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Io mi compro Indian Wells

Larry Ellison, fondatore di Oracle, e' l'uomo piu' ricco del tennis. A febbraio ha battuto Alinghi riportando l'America's Cup di vela negli Stati Uniti. Nel frattempo aveva acquistato il Master 1000 californiano... Roberto Paterlini

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Pur essendo il torneo con la maggiore affluenza di pubblico dopo i Magnifici Quattro - lo scorso anno gli spettatori sono stati 332.498 - il torneo di Indian Wells navigava risaputamente in acque tormentate da diverso tempo, tanto che per salvarlo, ed evitare che venisse venduto agli Emirati Arabi o alla Cina, due anni fa erano intervenuti finanziariamente nomi quali Pete Sampras, Chris Evert e Billie Jean King, oltre alla stessa USTA e Tennis Magazine.

Fa un certo effetto leggere che un signore abbia firmato un assegno da 100 milioni di dollari e l’abbia acquistato, compreso di stadio da sedicimila posti e di circolo attorno (il Rancho Mirage). La fonte è lo Sports Business Journal, ma si tratta fondamentalmente di una valutazione, visto che i termini della transazione non sono stati resi pubblici; tuttavia l'effetto scompare appena si scopre che l'uomo in questione è il quarto essere umano più ricco al mondo, stimato da Forbes per avere un patrimonio personale di almeno 22 miliardi, addirittura 27 secondo altri.

Stiamo parlando di Larry Ellison, co-fondatore e C.E.O. della Oracle Corporation, sigla che ai più non dirà nulla, ma che rappresenta una delle più grandi compagnie di produzione e sviluppo di Hardware e Software per computer e sistemi informatici al mondo (specializzata nella gestione di database), e che poche settimane addietro - lo scorso 14 Febbraio - era già giunto alla ribalta delle cronache sportive quando il suo team BMW-Oracle aveva riportato la Coppa America negli Stati Uniti battendo, con lui a bordo, gli Svizzeri di Alinghi, vincitori delle ultime due edizioni.

Sul sito web di Oracle la biografia di Ellison è singolarmente scarna, appena due righe, ma già il tennis vi trova significativamente spazio: “Larry Ellison è stato C.E.O. di Oracle da quando lui stesso l’ha fondata nel 1977. Gareggia con barche a vela, pilota aeroplani, gioca regolarmente a tennis e suona la chitarra.”

“Chiunque mi conosca sa che amo il tennis,” ha dichiarato il miliardario sessantacinquenne in un comunicato stampa. “Ci gioco regolarmente, lo guardo frequentemente, ed ho intenzione di essere ad Indian Wells ogni mese di Marzo per accogliere i più grandi giocatori e giocatrici del mondo. Questo torneo ha una tradizione molto solida, si gioca in un luogo splendido ed ha un fantastico team organizzativo,” ha aggiunto. “Intendo costruire su queste fondamenta e mantenerlo tra i più grandi eventi sportivi al mondo.”

Charlie Pasarell e Raymond Moore, che avevano inventato la manifestazione 33 anni fa e continueranno ad organizzarla sotto l’ala protettiva di Ellison (sono stati mantenuti anche il direttore del torneo Steve Simon e il suo vice Dee Dee Felich), si sono detti soddisfatti di potergli garantire sede e continuità. “Charlie e io abbiamo sempre voluto che questo evento restasse negli Stati Uniti, in California e nello specifico ad Indian Wells,” ha dichiarato Moore. “Questo era il modo per riuscirci. Larry ama questo evento, vive in California, ed è stato perfetto per noi.”

A introdurre Ellison alla vecchia proprietà aveva pensato per primo l’ex giocatore Sandy Mayer (numero 7 del mondo nel 1982 e vincitore di due tornei del Grande Slam in doppio), suo allenatore personale, che ha raccontato delle abitudini tennistiche e della dedizione allo sport del megamilionario. “Lo metto sotto,” ha detto Mayer. “Ma è ciò che lui vuole.” Sembra proprio che un giorno senza tennis sia un brutto giorno per Ellison, che si allena almeno un’ora, cinque o sei volte la settimana. Mayer ricorda incontri brutali tra lui e il suo assistito, e per quanto sostenga di tenere il controllo delle operazioni la maggior parte delle occasioni, ammette di essere uscito sconfitto da alcune delle loro sessioni (anche se, detto tra noi, sembra difficile crederlo, e più una lusinga da conferenza stampa). Pare che la passione del C.E.O. verso il tennis sia andata aumentando al continuare della loro collaborazione, tanto da diventare un avido appassionato, studioso della tattica, dei migliori giocatori e dei grandi match.

Ellison era stato invitato per la prima volta dalla direzione di Indian Wells nel 2006, con la ferma intenzione di impressionarlo. “Sapeva tutto dello sport,” ha detto Moore. “Conosceva tutti i giocatori, tutti i tornei, e rimasi molto impressionato dalla sua capacità deduttiva verso i meccanismi del gioco.” Gli fu assegnato un posto in prima fila per un incontro serale con in campo Federer o Nadal, due tra i suoi giocatori preferiti. “Voleva vederli dal vivo e da vicino, e rimase impressionato dal loro atletismo, dalla velocità. Quando se ne andò quella sera, era entusiasta!”

Durante successive visite al torneo, i tre iniziarono a discuterne il futuro. “Eravamo tutti d’accordo che sarebbe stata una tragedia per il tennis statunitense perdere l’evento, e soprattutto per Indian Wells,” ha continuato Moore.

“Potremmo fermare le offerte straniere,” disse allora Ellison. “Prendereste in considerazione una mia proposta?”

“Assolutamente,” rispose Moore.

Ancor più preziosa dell’offerta e della transazione economica è la promessa verso il futuro che un personaggio come Ellison rappresenta. “Un torneo di tennis è poca cosa nel suo mondo, ma è molto nel nostro,” ha dichiarato Moore, il quale si è detto tuttavia convinto che sarà nelle intenzioni del miliardario farlo ingrandire e portare il tennis ad un pubblico ancora più vasto. “Tutto è partito da una persona semplicemente appassionata, che ha poi deciso di parteciparvi in prima persona... E di questo il tennis potrà solo trarre giovamento. Credo sia un grande giorno per lo sport: avere qualcuno dell’importanza di Larry Ellison che vi investe (peraltro personalmente, non attraverso Oracle).”

"Questo torneo è sempre stato il nostro bambino,” ha dichiarato infine Charlie Passarell, noto alla storia per essere stato il co-protagonista dell’incontro più lungo della storia di Wimbledon, che perse nel 1969 contro il quarantunenne Pancho Gonzales dopo 112 game e 5 ore e 12 minuti. “Ora abbiamo messo in nostro bambino nelle migliori mani cui potevamo sperare.”

Ulteriori informazioni su Ellison si possono trovare qui e qui.

Roberto Paterlini

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