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03/09/2010 23:52 CEST - Us Open

Harrison-Stakhovsky show

Sul Grand Stand va in scena un match emozionante in cui la promessa americana cede dopo aver avuto tre matchpoint nel tie-break. Stakhovsky nel prossimo turno affronterà Feliciano Lopez per guadagnarsi un posto negli ottavi di finale Gianluca Comuniello

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Finalmente. Finalmente. Finalmente. Chi se lo aspettava, che la prima partita veramente da ricordare di questo US Open sarebbe stata Harrison-Stakhovsky, secondo turno sul Grand Stand (forse il campo più bello del torneo) nella prima giornata con condizioni meteo ballerine?
Così è stato, e siamo grati ai due protagonisti di questo tennis diseguale per aver allietato la nostra giornata. Anche con i loro marchiani errori, certo. Anche con le loro cose assolutamente perfettibili. Ma, finalmente, regalando una girandola di emozioni. Si può anche dire che Harrison (qui ritratto con Sampras, uno dei suoi idoli), il match l'ha buttato. Ci sono tre matchpoint a suo favore non capitalizzati, a rafforzare la posizione di chi sostiene questa tesi. Ma ci sono anche tante cose belle, fatte dal ragazzino americano, che ne fanno uno a cui, comunque, si può buttare di nuovo un'occhiata. Anzi, si potrà buttare un'occhiata non solo a lui, Ryan Harrison, 18enne di...., ma anche al fratello Christian, di due anni più giovani, che sta facendo il baby fenomeno nella competitiva gavetta giovanile americana. Del fratellino McEnroe ha parlato molto bene. Del fratellone può invece parlare molto bene chi lo ha visto in azione a New York in questa edizione del torneo. Primo turno vinto Ljubicic, secondo buttato al tie-break del quinto dopo tre matchpoint a favore. E un gioco divertente, forse anche per meriti del suo avversario Stakhovsky. Ma sicuramente, nel desolato panorama del tennis a stelle e strisce, una piccola boccata d'aria fresca a cui aggrapparsi. Rovescio bimane, buon servizio considerata la non eccelsa statura, buona propensione in avanti e acconciatura di capelli che ricorda vagamente (molto vagamente) Amos Mansdorf. E purtroppo una capacità notevole di buttare una partita tirata: sanguinoso il suo errore sul terzo matchpoint nel tie-break. Sanguinoso il doppio fallo sul punto successivo.
“Non sono ovviamente la persona più felice del mondo in questo momento” ha detto subito dopo il match “ma è già stata una grande esperienza. Sono 220 del mondo e voglio entrare nei top 10. Quindi un match non cambia questa cosa. E' giocarli, questi tipi di match, che è importante per me”.
Il suo gioco divertente e completo ha conquistato pubblico e stampa locale
“Ho cominciato a giocare in questa maniera fin dall'inizio. Mio padre è stato un tennista a livello di college e poi anche per un breve tempo come professionista. E' sempre stato convinto che fossi forte atleticamente, quindi ha cercato di impostarmi con un gioco completo, stando attendo che imparassi bene anche il gioco di rete e di attacco”
Completo e ambizioso: “Io l'ho sempre messa così: l'obiettivo è essere top10, ma se sarò numero 10 ci saranno ancora nove persone davanti a me. E io ho sempre voluto eccellere”.
Completo, ambizioso e intelligente. Durante la partita lo si è visto fare un sacco di serve&volley, cosa che non molti si concedono più ormai.
“Ma non voglio essere semplicemente uno che fa serve&volley. Oggi ne ho fatto molto perchè il mio avversario tendeva a rispondere con dei tagli. Se il tuo avversario risponde profondo con una palla tagliata è come se lo scambio ricominciasse da zero. E io non volevo dargli questo vantaggio” Così si spiegano le 43 discese a rete, di cui 30 coronate da successo. Il soldato Ryan questa volta non ce l'ha fatta. Ma dategli un occhio, chissà che non capiti di rivederlo più su.

Stakhovsky b.Harrison 6-3, 5-7, 3-6, 6-3, 7-6

Gianluca Comuniello

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"E' stato bello.. voglio dire, eccetto per quel 99,9% di pubblico che tifava contro di me".

Sergiy Stakhovsky, riguardo l'atmosfera che regnava sul Grandstand durante il suo match contro il giovane americano Harrison

Accadde oggi...

4 Settembre 1959

Un sedicenne Arthur Ashe fa il suo debutto agli US Open e perde da un ventunenne Rod Laver 6-2 7-5 6-2 al primo turno.

 

Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker