09/03/2014 13:37 CEST - Indian Wells 2014- Interviste

Federer: "Non mi sento vecchio..."

TENNIS INDIAN WELLS INTERVISTE - R. Federer b P.H Mathieu 6-2 7-6(4), Incontro di 2° turno.

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Roger Federer
Roger Federer

Q: Ovviamente, sei molto popolare e lo sei da molto tempo. Ti accorgi quando il pubblico comincia a incitarti nei momenti importanti e cominciano a fare rumore?

A: Sì, si sente l’importanza del punteggio, anche se non so mai se tifano per me perché sono popolare oppure se è dovuto al singolo momento, oppure se vogliono vedere un terzo set o se vogliono solo vedere del buon tennis. Quindi in quel momento cerchi non analizzare troppo la situazione, cerchi di trarre il meglio dal supporto che ricevi, perché il tifo può renderti sia estremamente nervoso o può davvero spingerti a giocare del grande tennis. E’ in questi momenti che devo usare la mia esperienza in modo che abbia un effetto positivo, ma mi piace davvero essere popolare, questo è sicuro.

Q: C’è mai stato un match dove la gente ha tifato contro di te?

A: Sì molte volte (sorride). Ma non necessariamente contro di me ma a favore del mio avversario o della “nazione” contro cui stai giocando…

Q: Un paio di giorni fa hai detto che se non potrai giocare per il N.1, giocherai per vincere i singoli tornei: ora ti senti bene e sei in salute; non ti senti mai “vecchio”? E’ perche ti guardi intorno e ci sono dei ragazzini di 18 anni contro di te oppure è proprio il tuo corpo che non è quello di cinque anni fa?

A: Sebbene abbia avuto relativamente fortuna in termine di infortuni, comunque ho sempre avuto qualche problemino o qualche dolorino che fa parte dell’essere un tennista professionista. Non è che io abbia giocato totalmente senza dolore fino all’anno scorso, quindi questa idea è anche un’illusione. Da quel punto di vista non mi sento neanche vecchio perché ci sono molti ragazzi della mia età che stanno ancora giocando. Mi rendo conto che molti ragazzi che giocavano con me quando ero Junior, stanno ancora giocando e allo stesso tempo non ci sono molti diciottenni che giocano contro di me in questo momento. Quelli più giovani al momento hanno 21, 22 anni. Quindi no, non mi sento come se ci stessero cacciando fuori. Siamo noi che ce ne stiamo andando secondo i nostri termini il che è bello per noi in ogni caso.

Q: Perché secondo te ci sono molti più giocatori che giocano ad alto livello dopo i 30 anni, ora rispetto al passato?

A: Penso che abbia a che fare con la qualità della vita nel Tour. Perché ad esempio so che Stefan (Edberg) mi ha detto che avrebbe potuto giocare facilmente per altri 5 anni se avesse voluto, ma decise di non farlo. Non so perché, se fosse stata una decisione per motivi familiari oppure perché semplicemente ha detto: OK, ho fatto quel che dovevo fare, sono a posto così”. Oggi è diverso perché i giocatori stanno pensando a quanto sia piacevole la vita sul tour e non importa quanto tempo mi resti che sia un anno o 6 anni ma voglio prendermela in modo più rilassato e godermela un po’ di più. E poi magari ci si rende conto che con una mentalità più rilassato, si può ugualmente avere successo, magari un po’ di meno, ma comunque essere ancora bravi. Qualche volta magari anche di più. Quindi credo sia molto interessante in quest’epoca vedere che i giocatori più vecchi non vengono mandati “in pensione”. Per me questo è fantastico perché molti di loro li conosco da un sacco di tempo…

Q: Una domanda a proposito di Stan: state giocando in doppio, passate molto più del solito insieme. E’ venuto a chiederti come gestire le aspettative? E nel caso, cosa gli hai detto?

A: Non proprio. Dal mio punto di vista il suo vantaggio è che non ha più 18 anni. E’ sul tour da tempo ormai e sa benissimo che il successo è solo un extra mega bonus per lui. Ora si tratta di tornare ad allenarsi, godersi il momento magico che sta vivendo ma gestendolo in modo che non lo lasci svuoto. Forse può fare cose che prima non poteva fare, incontrare persone, andare agli eventi, chi lo sa? Ha sempre pensato che sarebbe stato figo. Poi magari ne farà tre e dirà “ok, ora può bastare”.

Penso che per lui debba essere veramente piacevole essere riconosciuto di più non solo come un giramondo che gioca bene a tennis, ma come uno che fa divertire il pubblico, un idolo per alcuni, un giocatore preferito. La gente ammira il suo rovescio più che mai ora, giusto per fare un esempio. Penso che sia molto bello per lui. Penso che abbia smesso 3 o 4 anni fa di chiedermi di tutto, di come gestire la sua vita, il suo dritto, il suo rovescio, le palle break e tutto il resto. E io a un certo punto l’ho lasciato andare, perché doveva crescere da solo e rendersi conto di essere il giocatore che lui può essere.

Magari oggi gli chiedo io consigli riguardo a un avversario e lui fa lo stesso qualche volta. Quindi c’è una buona dinamica e sono contento che sia in una situazione così positiva, spero che possa continuare ad avere successo e a giocare bene nei prossimi anni.

Traduzione di Luca De Gaspari

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