12/03/2014 11:24 CEST - INDIAN WELLS INTERVISTE

Indian Wells, Interviste: "Volevo smettere qui l'anno scorso", Flavia Pennetta

TENNIS WTA PREMIER INDIAN WELLS – Incontro di ottavi di finale: F. Pennetta b. C. Giorgi   6-2, 6-1

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Flavia Pennetta
Flavia Pennetta

D. Giochi molto bene in questi grandi eventi. E questo è un grande evento. Qui giochi sempre bene. US Open, Australian Open.
R. Doha. No, Dubai. Doha, no. Quello era il primo turno.

D. Il quarto turno a Wimbledon. No, ma tu riesci a raggiungere dei picchi nei momenti giusti. È qualcosa che hai imparato con l’esperienza?
R. No, è solo successo. Voglio dire, io cerco sempre di fare del mio meglio nelle grandi occasioni, così come in quelle minori. Non c’è alcuna differenza per me. Cerco solo di giocare il mio tennis. Ho lavorato duro e tutto ciò è venuto fuori negli ultimi sette, otto mesi, quindi sono molto felice.

D. Fisicamente senti di essere tornata come prima dell’infortunio?
R. Si.

D. Non hai più dolore?
R. Si. A volte il polso mi fa male, ma è qualcosa che rimarrà per sempre quindi mi ci devo abituare e a volte, cercare dei momenti per recuperare. Quindi non posso subito giocare tanti tornei. Devo fermarmi un po’ fra uno e l’altro. Ovviamente viaggio con il mio fisioterapista. Prima non viaggiavo con lui tutto l’anno, ma adesso ho iniziato a viaggiare con Massimo. Si chiama Massimo Tosella e lavoro con lui da sette anni. Quest’anno abbiamo deciso di lavorare full time perché ne ho bisogno.

D. Credi che Wimbledon, US Open, l’Australian Open, adesso anche qui, che i tornei in cui hai un giorno di riposo ti aiutano nel recupero?
R. Credo sia meglio per me. Avrei più tempo per recuperare. Ma ho giocato bene anche a Dubai dove ho giocato tanto, in sette giorni ho giocato nove partite fra singolare e doppio, quindi sono in grado anche di giocare ogni giorno, anche due match al giorno.

D. Qual è il tuo prossimo obiettivo?
R. Migliorare il mio tennis. Voglio migliorare come tennista. Penso che se cerchi di fare meglio e migliorare il tuo gioco, il servizio, il dritto e anche la risposta, penso che i risultati inizieranno ad arrivare. Ma ovviamente non voglio diventare la numero 1 o qualcosa del genere. Non al momento.

D. Cosa pensi di Camila, del suo gioco e di lei fuori dal campo? Sembra molto indipendente , per l’establishment italiano.
R. Beh, lei è giovane rispetto a noi, quindi è normale che non la conosciamo molto bene, perché non passiamo molto tempo insieme. Ma penso che in futuro farà parte della squadra di Fed Cup, e avremo modo di conoscere meglio Camila anche come persona e non solo come tennista. Al momento posso dire che è molto carina e che è piacevole quando ci vediamo.

D. Che ne pensi del suo gioco?
R. Il suo tennis è completamente imprevedibile. Voglio dire, non sai mai cosa farà. Credo che sia da una parte una cosa buona, dall’altra non molto. Credo debba trovare un equilibrio fra queste due Camila (ride).

D. Se dovessi allenarla, su cosa la faresti lavorare?
R. Credo dovreste chiedere a lei cosa pensa del suo tennis e cosa intende fare. Lei è molto potente. Ha un ottimo dritto e un buon rovescio. Serve molto meglio, credo. Ma fisicamente è molto forte. Ha tutto. Ha un ottimo potenziale, davvero buono.

D. Com’è cambiata l’energia del tennis italiano da quando eri più giovane ad ora? Perché con Fabio fra gli uomini e il tuo ritorno…
R. Adesso è tutto perfetto per l’Italia. Abbiamo molti giocatori sia fra gli uomini che fra le donne. Abbiamo ottimi risultati quasi ogni settimana. È davvero un buon momento per l’Italia. Il tennis femminile italiano è costante da un po’ di tempo. Gli uomini stanno iniziando adesso con Fabio, perché lui è un po’ pazzo, ma gioca in modo incredibile. Gli italiano possono divertirsi molto con noi.

D. Sei molto amica di Fabio fuori?
R. Si.

D. Credi che non venga capito, o la sua follia è corretta?
R. Credo che a volte in campo sembra ciò che non è. Lui è completamente diverso. Ma in campo, quando ci sono così tante cose, a volte non riesce a controllarle tutte bene. Sai a volte, la gente pensa, cammina in questo modo, ma lui è (chiede la traduzione)… come si dice in inglese?

D. Timido, introverso.
R. Si.

D. E’ introverso. Davvero?
R. Si.

D. Non lo pensi davvero.
R. E’ proprio questo il punto. È questo il punto.

D. Sei nel circuito da molto tempo, più di 11 anni fra le top 100. Quale credi sia la chiave per trovare una costanza del genere o per essere a buon livello per così tanto tempo?
R. Beh, quando ho cominciato, tutto era nuovo, e quando sei giovane, vuoi solo vincere, vincere e vincere, e perdi il punto del gioco e tutto il resto. Quando passano gli anni, capisci cosa devi fare bene, realizzi che ci sono delle cose importanti. Per me, è davvero importante la mia squadra,a vere una buona squadra. Ho un buon allenatore dentro e fuori dal campo. Passiamo molto tempo insieme fuori, e quindi è importante avere attorno delle brave persone, che ti dicano cosa sia giusto, cosa sia sbagliato. A volte non abbiamo questo tipo di persone. Cerchiamo di avere queste persone intorno, che ci dicono, va bene. Andrà tutto bene. Per me è una cosa importante. Questo gruppo è con me da quasi due anni ormai, ma prima ho lavorato con Gabriel Urpi per sette anni ed era lo stesso. E c’è la mia famiglia dietro. Loro sono sempre felici per me, ma sono anche—mia mamma, lei è davvero forte (ride).
D. Anche il tempo che hai impiegato a prenderti cura del tuo corpo, a mantenere quel livello, è molto lungo.
R. Si. Ovviamente quando giochi da tanti anni puoi subire degli infortuni e poi torni e hai un altro infortunio e cerchi di tornare di nuovo. Non è facile ricominciare ogni volta, perché è come se ripartissi da zero dopo essere stata ferma per 2 o 7 mesi, non importa quanto. Ma credo che se lavori tutto si risolve.

D. Dove hai trovato la motivazione per tornare?
R. Non lo so. Beh, l’anno scorso proprio qui, pensavo di fermarmi, ed è stata molto dura fino a Wimbledon. Ho avuto un anno brutto. Ho cercato di trovare le motivazioni, di allenarmi e tutto il resto, e ci sono riuscita. Dopo Wimbledon ho iniziato a sentirmi meglio, e da lì poi è arrivato tutto il resto. Credo fosse perché prima stavo lavorando. Non mi sono fermata. Quando tutto sembra andare male, pensi, Ok, non voglio allenarmi; non voglio fare questo o quello. Ma se continui a farlo, c’è un momento in cui, non so perché, succede.

D. Di ritornare?
R. Si, di ritornare.

D. Quanto eri vicina a ritirarti?
R. Molto vicina.

D. Vicina come, prendo il telefono e dico, ho finito o…
R. A Wimbledon pensavo, gioco fino a New York, e poi vediamo il ranking. Se non sono in una buona posizione…

D. Per esempio la top 100?
R. Si.

Traduzione di Chiara Bracco

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