07/02/2014 11:48 CEST - Tennis Campioni in Erba

Rublev, exploit o grande talento?

TENNIS CAMPIONI IN ERBA - Focalizziamo la nostra attenzione su un giovanissimo russo passato dall'anonimato agli onori della cronaca in brevissimo tempo: Andrey Rublev. Sarà in grado di dar slancio a un tennis russo che pare sempre più in declino? Andrea Mario Conte

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Andrey Rublev
Andrey Rublev

Probabilmente è quello che la stessa federazione russa si starà domandando, ed è ipotizzabile che nemmeno loro si aspettassero un'esplosione di questo genere e in tempi tanto ridotti, ma tant'è.

Come un fulmine a ciel sereno, nel novembre dell'anno appena concluso, Andrey Rublev, quando aveva compiuto da neanche un mese 16 anni, incanta tutti a Bradenton, Florida, e vince il suo primo Futures in carriera, successo ottenuto ad appena la quinta apparizione in tornei di questa categoria.

Difatti il giovane russo fino a quel momento non si era particolarmente distinto, e non solo a livello professionistico (cosa assolutamente legittima vista la verdissima età), ma anche nel circuito juniores dove i migliori risultati in due anni di presenza sono stati i successi in un Grade 2 dal nome pressoché impronunciabile (al secolo "NWU PUKKE/RVTA"), e il meno consistente a livello di punti, nonostante il prestigio del nome, Orange Bowl under 16 (da non confondere con la più importante rassegna dedicata agli under 18); questi sono sicuramente due ottimi risultati per un quindicenne, ma niente di tutto questo lasciava presagire un tale exploit nel circuito pro in un lasso di tempo così breve.

Nella casella dei 6 migliori risultati da singolarista (nel circuito juniores il ranking tiene conto dei migliori 6 risultati dell'anno nel singolo e i 6 migliori nel doppio) non era nemmeno presente la voce di un torneo dello Slam, dove Rublev era apparso una sola volta (US Open) ed era uscito al secondo turno; ma nell'estate dello scorso anno appena messo il naso nel circuito Futures, va subito alla grande, sembrando essere quasi più a suo agio tra i pro che tra i giovani coetanei.

Alla prima apparizione, in Bulgaria, ottiene subito un insperato quarto di finale, ma non si ferma qui: la settimana seguente, sempre in Bulgaria, bissa il risultato fermandosi ancora in sede di quarti, tornando a casa però con 6 vittorie all'attivo essendosi sobbarcato la trafila delle qualificazioni; dopo un mese si ripresenta ancora ad un Futures, stavolta in Bielorussia, ed arriva ad un passo da un trionfo che avrebbe avuto dell'incredibile (a quindici anni sarebbe stato paragonabile addirittura a Nadal in quanto a precocità); a stoppare la sua corsa ci pensa il ventunenne giocatore di casa Gerasimov, attuale numero 260 del mondo, che ha dovuto faticare non poco per avere la meglio di questo terribile ragazzino in un incontro che si è concluso in tre duri set.

In autunno prova, sull'onda del l'entusiasmo per i risultati tanto ragguardevoli, a cimentarsi a livelli ancora più alti: grazie a due wild card concesse dalla federazione russa disputa dapprima il primo turno di qualificazione nel 250 di Mosca, e la settimana successiva entra direttamente nel tabellone principale del Challenger di Kazan; in entrambe le occasioni esce sconfitto, ma queste due esperienze gli sono molto servite evidentemente.

Infatti a Novembre, a Bradenton, arriva il colpaccio dell'anno a livello Futures: avviene qui l'esplosione definitiva di questo precocissimo talento che da semi sconosciuto sbaraglia la concorrenza giungendo fino alla conquista del primo Futures della sua giovanissima carriera.

Successo che lo porta a ridosso della top 800 e lo fa comparire su tutte le testate giornalistiche del settore. Di un mese fa è la prima bella prestazione a livello Slam (juniores ovviamente): in Australia avanza fino ai quarti dove viene sconfitto da un altro talentuosissimo sedicenne, l'americano Stefan Kozlov; questa prestazione gli vale l'undicesimo posto nella classifica mondiale ITF (juniores).

Per quanto concerne il suo gioco, potremo definirlo piuttosto moderno: possiede un rovescio (bimane) superiore al diritto, come spesso accade nei giovani, e lo esegue con buon anticipo e sicurezza in entrambe le direzioni; il diritto, anch'esso giocato con i piedi sulla riga di fondo, appare ancora un po' incerto e poco incisivo; già discreto invece il servizio. Una delle sue peculiarità, oltre al già citato anticipo che gli e' consentito dalla sua presenza fissa sulla riga di fondo, è la grande rapidità e copertura del campo. Insomma sembra un giocatore abbastanza completo e adattabile al tennis attuale.

Ma vediamo il suo pensiero a riguardo: "Mi ispiro molto a Federer e Nadal ma guardo anche a giovani della nuova generazione come Raonic, Dimitrov e Tomic; cerco di prendere il meglio da loro. Sotto il profilo del gioco chi mi vede giocare sostiene che possiedo un gioco piuttosto votato all'attacco, e in effetti credo sia così".

Interrogato poi sulla programmazione della stagione appena iniziata il giovane Andrey è sincero: "Non abbiamo ancora deciso quale sarà il percorso da seguire. Sicuramente disputerò le altre 3 prove dello Slam junior, poi tenterò qualche ingresso in tabellone a livello Challenger e magari ATP. Ma la programmazione sarà prevalentemente imperniata sui Futures. Comunque per il momento non mi pongo obiettivi precisi o traguardi da raggiungere".

Insomma il piccolo russo sembra voler tentare la difficilissima scalata al professionismo fin da subito, e con il tennis fisico moderno, sta tentando di proseguire la sua crescita con almeno un anno di anticipo sui ragazzi più precoci. Insomma appare davvero un azzardo, ma se quest' anno prosegue sulla falsariga del precedente, potremo dire di essere di fronte a qualcosa di davvero speciale. Ed è quello che la "povera" federazione russa aspetta da anni: dopo l'uscita di scena (a livelli top) di Davydenko, il tennis russo e' sprofondato in una vera e propria crisi che si è manifestata in tutta la sua gravità nel 2012 con la loro discesa nella "serie b" tennistica, ovvero nel Zone Group della coppa Davis.

Nei primi cento del mondo oltre a "Kolya" sono presenti solo altri stagionati quali Youzhny, Gabashvili e Bohomolov Jr.

E se si guarda ai giovani la situazione attuale non porta all'ottimismo; i vari Baluda, Vovk e Birjukov(che prometteva tantissimo) sono ormai alle soglie dei 20-21 anni e ancora arrancano a livello Futures.
Insomma il futuro per il momento sembra essere tutto sulle spalle del piccolo Rublev, che ad appena sedici anni deve sobbarcasti l'onere delle tante pressioni che una nazione di prestigio come la Russia, in attesa spasmodica di giocatori di alto livello, gli metterà sulle spalle.

Ma tutto questo, forse grazie alla spensieratezza che la sua età porta con sé, non sembra creargli grandi problemi: "Mi rendo conto della situazione che sta vivendo il tennis russo, ma ora non sto pensando a cosa potrei rappresentare in futuro per la Russia, e spero che continuerò a non pensarci".

Ora non resta che aspettare per capire, i dati a disposizioni e gli spunti di riflessione sono troppo pochi per poter pensare di trarre giudizi o ipotizzare reali qualità in prospettiva, i banchi di prova sono stati davvero pochi; negli anni a venire vedremo se i tanto grandi quanto precoci risultati già raggiunti da questo talentino sono stati solamente uno dei tanti fuochi di paglia a cui si assiste frequentemente durante la crescita dei giovani, o se invece la maturità e la capacità già dimostrata di competere a livelli tanti alti nonostante l'età, sia solo l'inizio e il preludio a un luminoso futuro di un ragazzo che ha qualcosa di speciale.

Indice della rubrica:

1 - Pouille e Coppejans, due promesse da seguire

2 - Nick Kyrgios, la speranza dell'Australia

Andrea Mario Conte

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