17/02/2014 00:49 CEST - ATP ROTTERDAM ATP MEMPHIS

Rotterdam, trionfa Berdych Bis di Nishikori a Memphis

TENNIS ATP - Il ceco interrompe un digiuno che durava da ottobre 2012; il giapponese vince il suo quarto titolo sotto gli occhi di Chang. Daniele Vallotto, Roberto Salerno

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Tomas Berdych a Rotterdam
Tomas Berdych a Rotterdam

ATP 500 ROTTERDAM

[3] T. Berdych b. M. Cilic 6-4 6-2
(1h14m)

Tomáš Berdych torna a vincere un torneo dopo 484 giorni e lo fa vincendo una partita ben giocata contro uno dei tennisti più in forma del momento, Marin Cilic, pure lui tornato al successo la settimana scorsa col titolo di Zagabria. I due si erano affrontati sei volte e una sola volta indoor (a Marsiglia nel 2011). Berdych, che supera Murray in classifica e torna al sesto posto, ha vinto gli ultimi tre titoli su cemento indoor. L’ultimo titolo vinto su una superficie diversa dal cemento è del 2009 (Monaco 2009). È il nono titolo in carriera per lui ed arriva dopo tre sconfitte consecutive in finale.

Parte male, Cilic. Il croato soffre il rovescio lungolinea di Berdych e infatti la prima palla break è per il ceco. Berdych può far poco però contro il servizio al corpo e vede sfumare la prima chance. Non è una partenze eccellente, comunque, per nessuno dei due. Berdych fatica infatti a trovare il timing giusto e nel secondo game commette un paio di errori di troppo che procurano due palle break al suo avversario. Se ne vanno entrambe perché il numero sei del mondo è bravo a sfruttare la prima di servizio. Alla vigilia ci si aspettava un braccio di ferro senza calcoli, invece i primi due game sembrano tracciare la via di una partita molto tattica tra due giocatori che giocano a specchio. Berdych, dopo aver tenuto faticosamente il primo turno di servizio, durato più di dieci minuti, è comunque il primo a brekkare. Lo aiuta un Cilic che sul 30-30 affossa una volée tutt’altro che difficile e poi manda in rete un rovescio più interlocutorio che d’attacco. Il break scioglie Berdych che comincia a tenere più agevolmente il servizio e a cercare con una certa regolarità la rete. Dopo tre game in cui ci sono state cinque le palle break (tre da Berdych e due da Cilic) si arriva senza scossoni sul 5-4 a favore di Berdych. Il ceco serve bene sia con la prima sia con la seconda e chiude il primo set alla seconda occasione.

Il tennista di Medjugorie accusa un calo di tensione e Berdych ne approfitta. Il numero due del tabellone vince uno scambio piuttosto lungo e brekka alla prima opportunità. Marin palesa una difficoltà atletica che conferma i dubbi della vigilia. Il croato ha infatti giocato dieci partite in due settimane: inevitabile che la lucidità non abbia dato il necessario supporto in una partita che richiedeva la massima attenzione. Questa stanchezza è fin troppo evidente nel settimo game: un doppio fallo permette a Berdych di salire 0-30 e nonostante riesca a recuperare il gap commette un altro errore e soprattutto il doppio fallo che in pratica ratifica la fine del match. Poco dopo Berdych non deve far altro che apporre il sigillo su una partita che ha controllato quasi sempre ad eccezione dei primi game dove Cilic ha provato a sparare tutte le cartucce a disposizione. Da domani Tomáš sarà numero sei del mondo (a dieci punti di distacco da Juan Martin del Potro), e farà scivolare al settimo posto Murray, sconfitto due giorni fa proprio da Cilic.

Daniele Vallotto

ATP 250 MEMPHIS

[1WC] K. Nishikori (1) b. I. Karlovic 64 76(0) (1h30m)

C'erano due precedenti tra Ivo Karlovic e Kei Nishikori prima della finale di stasera. E se il secondo match tra i due tutto sommato conta fino ad un certo punto - il giapponese si infortunò sul 54 Karlovic nel primo set - il primo probabilmente brucia ancora sulle spalle dell'intero Giappone tennistico. Oggi infatti erano giusto due anni che Karlovic, praticamente da solo, espugnava Hyogo, nel match di esordio dei figli del sol levante nel World Group di Davis. il gigante triste quella volta si produsse in una performance pazzesca, tre giorni di fila non solo senza mai perdere il servizio ma senza neppure concedere una palla break ai 4 giapponesi che dovette affrontare! Ma 2 anni non sono passati invano, adesso Karlovic è sceso in classifica e Nishikori si presentava come il detentore del titolo e ci teneva a onorare la sua prima volta come testa di serie numero 1 in un torneo ATP.  Così dopo il primo game tenuto a zero dal croato, già nel terzo l'incantesimo finiva. Il suggerimento di Chang di bloccare la risposta soprattutto sulla prima di Karlovic dava immediatamente i suoi frutti, Nishikori si procurava due palle break con un po' di fortuna (un doppio fallo e un risposta steccata che diventava un pallonetto imprendibile...) ma poi la fortuna se la meritava anche, con un gran passante che gli regalava il primo break della partita. Per il croato questo era solo un aspetto, anche se il più grave, della sua partita. L'altro problema era l'impossibilità di giocare sul servizio del giapponese, che teneva senza problemi 3 servizi di fila a zero. Bisognava arrivare all'ottavo game e al 14° punto di fila con il servizio per Nishikori, perché come a volte succede nel tennis, arrivasse il brivido. Kei commetteva un doppio fallo, sparacchiava un dritto e un rovescio fuori dal campo e improvvisamente si trovava a dover fronteggiare una palla break. Riusciva ad annullarla con uno smash ma ne concedeva subito un'altra che stavolta Karlovic avrebbe potuto sfruttare un po' meglio, invece di affondare in rete il dritto sul secondo servizio del giapponese. Il primo set praticamente si chiudeva qui, anche se Karlovic riusciva ad arrivare ancora a 40 sul servizio del giapponese.

Il secondo si apriva male per il croato che si trovava subito a fronteggiare due palle break che riusciva a salvare un po' con l'aiuto del giapponese e molto con i suoi due aces. Ma il peggio arrivava al terzo game, con il giapponese che andava di nuovo 15-40, riusciva a procurarsi altre tre palle break, ma veniva regolarmente seppellito da ace e servizi vincenti. Il match si placava, i due giocatori mantenevano il servizio senza più problemi e approdavano al tiebreak. Ma invece di regalare altre emozioni Karlovic si incartava, perdeva improvvisamente il servizio e il giapponese chiudeva adidrittura a 0. Vendetta è fatta? Mah, diciamo che in attesa di vincere uno slam, come pronosticato da Hewitt, Nishikori ha mostrato che a Memphis è davvero forte.  Per la Croazia una domenica da dimenticare, ma se noi festeggiamo, giustamente, Fognini, allora vuol dire che loro hanno di che consolarsi.  

Roberto Salerno

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