era da assestare l'allungo decisivo (una palla break trasformata su 10 nell'ultimo set).
Alla fine, un certo irrigidimento di Andy – ma finchè non lo vedo in barella io non mi fido, ne ha vinte di partite sembrando uno zombie – e qualche bella cosa di Roger hanno deciso il risultato.
L'aspetto positivo per Federer, oltre ovviamente al traguardo semifinale, secondo me può essere l'aver superato il primo test “di sofferenza” mentale e tattica: meglio che sia avvenuto oggi in una partita già quasi al sicuro, contro un Murray buono ma non al massimo, piuttosto che venerdì contro Nadal. Match con Rafa che a mio avviso, per la prima volta da tanto, tanto tempo, è abbastanza aperto come pronostico (“abbastanza” significa comunque spagnolo favorito, intendiamoci): se hanno rischiato di metterlo nei guai Nishikori e Dimitrov, non vedo perchè non potrebbe riuscirci il Federer in gran spolvero delle ultime due prestazioni. Ma dovrà chiudere subito, se e quando ci sarà la possibilità di farlo. Bello e fragile.

One-handed backhand appreciation corner
“Non è bene che tu ti sia affrettato ad affrontarlo. Era incompleta la tua istruzione. Non preparato al compito eri tu!” (Yoda, “Return Of The Jedi”, 1983)
Il Giovane Eroe Grigor ha ceduto al cospetto della nemesi bimane massima: forse il suo addestramento non era sufficiente, o forse il Lato Oscuro ha minato la sua fede. Ma noi non ci dimenticheremo di lui, e di quello che ha fatto per sconfiggere la notte buia che avvolge la Galassia.

Il Vecchio Eroe Roger, invece, ci regala una gioia inaspettata alla vigilia della guerra, e raggiunge il compagno di battaglione Stanislas nelle semifinali, che vedono presenti e pronti alla gloria ben due Illuminati dalla presa eastern a una mano: il 50%.
La barbarie, per ora, è stata quindi circoscritta: tutto ciò che verrà in più, sarà un ulteriore mattone che andrà a fortificare la muraglia di sbarramento contro le orde che premono alle porte della Civiltà. Nulla dura in eterno, e prima o poi cederemo: non oggi, però, e nemmeno domani, che come sempre, sarà un altro giorno.

 

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lucabaldi

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