26/01/2014 17:20 CEST - Australian Open - Lavagna tattica

Australian Open, day 14: (s)punti tecnici del giorno

TENNIS AUSTRALIAN OPEN - Quattrodicesimo appuntamento con gli spunti tecnici del giorno. Oggi parliamo del rischio corso da Stanislas Wawrinka, di un grandissimo primo set e di una Luce che torna a splendere. lucabaldi

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Stanislas Wawrinka
Stanislas Wawrinka

I pensieri di Stan

Non sono sicuro che Stanislas Wawrinka si sia reso conto fino in fondo di che razza di rischio abbia corso: per come si era messa la partita, in palio non c'era più semplicemente il titolo degli Australian Open, ma il suo intero futuro come tennista. Se non fosse riuscito a vincere, dubito che avrebbe mai avuto la forza di riprendersi. Tatuaggio o non tatuaggio. Un po' come Paul Henry Mathieu, segnato a vita dalla sconfitta subita da Youzhny in coppa Davis: per Stan, sarebbe stata una mazzata mortale proprio nel momento più alto della carriera.
E avrebbe potuto tranquillamente accadere, per quanto menomato potesse apparire Rafael Nadal. Anche a livello professionistico, quando ci si trova invischiati nel peggior loop mentale negativo possibile, quello in cui sembra quasi che l'avversario infortunato ti abbia ipnotizzato, prendendo il controllo del tuo corpo e del tuo cervello, e vedi il tuo stesso braccio colpire la palla come se appartenesse a un altro, commettendo errori su errori, è durissima uscirne.
Mi viene in mente il modo in cui Albert Montanes, un autentico “cagnaccio di razza” da terra battuta, solido e cattivo dal punto di vista agonistico, è riuscito nell'impresa di farsi fregare da un Fabio Fognini assolutamente immobile in campo al terzo turno del Roland garros 2011. Se poi di là hai Nadal, che irrigidito quanto si vuole negli spostamenti e al servizio, sai che non la mollerà mai, e a tratti pare che abbia una calamita che attira i tuoi colpi, o forse sei tu che inspiegabilmente non riesci più a vedere gli spazi per affondare, e nel frattempo il terzo set è andato, e break e contro-break si sprecano... insomma, non ho invidiato affatto l'incubo interiore vissuto da Wawrinka, un momento di rabbia e confusione tali da farlo arrivare a zittire, con un esplicito gesto di stizza, il suo allenatore Norman che cercava di incoraggiarlo dal box.
Per sua fortuna, e soprattutto bravura, alla fine Stan ha chiuso al quarto set.
Tecnicamente, il match è stato notevole finchè Rafa ha potuto competere ad armi pari, ma il merito è stato tutto di Wawrinka: a parte una sbavatura quando ha servito per il primo set, la prestazione dello svizzero è stata mostruosa. Un game, su tutti, ha fatto capire che razza di animale da tennis fosse in campo oggi: il primo del secondo parziale. Con Nadal alla battuta, Stan ha tirato tre dritti vincenti consecutivi spaventosi, di una violenza assurda, e sullo 0-40 ha infilato, sullo slice mancino dello spagnolo, una risposta in cross anticipata strettissima di rovescio da standing ovation. Rafa lasciato a sei metri dalla palla, e già sotto di un set e di un break.
Certamente rimane il rammarico di non esserci potuti godere una intera partita di tale qualità, che ovviamente, super-Wawrinka finchè si vuole, sarebbe potuta finire in qualunque modo: non credo serva ricordare quante volte Nadal è stato preso letteralmente a pallate in qualche fase dei suoi incontri (primi tre quarti d'ora con Dimitrov, proprio in questo torneo, per esempio) per poi trovare immancabilmente la strada della vittoria. Sarebbe stato interessante vedere come Rafa avrebbe cercato di arginare il tennis straripante dello svizzero, e se ci sarebbe riuscito, cosa per nulla semplice. Peccato.
La cosa davvero bella, alla fine, è che un campione di Slam inedito è sempre un'ottima notizia per il nostro sport, in particolare uno come Stan, che ci è arrivato attraverso un grandioso percorso di crescita tecnica e mentale, e proponendo un gioco brillante, spettacolare e propositivo.
Benvenuto tra i grandi.

One-handed backhand appreciation corner

Ed è Trionfo.
La Luce della presa eastern a una mano ritorna a splendere, elevandosi ancora una volta al di sopra della barbarie bimane.
Il Lato Oscuro è seducente, feroce, si nutre di rabbia e odio: ma il sinistro potere che conferisce consuma e logora i suoi stessi adepti, e il Guerriero Sith abbattuto nello Scontro Finale ne ha pagato lo scotto. Quando il Cavaliere del Bene Stan-The-Man ha spento il computer d'attacco, smettendo di pensare per cominciare finalmente a percepire, e ha lasciato che fosse l'istinto, insieme agli Spiriti di tutte le One-Handed Legends della Storia, a guidare i raggi laser che partivano dalla sua racchetta, la Civiltà si è salvata ancora una volta.
È stata vinta una grande Battaglia, però la guerra non è finita: le orde bimani non si arrenderanno di certo, ma finchè gli Eroi del Lato Chiaro saranno al nostro fianco, stringendo i cross e lasciando andare i lungolinea di rovescio con polso fermo e Fede in un tennis migliore, la speranza non abbandonerà i nostri cuori.
Non oggi, non domani, e nemmeno tra 118 giorni: perchè il 25 maggio, come sempre, inizierà il Roland Garros.

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