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23/06/2010 20:50 CEST - Wimbledon day 3

Tennis belga avanti tutta

Clijsters, Henin, Wickmayer. Tutte dalla stessa parte di tabellone, tutte al terzo turno. Ma delle tre, per ora, convince solo la Clijsters. Gianluca Comuniello

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“Il 2006 mi fa ancora male. Nel 2007 ho avuto delle occasioni, ma è la sconfitta con il 2006 che continua a bruciarmi.”
“Ritieni che questo ti condizioni, quando sei in campo qui a Wimbledon?”
“Può darsi, ogni tanto ci penso”
La Henin nel dopopartita confessa una delle cose che non va. Ha appena vinto il match contro la Barrois, ma come si dice in questi casi, vince e non convince. La partita stava scorrendo via facile facile, ma sul 6-3, 5-1 si è inceppato qualcosa. La Barrois ha preso coraggio, ci ha creduto, e si è arrivati sul 5 pari con l'impressione che la partita potesse girare. E' stato quindi necessario un ulteriore colpo di reni della belga per chiudere la pratica ed accedere al terzo turno. Ma guardando il match si è avuta l'impressione che il sogno Wimbledon rimarrà tale anche per quest'anno, per la belga dal rovescio fatato. E i sogni che rimangono a lungo tali inacidiscono, diventano ossessioni.
“Ho giocato bene, ma avrei dovuto chiudere prima” ha detto Justine, con l'aria di quella che sa che manca qualcosa, e quel qualcosa potrebbe essere un servizio che non solo porti punti gratis ma porti anche situazioni di gioco da risolvere facilmente. Poco male, per il momento: la Henin nell'undicesimo gioco del secondo set trovava il break decisivo ed andava a chiudere, però la seconda settimana senza un servizio adeguato sarà un cliente difficile da trattare. Nello stesso momento in cui Justine risolveva il problema, Kim prendeva il largo nel match contro la Sprem sul campo numero 1, senza più voltarsi indietro. La Sprem picchiava forte, ma la Clijsters aveva ampio margine di controllo e si è limitata a controllare la situazione. 6-3, 6-2 ed una dimostrazione di solidità molto più incoraggiante di quella offerta dalla collega/rivale. Più che altro, una dimostrazione impressionante di presenza mentale, nell'adattare colpi e tattica ad un campo che si sta velocemente rovinando. Alzava il ritmo quando c'era da alzarlo, raccoglieva i pezzi, solcava tranquilla i mari. Non la vostra erbivora di fiducia, ma questo ha smesso di essere un problema da tempo, se aspiri a mettere le mani sul piattone. E come aspirante al titolo, Kim sembra molto più credibile, Williams gang permettendo.
“Quest'anno non andando a Parigi ho avuto più tempo per abituarmi all'erba, il mio gioco ne risente positivamente” ha confessato una Clijsters molto rilassata. Che poi si è resa protagonista di una “tennis theory lesson” ai giornalisti inglesi: “i vostri junior hanno tutto: le strutture, i soldi, gli allenatori. Non dico che senza si faccia meglio, perchè diventa più difficile arrivare. Ma forse state esagerando. Per esempio avete già preso tutti i migliori allenatori belgi” ha concluso ridendo.
La giornata di gloria del tennis belga si chiudeva con il derby Wickmayer-Flipkens. Yanina sulla carta era favoritissima, ma la partita è stata molto complicata: il primo set si è chiuso per 11 punti a 9 nel tie-break, nel secondo set la Wikmayer è riuscita a spuntarla per 6-4. E fanno così tre belghe al terzo turno, tutte dalla stessa parte di tabellone, nello stesso quarto. Venerdì sarà quindi un altro “Belgio day”... a meno che non ci siano in giro altri Isner e altri Mahut a togliere la scena.

Gianluca Comuniello

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker