24/01/2014 18:48 CEST - Australian Open - Lavagna tattica

Australian Open, day 12: (s)punti tecnici del giorno

TENNIS AUSTRALIAN OPEN - Dodicesimo appuntamento con gli spunti tecnici del giorno. Oggi parliamo degli slice della Vinci, dei lob della Errani e del rovescio di Nadal. lucabaldi

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Rafael Nadal
Rafael Nadal

Gli slice di Roberta
Con tutto il rispetto e la simpatia possibili nei riguardi di Ekaterina Makarova ed Elena Vesnina, durante la finale del doppio femminile di oggi ho pensato che la conquista della prima posizione al mondo della specialità (in palio oltre al titolo) da parte di due giocatrici tanto limitate nel gioco di volo sarebbe stata quantomeno fonte di perplessità.
Chiamiamo le cose con il loro nome: le due russe fanno tutto bene, servizio, risposta, colpi da fondo, due picchiatrici standard dell'era moderna. Ma a rete hanno la sensibilità di mano di un taglialegna, volée banali in serie, alte sul net, sparate fuori non solo con goffaggine ma anche con errori di impostazione basilari nelle impugnature e nell'assetto braccio-racchetta.
Eppure, a forza di botte in risposta e buonissimi servizi, si sono trovate 5-2 avanti nel set decisivo.
A quel punto, la qualità di Sara Errani e Roberta Vinci, intesa come correta interpretazione tattica di un doppio, è venuta in soccorso delle azzurre, che hanno rimontato e vinto.
Tecnicamente, sono stati degni di nota i tagli con il rovescio slice di Roberta, che particolarmente in risposta è stata capace di variare alla grande le traiettorie, alternando angoli e altezza dei colpi, e mettendo impietosamente a nudo i problemi a rete delle avversarie.
Quando devi giocare una volée, e ti arriva sulla racchetta una delle rasoiate di Roberta, la palla gira talmente tanto all'indietro da far sembrare che si attacchi alle corde mordendole, e rifiutandosi di uscirne. Il risultato, proponendo “bisce” simili ad avversarie poco dotate di tocco, sono state innumerevoli steccate e palle spedite alternativamente fuori di metri, o affondate sotto la rete. Micidiale.

I lob di Sara
Meno efficace della Vinci con i tagli, ma molto più solida nella spinta e nel top-spin da fondocampo, Sara Errani ha invece dimostrato, oltre alle consuete qualità agonistiche e alle perfette scelte strategiche, una notevole sensibilità nella difesa da dietro – ben diversa da quella che serve nel singolare, dove è più una questione di anticipo e potenza – soprattutto con le variazioni di rovescio.
Senza minimamente cambiare l'impostazione del movimento a colpire, Sara infatti è riuscita quando è stato necessario ad alzare improvvise traiettorie liftate a scavalcare le russe, spazzolando la palla ed esasperando il finale verso l'alto all'ultimissimo istante. Fintare il lob coperto con il rovescio bimane in quel modo è di una complessità unica.
Nel tennis femminile già è difficile vedere gli smash potenti e definitivi in serie che sanno eseguire gli uomini, se poi a due giocatrici non certo impeccabili e pulite a rete proponi pallonetti liftati millimetrici e magnificamente mascherati, non gli dai scampo.
Sul 5 pari nel terzo set, la Errani ne ha piazzati tre di fila, vincenti, che hanno lasciato immobili le avversarie, e probabilmente hanno deciso l'esito della finale. Perfino Roberta le ha mollato uno sguardo tipo “oh, ma che  ti sei inventata?”, figurarsi come si saranno sentite le malcapitate a cui Sara ha beffardamente chiuso in faccia quei punti decisivi. Perfida.

Il rovescio di Rafael
Anch'io, come molti, pur non spingendomi all'azzardo di dare Federer per favorito, ritenevo che visto il modo attraverso il quale lo svizzero e Rafael Nadal erano arrivati alla loro sfida in semifinale la partita potesse rivelarsi maggiormente equilibrata.
Così non è stato, come molte altre volte d'altronde, per la solita arcinota serie di motivi: più mentali che tecnici, però, di questo resto convinto. Va bene il top-spin mancino contro il rovescio a una mano, ma non può essere solo quello. Se mi si passa il gioco di parole, il problema di Roger è proprio un discorso di head-to-head, inteso in senso letterale: testa opposta a testa. E qui altro che diagonale sinistra, siamo a una categoria di differenza, magari solo nel confronto tra loro due, ma tant'è.
Per fare un esempio concreto, e al contempo interessante tecnicamente, oggi Rafa ha messo in campo un'ulteriore arma nel match contro Federer: un rovescio bimane anticipatissimo di una qualità, continuità ed efficacia che non ricordavo dai tempi delle vittorie a Wimbledon (i suoi due trofei sull'erba londinese Nadal li ha portati a casa con il rovescio quasi piatto, perfetto sulle palle basse e sui passanti, mica con il famigerato drittone).
Data per certa la sofferenza sulla diagonale mancina, Roger con il suo gran dritto e qualche lungolinea di rovescio ha spesso cercato di spostare il gioco su quella destra, quantomeno per cercare almeno una fase in cui potesse controllare lo scambio, e magari ottenere occasioni per attaccare.
Bene: quel fenomeno di Rafa è stato ripetutamente capace di prenderlo a pallate pure lì, e comandare contro Roger sul suo dritto non è che sia una cosetta da nulla, eh.
Sui liftoni stretti e incrociati di Federer, Nadal è riuscito tante, ma tante volte, a ribattere in anticipo, spesso addirittura lasciando fermo lo svizzero con cross strettissimi e potenti sparati anche da oltre due metri fuori dal campo.
Ci è riuscito grazie a un incredibile utilizzo della mano destra, che ricordiamo è la dominante di Rafa: il richiamo dei polsi, e conseguentemente della testa della racchetta, è stato tanto rapido ed esasperato da arrivare agli impatti con la palla con l'attrezzo completamente verticale, e contemporaneamente in anticipo estremo, con timing perfetto.
Una sorta di “smash basso rovesciato”, pochissima rotazione, rischio altissimo, traiettorie imprendibili. Se uno, già più forte di te su una diagonale, comincia a farti i numeri da circo anche sull'altra, pure quando cerchi di spingere, c'è poco da fare. Gli dai la mano senza rimpianti, gli fai i complimenti, e alla prossima. Terminator.

One-handed backhand appreciation corner
Ebbene, è successo. Si è compiuto il destino del Vecchio Jedi Roger, Eroe e Martire della lotta contro l'oscurità. Abbiamo comunque fede che, come già fece il Maestro Obi-Wan Kenobi, il Cavaliere del Bene abbia spento la spada laser guardando fisso negli occhi il suo allievo Stanislas, nell'istante in cui veniva abbattuto dalla nemesi bimane massima.
E se il crudele seguace del buio se ne è accorto, non può non aver provato per un attimo un brivido di inconfessabile paura e incertezza, che ha scalfito il granitico muro di malvagità che rinchiude il suo animo tormentato.
Perchè il sacrificio di un Guerriero della Luce a una mano non può, non potrà rimanere impunito, né questo nè quelli dei 36 Eroi della presa eastern caduti prima di lui.

Domenica, ogni volta che il Glorioso Stan-The-Man lascerà andare la mano sinistra, esaltando così l'accelerazione della racchetta, e scatenando libero il finale verso l'azzurro del cielo, avrà con sé, a dargli ancor maggiore controllo del polso e sensibilità di anticipo, ognuno di loro.
Roger, Grigor, Tommy, Feliciano, Richard, Carla, Mikhail, Francesca, Roberta, Filippo, Nicolas, Andrey, Ivo, Dudi, Frank, Victor, Dusan e tutte le altre leggende della One-Handed Band che hanno lottato con coraggio e perduto con onore saranno insieme a Stan, dietro ogni suo rovescio.
Perchè possa ancora esserci speranza nel domani, che come sempre, sarà un altro giorno.

 

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lucabaldi

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