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26/06/2010 22:40 CEST - Wimbledon

Occasione alle ortiche

E' quella che Flavia Pennetta ha gettato. E che avrebbe potuto riaffermare la solidità del tennis femminile italiano. Non potendo Fognini diventare un campione, speravamo di avere un giocatore affidabile, di buona tenuta atletica ed agonistica. Rino Tommasi

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Avevo scritto, commentando il felicissimo esito del Roland Garros, che sarebbe stato difficile, per il tennis italiano, ripetersi sull’erba di Wimbledon. A parte l’erba che, salvo qualche eccezione, non è mai stata la superficie più favorevole per i nostri giocatori dispiace giungere alla conclusione che i risultati di questo torneo, dove abbiamo mancato il traguardo minimo della seconda settimana fotografano in modo meno brillante ma probabilmente più realistico lo stato di salute del nostro movimento.

Senza peccare di ottimismo era abbastanza lecito attendersi che Flavia Pennetta riuscisse a sfruttare un favorevole corridoio nel suo tabellone e raggiungere i quarti di finale. Avesse battuto la Zakopalova, com’era nelle sue possibilità e come la classifica prevedeva, tra Flavia ed i quarrti ci sarebbe stata solo l’estone Kaia Kanepi, numero 80 nella classifica mondiale. In altre parole un’occasione buttata alle ortiche. Perché se il fallimento della Schiavone era abbastanza prevedibile per la difficoltà a gestire un risultato importante come quello del Roland Garros, sarebbe stato bello che la Pennetta riaffermasse la completezza del nostro settore femminile.

Onestamente  non si poteva chiedere a Sara Errani di battere la polacca Radwanska ma dalla Pennetta ci si attendeva molto di più. Anzi rispetto alle proprio possibilità la Errani è stata la migliore tra le nostre giocatrici. Purtroppo nemmeno Fabio Fognini ce l’ha fatta. Un buon giocatore ma non certo un campione come il francese Benneteau lo ha battuto in quattro set. Quando Fognini, dopo aver perso i primi due, ha vinto il terzo ed ha preso per due volte un break di vantaggio nel quarto ho sperato che gli riuscisse, dopo quella di Parigi contro Monfils e quella dell’altro giorno contro Russell, un’altra clamorosa rimonta. Non potendo Fognini diventare un campione, ci si poteva accontare di avere un giocatore affidabile e di buoina tenuta atletica ed agonistica.

Invece ci rimane la soddisfazione di avere eliminato due spagnoli di buona classifica come Verdasco ed Almagro (battuto da Seppi) ma sono stati – purtroppo – due risultati che non hanno avuto seguito. Intanto il torneo registra impreviste difficoltà per i favoriti. Dopo essere stato costretto al quinto set dall’olandese Haase, Rafael Nadal ha dovuto affrontare un’altra imprevista maratona per battere il tedesco Petzschner che è stato addirittura in vantaggio per due set a uno. Nadal, anche questa volta, si è salvato perché lo hanno sostenuto le sue splendide qualità agonistiche.

Nadal è stato due volte richiamato dall’arbitro perché i suggerimenti del suo allenatore, lo zio Toni, e del suo manager, Carlos Costa, erano stati troppo evidenti e poco discreti. Intanto continua a vincere ed a convincere lo svedese Robin Soderling che ha sorvolato i primi tre turni senza perdere un set. E’ un peccato che nel singolare femminile si trovino di fronte già nel quarto turno le belghe Henin e Clijsters, che a mio parere rimangono le più credibili alternative alle sorelle Williams.

Rino Tommasi

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker