17/02/2014 09:47 CEST - Rassegna Nazionale

Mezzo Fognini cede a Ferrer (Martucci), Fognini cede a Ferrer ma intravede i Top 10 (Mancuso), Fognini si arrende soltanto a Ferrer (Nizegorodcew)

17.02.2014

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Rubrica a cura di Daniele Flavi

Mezzo Fognini cede a Ferrer

Vincenzo Martucci, la gazzetta dello sport del 17.02.2014

Fabio Fognini s'arena per la settima volta in sette sfide contro David Ferrer, stavolta nella finale di Buenos Aires (Arg, 416.000E, terra) dov'arrivava con la fiducia a mille dopo l'impresa di coppa Davis a Mar del Plata, il torneo vinto la settimana scorsa a Vina del Mar e la prodigiosa rimonta di semifinale di sabato contro Tommy Robredo, da 3-6 3-5. Peraltro, il 26enne ligure. imbattuto da 10 match, ha giocato la quinta finale consecutiva sulla superficie preferita, dopo i successi di Stoccarda ed Amburgo, e la finale di Umago 2013. e i due tornei giocati quest'anno in Sud America. Cui farà seguito, già da oggi, il neo «combined event» di Rio de Janeiro (Bra, 955.000 E), dove rientra il numero 1 del mondo, Nadal, mentre Errani e Vinci giocano sul cemento di Dubai (Eau, 1.500.000E) dove torna alle gare Serena Williams. Varietà Fognini non è mai scomparso dal campo contro un avversario di qualità come Ferrer, peraltro abbonato al torneo argentino che aveva già vinto nelle ultime due edizioni e che un anno fa, sullo stesso campo, l'aveva dominato. Con gli adduttori in fiamme, dopo le fatiche di queste ultime tre settimane, il numero 14 del mondo ha anche reagito allo 0-3 iniziale, pareggiando 3-3 e tenendo botta con la sua varietà alla veemente regolarità da fondo dello spagnolo, fino al 4-5, quand'ha consegnato il set al numero 5 della classifica (da oggi 4) con un brutto game di servizio. Poi però è diventato sempre più statico, ha salvato con un ace la palla break sul 2-3, ma è capitolato sul 3-4 smanacciando quattro rovesci. Peccato, ma i suoi progressi meritano fiducia, come la scalata in classifica: oggi è ad appena 60 punticini dal 13 del mondo, Isner.

Fognini cede a Ferrer ma intravede i Top 10

Angelo Mancuso, il messaggero del 17.02.2014

Tre settimane senza respiro: Fabio Fognini ha pagato la stanchezza e ha fallito l'appuntamento con il quarto titolo Atp in carriera. Da Mar del Plata, dove aveva trascinato l'Italia al successo in Davis, a Vina del Mar in Cile, dove 8 giorni fa aveva vinto il torneo, fino a Buenos Aires, dove ha ceduto in finale (la settima nel circuito maggiore) a David Ferrer, da oggi n.4 del mondo: 6-4 6-3. Per battere lo spagnolo, contro il quale in passato aveva perso sei volte su sei, ci sarebbe voluto il miglior Fognini. Difficile dopo un tour de force come quello affrontato dall'azzurro. In semifinale Fabio si era trovato a due punti dalla sconfitta contro Robredo, ma era riuscito a venirne fuori. Ben più tosto Ferrer. L'avvio del valenciano è stato fulmineo: 3-0. Fabio è stato bravo a non uscire dal match: contro break e 3-3. Poi il nuovo break di Ferrer sul 5-4 e primo set che è volato via. Spagnolo molto aggressivo anche nella seconda partita, con l'azzurro che ha provato a reagire: da applausi un passante di rovescio giocato praticamente dai tabelloni di fondo campo nel primo game. Il break decisivo è arrivato all'ottavo gioco su due errori di rovescio di Fabio. Lo spagnolo ha servito e ha chiuso 6-3. Fognini con i punti della finale a Buenos Aires (150) resta in quattordicesima posizione Atp (è il suo best ranking). I numeri sulla terra battuta sono da top ten: ha vinto 23 delle ultime 25 partite. Mai prima il ligure aveva iniziato la stagione così bene: oltre alla striscia di 10 vittorie su 11 sul rosso, lo scorso gennaio ha raggiunto gli ottavi agli Australian Open, segno che ora Fabio dice la sua anche sul veloce. Questa settimana gioca sulla terra in Brasile. Poi lo attendono due Masters 1000 sul cemento americano: Indian Wells e Miami. Tornei da punti pesanti: dovesse far bene l'ingresso nella top ten potrebbe diventare realtà.

Fognini si arrende soltanto a Ferrer

Alessandro Nizegorodcew, il tempo del 17.02.2014

Non è arrivato il bis, ma la strada verso la top10 è quella giusta. Fabio Fognini non è riuscito nell'impresa di superare David Ferrer nella finale del torneo Atp di Buenos Aires, arrendendosi 6-4 6-3 al numero 5 del mondo in un'ora e quindici minuti. Il ligure è parso meno reattivo del solito e i tanti errori gratuiti con il rovescio ne sono la dimostrazione. Torneo comunque molto positivo per Fognini, che da oggi sarà impegnato nel nuovissimo Atp 500 di Rio de Janeiro. L'azzurro ha vinto 24 delle ultime 26 partite disputate su terra battuta (vittorie a Stoccarda, Amburgo, Vina del Mar, finali raggiunte a Umago e BuenosAires), dimostrando di valere un posto tra i primi 5 al mondo sul «rosso». Un salto di qualità che sembra essere arrivato dal punto di vista tecnico, tattico, fisico e mentale. «Secondo me Fabio giocava e gioca tuttora un tennis da primi 10 al mondo - racconta il siciliano Gianluca Naso, numero 269 Atp, cresciuto al fianco di Fognini ad Arma di Taggia - Bisognerà capire per quanto riuscirà a manetenere questo stato straordinario di forma. La sua crescita è dovuta in gran parte a coach Josè Perlas, l'unico che è riuscito a dare realmente serenità a Fabio». Dello stesso avviso Fabrizio Fanucci, allenatore di Filippo Volandri e Potito Starace, che ha rilevato come «grande merito va dato a Perlas, che ha dato ordine, in ogni senso, a Fognini. Tecnicamente era già forte, ma ora ha un livello di concentrazione e consapevolezza importante. La top 10? Deve tenere duro nei tornei Masters 1000. In quelle circostanze dovrà dimostrare la sua crescita». «La domanda non è se riuscirà a entrare nella top 10 - osserva Leonardo Caperchi, primo vero coach di Fognini - ma quando riuscirà a farlo. solo questione di tempo». La distanza dal decimo posto, occupata da Jo-Wilfred Tsonga, è di 625 punti. Ma la scalata dovrà essere affrontata settimana per settimana, un passo dopo l'altro. Il prossimo obiettivo sarà John Inser, distante meno di 100 punti. «Non vorrei esprimermi sulle ragioni dell'esplosione di Fognini - spiega l'ex davisman Renzo Furlan, numero 19 Atp nel 1996 - perché non sono così vicino al suo team per permettermi di giudicare. La top 10 è un obiettivo alla portata, questo è certo». Buone notizie dal torneo Challenger di Bergamo. A prevalere è stato Simone Bolelli, al rientro in singolare dopo sette mesi di assenza. L'azzurro ha superato in finale il tedesco Jan-Lennard Struf con il punteggio di 7-66-4, lanciando la propria rincorsa ai top 100.

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