08/02/2014 16:10 CEST - Tennis approfondimento

Il rovescio a una mano: un'arte scomparsa, un poco rivitalizzata

TENNIS APPROFONDIMENTO - Fascino del tennis dagli anni '70 fino al 2000, è stato il duello senza vincitori tra i giocatori monomani come Pete Sampras, e i colpitori bimani come Andre Agassi, ma con i giovani ormai impostati bimani il gruppo di giocatori con il rovescio a una mano rimarrà limitato. The Economist, traduzione di lucabaldi

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Stanislas Wawrinka
Stanislas Wawrinka

Sorprendendo un po' tutti, Stanislas Wawrinka ha vinto gli Australian Open di tennis. Il giocatore svizzero ha battuto il numero uno del mondo Rafael Nadal, conquistando il suo primo titolo dello Slam in singolare. E' stata una partita strana, resa poco combattuta da un infortunio patito da Nadal. La sensazione è che Wawrinka, per quanto stesse giocando benissimo, non sarebbe riuscito a vincere contro un avversario al massimo fisicamente – non solo a causa del suo record negativo, 0-12, nei confronti dello spagnolo, ma soprattutto perchè Wawrinka colpisce il rovescio a una mano, un colpo che viene da alcuni considerato una debolezza nel gioco moderno.

Il rovescio a una mano – giocato coperto con il  top-spin, piuttosto che utilizzato in difesa con il taglio slice – è probabilmente il colpo più elegante del tennis. Quello di Wawrinka è un punto di riferimento nel suo genere: un movimento fluido e completo della racchetta che unisce potenza e timing. Ma nonostante il fascino che esercita sui puristi, il rovescio a una mano non è popolare tra i giocatori professionisti. E' più difficile, e ha minori margini di errore, del suo equivalente a due mani. In tanti preferiscono la precisione e la semplicità dell'esecuzione bimane. Dei primi 50 tennisti al mondo, solo 12 hanno il rovescio a una mano. Nel circuito femminile, solo 3 giocatrici tra le prime 50.

E' fuori discussione che il rovescio a una mano, a patto che il giocatore abbia abbastanza talento, sia  un colpo efficace. Roger Federer, svizzero anche lui, lo ha utilizzato per vincere più titoli dello Slam di chiunque altro. E' solo negli ultimi anni, mentre il gioco diveniva sempre più muscolare, e le nuove corde permettevano ai tennisti di imprimere più top-spin ai loro colpi, che il rovescio bimane ha iniziato a imporsi. (Certamente, come mostra il nostro grafico, parte del fascino del tennis dagli anni '70 fino al 2000 e oltre, è stato il duello senza vincitori tra la scioltezza dei giocatori monomani come Pete Sampras, e l'intensità dei colpitori bimani come Andre Agassi).
In ogni caso, mentre il dominio di Federer è al tramonto – ha vinto solo due majors dal 2010 – ci sono voci che evidenziano come i limiti del suo stile di gioco classico, precedentemente nascosti dal suo eccezionale talento, potrebbero essere causa di rimpianti. Ha vinto 17 Slam nonostante, invece che grazie, al suo bel rovescio a una mano? Il famoso coach americano Nick Bollettieri sostiene che Federer sarebbe stato ancor più vincente da bimane.

Per i comuni mortali, tutto questo ha implicazioni nefaste. Gli opinionisti davano a Wawrinka poche possibilità di vittoria nella finale degli Australian Open proprio perchè i colpi terribilmente arrotati, dal rimbalzo altissimo, che sono la specialità di Nadal, sono difficili da contrastare per i giocatori con il rovescio a una mano. Per quanto buono possa essere tale colpo, sarà sempre soggetto ad errori. (Si ritiene che questo sia il motivo del record negativo di Federer nei confronti con Nadal).

Tuttavia, i critici del rovescio a una mano dovrebbero ricordare che Wawrinka è comunque apparso nettamente superiore al suo avversario per la maggior parte del match. Ci è riuscito trasformando le sue debolezze in punti di forza. Invece di giocarsela sulla resistenza e gli scambi lunghi, è stato estremamente aggressivo e ha preso l'iniziativa appena possibile. Un aspetto vantaggioso è che il rovescio a una mano richiede grande anticipo; se ben eseguito, toglie il tempo all'avversario. Wawrinka è stato propositivo con tutti i suoi colpi. Ha servito 19 ace (contro solo uno di Nadal), realizzato 53 vincenti (contro 19), e si è tirato fuori da un momento di appannamento durante il quale faticava ad aver definitivamente ragione del suo avversario menomato.

Purtroppo, nulla di questo probabilmente significherà nuovi e continui successi per i monomani. La complessità biomeccanica dell'esecuzione significa che chi la utilizza dovrà colpire al meglio più a lungo degli avversari. Una strategia il cui successo si fonda sul presupposto dell'essere al massimo della forma (gli sportivi definiscono tale stato “the zone”, traducibile come “trance agonistica”), è dura che sia un piano vincente. (Nella finale in Australia, Wawrinka ha commesso 49 errori gratuiti, contro i 32 dell'avversario).

Federer, recentemente, è passato a una racchetta più larga nel tentativo di ottenere solidità. Non sorprende, quindi, che la maggior parte degli allenatori continuino a puntare sul sicuro. Con i giovani ormai impostati bimani come standard – anche perchè per molti ragazzini è una scelta obbligata dalla scarsa forza fisica – il gruppo di giocatori con il rovescio a una mano rimarrà limitato.
Wawrinka ha dato una gioia effimera a chi apprezza il colpo più bello del tennis, ma un successo non significa un cambiamento della tendenza.

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The Economist, traduzione di lucabaldi

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