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Andrei Pavel saluta il tennis

Dopo la sconfitta contro Cuevas a Bucarest, a 35 anni il romeno appende la racchetta al chiodo. E’ stato n°13 del mondo e nel 2002 fece scalpore quando lasciò il Roland Garros per essere presente alla nascita del secondogenito. Alberto Giorni

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Alla fine del match perso contro Pablo Cuevas, il campo centrale di Bucarest gli ha tributato una standing ovation da pelle d’oca. Nel torneo di casa, Andrei Pavel aveva appena concluso l’ultima partita della carriera e serberà quell’infinito applauso tra i ricordi più belli. “Chiudo senza alcun rimpianto, sono orgoglioso di ciò che ho fatto”, ha detto il trentacinquenne di Costanza, il miglior tennista romeno dagli anni ruggenti di Ilie Nastase e Ion Tiriac. Trasferitosi in Germania a sedici anni, il talentuoso Pavel è sbocciato nel 1992, quando nel circuito juniores vinse il Roland Garros battendo in finale il nostro Mosè Navarra e arrivando in semifinale a Wimbledon. L’elegante rovescio a una mano lo faceva sembrare un predestinato, in realtà Andrei è esploso un po’ tardi e non è riuscito a diventare un campione. Comunque nel corso della carriera si è tolto diverse soddisfazioni, conquistando tre titoli Atp in singolare e sei in doppio, raggiungendo nell’ottobre 2004 il n°13 della classifica mondiale.

Giocatore solido e competitivo su tutte le superfici, il romeno classe ’74 è entrato tra i primi cento solo nel 1998, quando ha sfatato un tabù. Superando in finale Byron Black sul cemento di Tokyo, è stato il primo tennista del suo Paese ad aggiudicarsi un titolo Atp dal 1978, anno in cui Nastase conquistò il 57° e ultimo successo. Due anni dopo si è imposto anche sulla terra battuta, a St. Poelten, ma la settimana perfetta l’ha vissuta all’Open del Canada nel 2001. In quei giorni Pavel ha giocato un magnifico tennis, superando uno dopo l’altro il diciottenne Roddick, Haas e in finale Rafter, vendicando così la sconfitta subita dall’australiano due anni prima sull’erba di Hertogenbosch: in quell’occasione aveva sprecato un matchpoint. Nei tornei del Grande Slam è arrivato agli ottavi in Australia e agli Us Open, mentre nel 2002 ha centrato la miglior prestazione della carriera con i quarti di finale al Roland Garros.

Molti ricordano la sua partecipazione a quell’edizione del torneo parigino per un episodio extratennistico. La moglie Simone in quei giorni stava per dare alla luce il loro secondogenito (tre anni prima era nata Caroline Elena) e Pavel non sarebbe mancato al lieto evento per nulla al mondo. Il martedì della seconda settimana del torneo, il romeno è sceso in campo per il quarto di finale contro Corretja. Sul punteggio di 7-6 7-5 4-5 in favore dello spagnolo, l’incontro è stato sospeso in serata per pioggia. Il parto della moglie era imminente e lui non ci ha pensato due volte. Ha preso un’auto e ha raggiunto la sua Simone in Germania, dove vivevano, sobbarcandosi otto ore di viaggio con il rischio di non riuscire a tornare in tempo per la continuazione del match e di essere così escluso dal torneo.

Ma Pavel non ha avuto dubbi nell’anteporre la famiglia alla possibilità di cogliere il miglior risultato sportivo della sua vita. Il romeno è arrivato in ospedale mercoledì sera qualche ora dopo il parto e tenere in braccio il suo Marius lo avrebbe ripagato di qualsiasi mancata vittoria. Ma Giove Pluvio si è intenerito e gli ha dato una mano, inondando di pioggia il Roland Garros per tutto il mercoledì e spostando il suo match alla mattina successiva. Salutati la moglie e il piccolo, Pavel si è così rimesso in macchina nottetempo, tornando al Roland Garros all’alba. Dopo aver dormito qualche ora su un divano della players lounge, è tornato in campo contro Corretja solo per una manciata di minuti: il romeno ha perso tre giochi consecutivi e quindi la partita.

Pavel ha sfiorato un altro appuntamento con la storia. Agli Us Open 2006 è stato sorteggiato in tabellone con Agassi al passo d’addio. Il romeno avrebbe potuto porre fine alla leggendaria carriera del kid di Las Vegas, ma dopo tre ore e mezza di battaglia è stato Agassi a spuntarla: 6-7 7-6 7-6 6-2. John McEnroe considera quella partita il miglior match di primo turno che lui abbia mai visto in uno Slam. A passare alla storia come l’ultimo giustiziere dell’americano sarà Benjamin Becker. Negli ultimi anni Pavel ha sofferto molto a causa di problemi alla schiena che hanno pregiudicato l’ultima parte della carriera. Può comunque essere soddisfatto: nel suo curriculum vanta anche successi su Ivanisevic, Rios, Kafelnikov, Ferrero e su un giovane Federer.

“Pavel è un esempio per tutti i ragazzi del suo Paese – ha detto Tiriac –, ha dato un grande contributo al tennis romeno”. Ma Andrei rimarrà ancora legato al mondo del tennis. Quest’anno è stato nominato capitano della nazionale romena di Coppa Davis e ha deciso di trasferirsi con la famiglia negli Stati Uniti per aprire una tennis academy. “Cercherò anche di sviluppare il tennis in Romania. Non è un lavoro semplice, ma il talento non manca: bisogna solo indirizzarlo nella maniera giusta”. Per scoprire magari il Pavel del futuro.

Alberto Giorni

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