24/03/2014 11:06 CEST - Miami 2014: le interviste

Federer:"Non credo sia possibile un gran torneo in Sud America"

ATP MIAMI SONY OPEN – Incontro di terzo turno. Chiara Bracco

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Roger Federer
Roger Federer

Nei tuoi primi due match, credo che tu abbia vinto il 90% dei punti sulla prima e sulla seconda di servizio. Credi che questo sia da attribuire alla nuova racchetta?
Si, credo che sicuramente sia dovuto a questo. Credo che mi permette di avere potenza in modo più semplice, soprattutto sulla prima di servizio. Se continuerò così, credo che troverò un buon feeling sulla palla, su quanto spin io possa riuscire ad imprimere restando però preciso e riuscendo a mettere la palla sulla linea. Perché è una cosa su cui ho fatto degli errori lo scorso anno e anche prima. Il fatto è che ho dovuto aumentare il passo ed essere più preciso. Adesso sto facendo un buon lavoro. Ma, di nuovo, il fatto non è se dall’altra parte c’è Andre Agassi o Djokovic. È solo che per me è importante riuscire a tenermi al passo e ricordare cosa è importante per me. Ma devo fare uno sforzo costante. Quindi non è solo il servizio. Sai, le persone pensano, Oh, vince tutti questi punti con la prima e la seconda. Ma dopo ci sono gli scambi. Non si ferma tutto dopo che hai servito. Quindi è importante sostenersi con il servizio. Credo che questo è quello che sto facendo bene al momento.


La racchetta è ormai un prodotto finito o ci state lavorando ancora?
Beh, potrebbe essere un prodotto finito, ma voglio ancora testa un paio di cose nelle prossime settimane. Credo nel prossimo mese. Quindi saprò poi in maniera definitiva se il lavoro è concluso o no.


Abbiamo sul nostro sito molti fan latino americani che sono tifosi di calcio, quindi ci chiediamo qual è il tuo pensiero sul girone della Svizzera al mondiale. Sei un gran tifoso di calcio, il Basilea, il Real Madrid. Cosa pensi della Coppa del Mondo?
Beh, loro sono i primi ad essere felici per la qualificazione al mondiale. È sempre una bella cosa per la nostra nazione partecipare ad un mondiale. E proprio perché è difficile prevedere quello che può succedere, questo ti dà l’opportunità di una svolta nel girone e di andare più avanti. Credo sia un girone fattibile. Anche se ovviamente non credo che nessuno sottovaluti le altre squadre. Ma sento che tutti possano battere tutti, quindi sarà un girone interessante da seguire. Abbiamo un grande allenatore che conosco personalmente, e conosco alcuni giocatori. Sembra che abbiamo un gruppo giovane e dinamico ma con qualche giocatore chiave d’esperienza di cui si ha sempre bisogno durante un Mondiale, e spero che questo mix possa essere di successo.


Negli ultimi giorni, Rafa, Novak e Serena hanno detto che gli piacerebbe giocare un grande torneo in America Latina, un Masters. È arrivato il momento di andare lì? Sei d’accordo con loro?
Beh non so cosa succederà. Al momento abbiamo questi tornei, e Miami non si sposterà in America Latina, né Indian Wells. Si trovano in ottimi posti. Ma sicuramente penso che sarebbe bello avere un torneo lì, anche se ad essere onesti non credo sia fattibile. L’unica cosa che potrebbero fare eventualmente è spostare le World Tour Finals, ma questo solo fra qualche anno. Al momento a Londra va bene nella O2 Arena. E poi lì ci sono i tornei di Rio, Sao Paolo, Buenos Aires, Bogota, e così via, e penso che vadano bene. Credo che molti giocatori vadano li per le esibizioni, dato che non ci sono 1000, o Slam o le World Tour Finals, come ho fatto io un anno e mezzo fa.


I fan di Miami ti amano molto. Come ti fa sentire?
Beh, è bello venire qui negli anni, così che possano associare un volto al nome. Non sono un nuovo giocatore di cui non hanno mai sentito parlare. E questo aiuta, perché in passato, quando ero più giovane, mi hanno scambiato per altri giocatori. Questo non succede più. È bello che apprezzino così tanto il tennis qui, e apprezzo molto il supporto del pubblico. Non so quanti effettivamente vengono per vedere me, o per l’evento in sé, per portare i bambini, o per vedere gli allenamenti di altri giocatori. È più di un torneo di tennis. Sono contento che a molti, soprattutto ai latino americani, piaccia così tanto Miami.


Hai parlato in maniera positiva della racchetta. C’è qualcosa che puoi ancora definire in termini di gioco? È qualcosa che stai cercando adesso o qualcosa a cui guarderai in futuro?
Beh, credo di essere arrivato ad una conclusione già a metà dell’anno scorso, che è stato molto importante per sentirmi meglio, per potermi allenare duramente, in modo che potessi giocare molte partite, molte settimane, e adesso posso anche giocare e riposare, giocare e riposare. È per questo che adesso posso lavorare bene, perché il corpo riesce a gestire questi cambiamenti. Il cambio di racchetta è stato interessante. Sono contento che abbia funzionato, perché mi sento bene adesso, con il braccio, con le stecche.  Da questo punto di vista credo abbia aiutato molto. Ma come ho detto, adesso posso giocare bene. Ne sono consapevole. Ho provato in passato. Il fatto che l’anno scorso a causa dell’infortunio io abbia avuto alcune delusioni non vuol dire che abbia dimenticato come si gioca. È importante ricordarlo. Se non vivi nel passato puoi creare il tuo futuro, e per questo devo continuare a crederci. Adesso è tornata la fiducia e tutto è più semplice. È stata dura venirne fuori.

Parlando di come hai visto Andy Murray in questi mesi. È alla dura ricerca di risultati. Da quando ha vinto Wimbledon, credi che nel vincere un titolo ci sia qualcosa di difficile per lui, come trovare la motivazione o la forma per tornare ad andare bene?
No. Intendi quest’anno?
 

Si, quest’anno e anche la seconda parte della scorsa stagione?
Non credo pensi a Wimbledon ogni singolo giorno. Credo pensi più a tornare in forma dopo l’operazione e assicurarsi di tornare al suo livello. E’ un bene sapere che ha già vinto Wimbledon, le Olimpiadi e gli US Open. Sai di esserci già riuscito. Non sta rincorrendo questo. Non gli si deve chiedere più di vincere questi tornei. Ok forse qualcuno glielo chiede. Ma quando giochi bene, queste sono stupidaggini. Ma non è più la fetta grossa della torta che doveva conquistare prima. Penso che adesso si stia concentrando sul restare sano e senza infortuni e sta aspettando quel momento per lanciarsi e tornerà a vincere di nuovo un torneo. Sono contento di vedere che adesso sta giocando molto, molti tornei. Non l’ho visto molto a Indian Wells né qui a Miami, ma ho giocato con lui in Australia. Sembra ancora un po’ stanco come se avesse saltato qualche allenamento. Credo sia importante per lui andare avanti e trovare del tempo per lavorare quando non giochiamo.


Vedi Dubai come un punto di svolta per te, dove tutto è tornato a girare per il verso giusto, come la salute, la racchetta che funzionava e sembravi più in fiducia, e poi ovviamente lì hai vinto?
È stato più come un processo. Non sarebbe corretto dire che Dubai è stata la svolta, perché ho avuto bisogno anche di Basilea, Parigi, Londra, per capire che potevo giocare in tre set sotto delle circostanze difficili. C’era freddo. E non fa bene al fisico. Si, so che giochiamo indoor però sai com’è. Non è facile svegliarsi in Europa con il freddo, rispetto a qui quando c’è caldo. Quindi per me quello è stato un periodo importante. Poi il grande passo successivo è stata la offseason, quando ho ripreso ad allenarmi, sono riuscito ad allenarmi duramente per l’intero mese, è stato un fattore chiave, sapere che dal punto di vista fisico potevo gestire tutto. Potevo saltare, correre, e questo per me è stato fondamentale. E poi l’intero percorso agli Australian Open mi ha dato molta fiducia e arrivavano le partite in cinque set, al meglio dei cinque set. E poi mi ha dato la possibilità di capire che la racchetta funzionava, il mio corpo resisteva, mentalmente stavo migliorando. A Dubai, credo che quando le cose – insomma è stato facile. Ho giocato un buon tennis e i risultati sono arrivati, ma solo da quello che avevo costruito nei mesi precedenti.
 

Guardiamo avanti alla sfida con Gasquet al prossimo turno.
Beh, abbiamo giocato molto spesso in passato, ma non sono certo di come stia giocando adesso. Non lo so. Devo vedere. Non sono a conoscenza dei suoi risultati. Ha gran bel gioco. Si da sempre una seconda possibilità sui colpi, sia di dritto che di rovescio. Ho giocato con lui recentemente a Londra, alle World Tour Finals, era il secondo match del gruppo forse. Ho giocato un buon match, ma sai lui è bravo. Può servire bene. Ha un buon gioco a rete. Ha degli ottimi colpi. Quindi in generale è un buon giocatore e credo che qui in passato abbia fatto bene. Il vento e le condizioni lente possono funzionare per lui. Credo sarà un match duro.

Chiara Bracco

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