12/03/2014 17:19 CEST - Lavagna tattica

(S)punti tecnici: Masters 1000 Indian Wells, terzo turno

TENNIS LAVAGNA TATTICA - Terza puntata della rubrica sugli spunti tecnici incentrata sul torneo di Indian Wells. Analiziamo la velocità (di braccio) di Dolgopolov e il dritto di Gulbis. lucabaldi

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Alexandr Dolgopolov
Alexandr Dolgopolov

La velocità (di braccio) di Alexandr
Prendere a pallate un tipo come Rafael Nadal è un'impresa alla portata di pochi. Lo spagnolo, pressochè imbattibile – top-player al loro meglio a parte – nel confronto in pressione da fondocampo, può essere messo in difficoltà in due modi: assalto all'arma bianca (ovvero discese a rete appena possibile, vedi Stepanek), ma il rischio è quello di venire seppelliti di passanti, oppure variazioni di ritmo condite da frequenti, e soprattutto definitive, accelerazioni a tutto braccio.
Nel secondo caso, che è stata la scelta tattico-strategica praticamente obbligata per l'ucraino Alexandr Dolgopolov, il rischio ovviamente è quello di non riuscire a ottenere percentuali accettabili, incorrendo in troppi errori gratuiti.
Anche perchè, quando di là hai Nadal, “accelerazione definitiva” significa “catenata in anticipo a 150 kmh negli ultimi 10 centimetri di campo”, altrimenti la palla ti torna in faccia come nulla fosse, il rischio lo hai preso inutilmente, e lo scambio ricomincia da zero.

Il colpo con cui Alexandr ha portato a termine la sua “mission impossible”, buon servizio a parte, è il suo personalissimo dritto, esecuzione davvero particolare e sorprendentemente duttile.
Nelle fasi di palleggio in pressione, infatti, Dolgopolov – dopo un backswing di caricamento abbastanza standard, presa western accentuata ma non estrema – lascia andare il follow-through in verticale-laterale, praticamente un “reverse forehand” quasi identico e speculare a quello celebre/famigerato che utilizza proprio Rafa.

Ne risulta una frustata notevolissima, che imprime grande top-spin alla palla, e consente ad Alexandr di trovare angoli molto estremi e traiettorie a rientrare davvero notevoli. Ma non è finita qui: una volta messo in difficoltà l'avversario, ed ottenuta una palla appena meno profonda oppure meno carica e veloce da attaccare, l'ucraino senza minimamente modificare la preparazione sviluppa il movimento a colpire non più spazzolando verso l'alto, ma entrando sulla palla con la testa della racchetta che si mantiene parallela fino all'ultimo, e sviluppando un windshield-wiper estremamente avanzato, e più basso come finale di almeno un metro rispetto al dritto precedente.

Cioè, con la stessa disinvoltura e la stessa identica preparazione, Dolgopolov può sbracciare il drittone finendo con la racchetta in alto oltre-dietro la testa, così come avanti-laterale e tanto in basso da concludere sul fianco opposto. Per l'avversario, una situazione micidiale: finchè non vedi partire la palla, non hai il minimo indizio a livello di anticipazione motoria che ti possa far intuire se in arrivo c'è un toppone a 4000 giri al minuto, oppure una fucilata quasi piatta.

Alexandr riesce in queste efficacissime esecuzioni grazie all'incredibile capacità di accelerare il braccio nella seconda parte del movimento a colpire, mantenendone il controllo anche nel momento in cui varia il finale del colpo. Ottenere buone percentuali di realizzazione tirando e mischiando le traiettorie del dritto in questo modo è decisamente complicato, e infatti l'ucraino non è certo noto per essere un mostro di continuità. Ma quando azzecca la giornata, son dolori per tutti.

Il dritto di Ernests
Un altro dritto che vale la pena di esaminare è quello del lettone Ernsts Gulbis, vincitore di un match equilibratissimo contro Grigor Dimitrov. Le qualità principali di Gulbis, ovvero un grandissimo servizio e un ottimo rovescio bimane con il quale riesce ad anticipare diagonali stretti così come ottenere ficcanti soluzioni lungolinea, specie in avanzamento, sono piuttosto evidenti.

Un colpo che a mio parere, invece, viene spesso sottovalutato quando non addirittura un po' deriso, è il suo dritto. Qualche anno fa Gulbis, alla ricerca di maggiore continuità, ha modificato lievemente il movimento di preparazione: ma attenzione, quello che è cambiato è la fase di ricerca della palla con l'arto non dominante, il modo in cui punta la palla con il braccio sinistro insomma, ma non certo il backswing o il movimento a colpire. Ernests ha sempre portato dietro la racchetta, impugnando western molto estremo, distendendo un po' troppo il braccio con il risultato di avere la testa della racchetta molto distante dal baricentro ed eccessivamente puntata verso il basso.

La soluzione, per evitare di tenere poi l'attrezzo troppo basso in fase di movimento a colpire, entrando così sulla palla molto da sotto e togliendosi la possibilità di anticipare efficacemente il colpi all'altezza delle spalle, è stato un espediente coordinativo a livello oculo-motorio che facilita il corretto sviluppo verso l'alto-avanti dello swing e del finale: tenere la mano sinistra molto più alta del normale puntandola verso la palla in avvicinamento, ottenendo così una proiezione più istintiva e naturale del braccio-racchetta verso l'alto-avanti, grazie al punto di riferimento più elevato.

La postura in fase di preparazione risulta certamente piuttosto goffa e non certo fluida o elegante, ma in questo modo Gulbis ottiene dal suo dritto esattamente quello che gli serve, cioè solidità accettabile e possibilità di generare pressione quando è possibile. Ieri notte, contro Dimitrov, negli ultimi tre game della partita, su punti assolutamente importantissimi, Ernests ha trovato i vincenti decisivi (due cross stretti, e un lungolinea chiusi netti, con Grigor a metri dalla palla) proprio con il suo tanto bistrattato dritto. Brutto ma buono.

One-Handed Backhand appreciation corner  
Brutto momento per i Guerrieri della Luce.
Perdiamo Richard, Tommy, Grigor e purtroppo la Nuova Speranza della presa eastern a una mano: il giovane Dominic “Dominator” Thiem ha pagato l'inesperienza, e l'insufficiente addestramento, soccombendo ai malefici bimani dell'astuto Benneteau.

La grande consolazione è che i Grandi Jedi Svizzeri Stan e Roger sembrano decisamente in forma, così come Tommy Haas (che purtroppo se la dovrà vedere con Fed) e il sorprendente Soldatino Iberico Feliciano, che zitto zitto è arrivato agli ottavi di finale dove potrà vendicare Dominic affrontandone il carnefice.
Coraggio, “Deliciano”: sappiamo tutti che la tua rasoiata in slice di rovescio può fare tanto ma tanto male ai barbari bimani, fanne buon uso.

Indice della rubrica

(S)punti tecnici: Masters 1000 Indian Wells, primo turno

(S)punti tecnici: Masters 1000 Indian Wells, secondo turno

lucabaldi

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