Italiano English Français
HOMEPAGE > > Seppi e Starace, che colpo!

31/07/2010 16:30 CEST - ATP Umag

Seppi e Starace, che colpo!

Grandissimo exploit, nei quarti del torneo di Umago, per Andreas Seppi, che contro i favori del pronostico ha demolito il semifinalista del Roland Garros Melzer. Splendido anche Starace, 6-4 7-6 a Ljubicic. Non c'erano due italiani in semifinale da Palermo 2005. Battuti il n.15 e il n.16 del mondo dai due italiani che in tutto l'anno avevano superato un solo top-20 ciascuno  Christian Turba e Alessandro Mastroluca
 

| | condividi

Era da Palermo 2005 che due italiani non arrivavano in semifinale in un torneo ATP. Allora ci riuscirono Seppi, che perse da Andreev, e Volandri che battè Behrend. L'attesa è finita. Dopo cinque anni c'è di nuovo Andreas nelle semifinali più "azzurre" degli ultimi anni insieme a Potito Starace.

Due-tre settimane fa, nemmeno i suoi sostenitori più accaniti avrebbero scommesso un solo centesimo su un risultato del genere: più o meno tutti eravamo convinti, visto l'andazzo del 2010, che i punti conquistati ad Umago nel 2009 sarebbero andati persi e, di conseguenza, la sua classifica sarebbe precipitata. E, invece, Andreas Seppi ha stupito tutti i quanti, guadagnandosi l’accesso alla semifinale del torneo croato ( e i conseguenti 90 punti Atp) con un successo roboante ai danni di quel Jurgen Melzer che appena sabato scorso lo aveva nettamente battuto nella semifinale di Amburgo: allora il punteggio fu un severo 6-4 6-2, questa volta l’altoatesino ha reso la pariglia con uno score quasi a specchio, 6-1 6-4.

Uno score, se vogliamo, ancora più severo di quel 6-2 6-0 con cui Andreas distrusse il 29enne viennese nel 1°turno del Master di Montecarlo del 2009, in quanto questo Melzer sembrava essere definitivamente maturato dopo l’exploit parigino. Certo, forse il nostro baratterebbe questi 2 successi con quello nel match di Amburgo, che lo avrebbe portato direttamente ad una finale accessibile con Golubev: tuttavia, il risultato odierno non gli farà di certo orrore… Il successo, in parte, è stato costruito nel primo set, in cui l'azzurro, limando i suoi difetti abituali, è subito entrato in partita nei suoi turni di servizio, vincendo il 91% dei punti sulla sua prima: 2 palle break convertite su 5 occasioni gli son bastate per aver ragione di un Melzer irriconoscibile, mai presente alla risposta, che ha letteralmente sciolto dopo aver subito il secondo break sul 4-1. Ad essere veramente decisivo, però, è stato l’inizio del secondo parziale, nel quale Seppi ha mostrato doti da combattente troppo spesso nascoste: una volta subita la violenta reazione di Melzer, che si è subito portato sul 3-0, il numero 55 del mondo non si è scomposto e in un attimo ha raggiunto l’avversario sul 3 pari. Dopo aver mancato, nel game successivo, tre ghiotte occasioni per il break, il nostro è restato concentrato e ha colto nel nono game quel break decisivo che l’ha portato a chiudere per 6-1 6-4.

Sicuramente, questa è la miglior vittoria ottenuta dall’altoatesino non solo nella stagione in corso (Almagro a Wimbledon era teoricamente più malleabile di Melzer sulla terra), ma probabilmente delle ultime due stagioni, ossia dalle semifinali di Amburgo 2008 e dalle vittorie con Hewitt e Nadal a Rotterdam 2008. Il tabellone, ora, si presenta aperto per l’altoatesino: in semifinale Andreas troverà il finalista dell’edizione 2009 Mosquito Ferrero, che con la sua solidità ha approfittato di una delle giornate di ordinaria follia del “clown” (in senso buono) Dolgopolov, disastroso al servizio (solo la metà delle prime messe in campo e il 47% di conversione di punti con la prima, troppo poco per un giocatore con il suo servizio) e al momento di sfruttare quelle 4 palle break che, sul 6-1 4-1, l’avrebbero rimesso in partita. Sicuramente Ferrero, che l’anno scorso sconfisse Seppi proprio in semifinale, è un giocatore in calo e, pur restando un cliente pericoloso, offre il fianco al colpaccio.

D’altro canto l’atleta di Caldaro, oltre a scacciare la pressione da possibile grande risultato,deve stare attento al “riflusso dell’exploit”: molto spesso infatti, dopo aver ottenuto vittorie di rilievo come questa, Seppi è stato sorpreso nel turno successivo da un giocatore sulla carta a lui più accessibile. Accadde a Stoccarda nel 2005 (sconfitta netta con Nieminen dopo aver battuto Robredo), a Sydney nel 2006 (sconfitta in semifinale per mano di Andreev dopo aver sorpreso l’idolo di casa Hewitt), lo stesso anno a Nottingham (fuori da Bjorkman in semifinale dopo aver battuto Murray), a Rotterdam nel 2008 (quando fu massacrato da Soderling dopo aver battuto Hewitt e Nadal) e infine è successo quest’anno a Wimbledon, quando l’altoatesino è stato sorpreso dal tedesco Kamke dopo aver mandato a casa in tre set Nicolas Almagro. Se il numero 1 tricolore resterà concentrato e non si farà prendere troppo dal panico o dalla “troppa voglia di fare bene” (come lui stesso ha ammesso di fare in una recente intervista), però, l'Innominabile Risultato è alla sua portata.

In caso di ulteriore vittoria, infatti, la finale lo vedrebbe impegnato o contro Juan Ignacio Chela, che si è travestito da “muro invalicabile” per domare gli attacchi di un Nikolay Davydenko apparso ancora imballato dopo l’infortunio, nonché impaziente e molto falloso da fondocampo o contro Poto, che ha giocato un match intelligente e maturo contro Ivan Ljubicic, battuto 6-4 7-6 in un'ora e 53.

“Poto” gioca un match solido nei fondamentali a rimbalzo, e approfitta dei troppi errori del croato cui non è bastato il costante sostegno del pubblico. Ljubo, che ha perso quasi tutti gli scambi lunghi, si affida soprattutto al servizio, ma rischia a volte troppo e chiude con 4 ace e altrettanti doppi falli e solo il 52% di prime in campo. Starace, invece, serve con l'80% e trasforma il 65% dei punti sia con la prima che con la seconda. Determinanti i 41 errori gratuiti, a 16, che annullano i benefici dei 29 vincenti dell'allievo di Riccardo Piatti, quattro in più del campano.

E' Ljubo, prevedibilmente, a fare la partita, a verticalizzare di più e cercare di accorciare gli scambi.
Anche perché la fatica contro Dodig si fa sentire nella testa e, soprattutto, nelle gambe, tanto che chiude con i crampi ed è costretto a farsi massaggiare alla coscia sinistra sul 6-5 nel secondo set.

All'inizio, però, fatica a trovare la misura col servizio e Starace con un doppio break vola 5-1 nel primo set e servendo sul 5-2 allunga 40-15. Starace, però, nel momento decisivo un po' scende di tono mentre Ljubo, senza pressione, indovina un rispostone di rovescio lungolinea e un dritto dal centro sulla riga per annullare i due set point. E un altro rovescio a tutto braccio vanifica il terzo set point prima che, con lo stesso colpo, Ljubo trovi il break che lo mantiene nel set.

Starace vede sfumare altri due set point nel gioco successivo, con Ljubo che si aggrappa al servizio, ma nel decimo gioco riesce a chiudere quando Ljubicic manda un dritto incrociato largo dopo uno scambio insistito sulla diagonale sinistra.

Starace ha dalla sua un'arma che alla lunga si rivela decisiva, un servizio kick molto esterno che costringe il croato a rispondere con i piedi quasi oltre la riga esterna: così Poto può attaccare subito con il secondo colpo. Il beneventano, infatti, sa che non può accorciare troppo, perché la qualità di Ljubo sotto rete è decisamente migliore di quella mostrata da Starace che in un paio di occasioni si incarta in volée più che artigianali.

Il secondo set inizia meglio per il croato, che riesce a comandare più gli scambi e trova maggiori occasioni per aggirare il rovescio e giocare il dritto a sventaglio da sinistra. L'ex numero 3 del mondo si procura anche due potenzialmente pesanti palle break nel quarto gioco, ma Starace d'autorità mette in fila quattro punti e tiene per il 2-2.

E' comunque lui il primo a brekkare, e lo fa nel momento peggiore per Poto, nell'ottavo gioco. Ljubicic allunga subito 0-30, Starace indovina un gran passante e un dritto sulla riga e riporta il game sul 30 pari ma sbaglia una volée non impossibile e regala la palla break al croato che ottiene il diritto di servire per il set con il punto del match: un passante strettissimo di dritto in corsa dopo uno scambio in cui è sempre stato costretto sulla difensiva.

Messo con le spalle al muro, però, Starace non molla mentre Ljubicic si distrae e trasforma il possibile punto del 40-15 nel 30-30 che fa girare il set e, alla lunga, il match, con Starace che attacca di dritto e si riprende il break.

Il croato soffre sul piano fisico e inizia a tirare quasi solo a tutto braccio. Nell'undicesimo game, il più lungo del match, ben 16 punti, trova tre aces ben sopra i 210 kmh e si salva, dopo essersi trovato sotto 0-40.

Starace, che a questo punto deve limitarsi a non sbagliare e tentare di non accorciare troppo le traiettorie, riesce ad allungare al tiebreak ma il primo minibreak lo subisce lui, o meglio lo regala con una stecca di dritto.
Ljubicic allunga a 6-3 ma da questo momento in poi non mette più in campo una prima, e soprattutto non fa più un punto. Starace annulla due set point al servizio, risponde aggressivo sulla seconda di Ljubicic che affossa un dritto vedendo svanire il terzo. E allo stesso modo perde il quarto punto di fila, che vale il primo match point Starace. Ed è sufficiente perché Starace, con il colpo che gli ha dato il vantaggio strategico determinante, il servizio a uscire, sigilla la miglior partita del suo torneo.

In semifinale, contro Chela, Poto ha un compito difficile ma non impossibile. Cinque i confronti diretti, anche se l'ultimo risale a Barcellona 2007. L'argentino è in vantaggio 3-2 ma l'azzurro è avanti 2-1 nelle sfide sulla terra battuta.

Tutti questi giocatori sono ampiamente battibili dall’altoatesino, almeno da quello visto nelle ultime tre settimane.isultati quarti di finale
Juan Ignacio Chela (Arg-8) b Nikolay Davydenko (Rus-1) 6-2 6-1
Andreas Seppi (Ita) b Jurgen Melzer (Aut-2) 6-1 6-4
Juan Carlos Ferrero (Spa-4) b Alexsandr Dolgopolov (Ukr-6) 6-1 6-2
Potito Starace (Ita) b. Ivan Ljubicic (Cro-3) 6-4 7-6
 

Christian Turba e Alessandro Mastroluca

comments powered by Disqus
TV Tennis
Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
La vittoria di Francesca Schiavone a Parigi

Fotogallery a cura di Giacomo Fazio

Ubi TV

It must be Twitter: Roddick e Serena

Quote del giorno

“Che ci crediate o no, il mio coach, prima dell’inizio del torneo, mi ha detto che sarei stato in grado di giocare per dieci ore”

John Isner e un curioso aneddoto sul match dell’anno

Accadde oggi...

25 Luglio 1999

Patrick Rafter inizia la sua prima e unica settimana da numero 1 delle classifiche ATP, superando Andre Agassi. Il suo è stato il numero 1 più breve di tutta la storia del tennis maschile e femminile.

 

Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker