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28/06/2010 01:38 CEST - Wimbledon

Sboccia un nuovo Brand(s)

Sulla superficie meno amata il tedesco coglie uno splendido risultato, approfittando del fattaccio Hanescu. Conosciamolo un po' meglio. Claudio Maglieri

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Brands
Brands

Dell’affaire Hanescu se n’è parlato fin troppo: gli insulti provenienti dagli spalti, il rumeno che pensa bene di <utilizzare> le tribune allo stesso modo di una sputacchiera, l’originale protesta a suon di falli di piede, il ritiro sullo 0-3 del quinto set. Il primo che oserà affermare che questo Wimbledon è povero di avvenimenti verrà affidato ad uno psicologo. Il punto è comunque un altro: di tutto questo papocchio ne ha beneficiato un ragazzone teutonico, che supera il metro e novanta, che prima di adesso non aveva mai raggiunto traguardi di rilievo nel tennis che conta. E invece lunedì affronterà per la prima volta in carriera la seconda settimana di uno Slam, per giunta Wimbledon. Si parla evidentemente di Daniel Brands da Deggendorf, quasi due metri di pura potenza fisica per un atleta che con i suoi 23 anni non è esattamente giovanissimo (anche se fa un certo effetto esprimere una tale opinione…ma si sa, il tennis moderno propone giovanotti da svezzare subito ad alti livelli). Dettagli a parte, Brands vivrà per la prima volta sotto la luce dei riflettori, contro Tomas Berdych sul famigerato campo 18 (ancora lui, teatro non solo della maratona Isner-Mahut ma anche del già citato incontro tra Brands e Hanescu). Il buon Daniel tornerà dunque sul luogo del delitto senza i favori del pronostico ma questa è una situazione che accade dall’inizio del torneo: chi avrebbe scommesso un penny sulla sua cavalcata, nella quale spicca la vittoria in tre set su Davydenko? Ok, il russo non è esattamente un osso duro sull’erba, ma non bisogna levare meriti al tedescone.
Sorprende non poco vedere agli ottavi dei Championship un tennista che ha collezionato in carriera numerose partecipazioni al selvaggio mondo dei challenger, che fino al 2007 disputava ancora tornei futures. Brands gioca prevalentemente nel circuito “minore”, solo in questo 2010 si sta facendo un nome tra i grandi. Prima di Wimbledon poco da segnalare: una semifinale al torneo di Monaco nel 2009 (perse da Youzhny) e quest’anno la vittoria al challenger di Monza, battendo in finale il terraiolo Andujar. Proprio a Monza lo abbiamo osservato da vicino. Prima dell’inizio del torneo (nel quale era la testa di serie numero 1) nessuno avrebbe puntato su di lui, nel primo turno contro lo sconosciuto Desein si trovò sotto 3-5 nel set decisivo, ma alla fine Daniel fu bravo a zittire tutti, cogliendo una bella affermazione. Un giocatore come lui, che ha nel devastante servizio l’arma più offensiva (non bisogna però scordare il suo delizioso rovescio monomane), fa male soprattutto sui campi veloci come quelli in cemento. Invece Brands, pur confermando di amare i campi duri, dichiara di trovarsi più a suo agio proprio sul mattone tritato: quantomeno curioso. Di erba non se ne parla di striscio, ma è proprio su questa superficie che Daniel si sta superando: la vittoria su Davydenko non era per nulla scontata, ma soprattutto fa scalpore il modo in cui il tedesco ha rimontato due set di ritardo ad una vecchia volpe del circuito come Hanescu. Il sogno non è ancora finito, in caso di successo su Berdych Brands troverà probabilmente Federer, nei quarti di finale: non bisogna fare i conti senza l’oste, Berdych è un avversario terribile, ma come disse Piero Chiambretti anni fa <comunque vada sarà un successo>. Ottavi di finale a Wimbledon…e chi se lo aspettava?
 

Claudio Maglieri

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker