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22/07/2010 00:46 CEST - Wta Tour

Non c'è posto per Ana nel main draw

Gli organizzatori del Wta di Montreal non hanno concesso una wild card per il tabellone principale alla serba, che sarà costretta alle qualificazioni. Il direttore del torneo Lapierre si giustifica: “Per quanto fatto in campo non la merita”. Elisa Piva

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Ana Ivanovic alla Rogers Cup 2008
Ana Ivanovic alla Rogers Cup 2008

Due anni fa Ana Ivanovic aveva tutto quello che una tennista poteva desiderare: uno slam, il primo posto in classifica, e porte spalancate ovunque andasse. Ora, che a furia di primi turni è scivolata oltre la 60esima posizione in classifica, non le concedono più nemmeno una wild card per il tabellone principale di un torneo premier. Come è accaduto per l'edizione 2010 dell'open del Canada, il cui torneo femminile si disputa a Montreal. La bella Ana, si è vista rifiutare una wild card per entrare direttamente in tabellone e sarà così costretta a giocare le qualificazioni per guadagnarsi un posto nel main draw.

Tempi duri per chi la Rogers Cup l'ha vinta. Eh sì, perché questo è il torneo che nel 2006 l'aveva lanciata, ma anche lo stesso che nel 2008 l'aveva vista partecipare, in maniera un po' incosciente, con un pollice infiammato. Forse si era sentita in dovere di disputarlo, obbligata dal peso del n°1. In quella occasione perse al terzo turno e si presentò in conferenza stampa quasi in lacrime. Qualche giorno più tardi arrivò anche l'annuncio della rinuncia alle Olimpiadi di Pechino, allora disse che era il momento più triste della sua carriera senza sapere che il peggio doveva ancora arrivare.

Niente da quel momento è andato più nel verso giusto, in due anni Ana ha lentamente distrutto tutto quanto di buono aveva fatto sul campo, smantellando a poco a poco il gioco e la fiducia che si era costruita da una vita. Già, ma a quanto pare questo vale solo per l'aspetto agonistico, perché smessi completini e depositata la racchetta, Ana continua ad essere richiestissima da fotografi, riviste e sposor. Si stenta a crederlo, ma nonostante i disastri nessun contratto di sponsorizzazione è stato risolto, l'Adidas le ha addirittura fatto firmare un contratto a vita.

D'altronde il dono della bellezza, la Ivanovic l'ha sempre avuto, e se un tempo poteva essere un ulteriore punto a suo favore, ora gioca senza dubbio a suo svantaggio. La tipica frase “troppo bella per essere anche vincente” potrebbe sembrare facile ironia, ma quanto mai azzeccata visti gli sviluppi della carriera della serba.

Questa volta però non sono bastati gli occhi da cerbiatto di Ana per rabbonire il direttore del torneo canadese Eugene Lapierre, o più semplicemente non abbastanza per sorvolare sul suo gioco ormai da tempo non all'altezza dell'Ivanovic che fu. “Ana è una giocatrice che ha fatto molto per noi in passato – ha indorato la pillola Lapierre -, ci ha quasi salvato un'edizione. Ha molto carisma e tutti la amano. Ma il fatto è che negli ultimi tempi, con il suo gioco, non ha dimostrato di meritarsi una wild card”.

E' già successo in passato che il torneo canadese concedesse una wild card a giocatrici classificate peggio, come Mary Pierce o Kim Clijsters, ma le loro situazioni erano diverse. “Ana non è una giocatrice che è stata lontano dai campi per un po' a causa degli infortuni, bensì una che è scivolata al n°65, e non per problemi fisici”. Discorso che non fa una piega, soprattutto se si è una nazione come il Canada che sta tentando di produrre giocatrici di un certo livello. “Se non avessimo in tabellone le migliori giocatrici del mondo, o se non avessimo canadesi emergenti, avrei sicuramente scelto di concedere le wild card a giocatrici internazionali, ma non è il nostro caso e credo sia giusto dare l'opportunità alle giovani”. La wild card destinata alla Ivanovic è invece andata alla giocatrice di casa Stephanie Dubois.

Per fortuna della Ivanovic questo rimane un caso isolato. I tornei di Stanford, Cincinnati e San Diego le hanno aperto le porte del tabellone principale. Gli organizzatori del torneo californiano (reintegrato quest'anno nel calendario Wta) hanno addirittura punzecchiato Lapierre tramite twitter scrivendo che in California un posto riservato per Ana c'è. Ma forse per la serba è arrivato il momento di darsi una svegliata, perché questo campar di rendita non può durare per sempre.

Elisa Piva

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