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05/09/2010 18:30 CEST - Us Open

Kim da paura:
Ivanovic K.O.

Una Clijsters perfetta spazza via una inconsistente Ivanovic in 57 minuti: 6-2, 6-1 il punteggio a favore della giocatrice belga. Kim centratissima in tutti i colpi. Ivanovic pachidermica negli spostamenti. da Flushing Meadows, Enzo Cherici

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Chissà se alla fine s'è divertita. Quando le hanno chiesto, nella conferenza stampa della vigilia, un pronostico sul suo match con la Clijsters, la Ivanovic non ha trovato di meglio che rispondere così: “Siamo giocatrici simili, sarà un match divertente”. Mai profezia fu meno azzeccata. È stata mattanza allo stato puro per la povera serba, schiacciata dai colpi e dalla solidità mentale della detentrice del titolo.
Non per niente, proprio Kim, era stata molto più cauta alla vigilia: “Non mi fido di Ana. Abbiamo giocato soltanto tre games a Cincinnati prima del suo ritiro e ho potuto vedere che è in ottima forma”. I fatti le daranno platealmente torto...

La partenza è equilibrata. La Ivanovic si procura due palle-break consecutive, ma la Clijsters le annulla con il servizio. Alla fine, dopo 14 punti non propriamente indimenticabili, è Kim ad aggiudicarsi il primo gioco dell'incontro.
Nel secondo game è la belga ad avere la palla del 2-0, ma la sua accelerazione di dritto è fuori d'un niente ed occhio di falco conferma: 1-1 e fine dell'equilibrio.
Dal gioco successivo la Clijsters cambia marcia ed è subito netta la sensazione di una partita che non ci sarà. La tattica di Kim è evidente: non solo profondità, ma anche colpi strettissimi per far muovere la serba. E la strategia paga subito. Nel quarto gioco, la detentrice del titolo prima si procura una seconda palla-break con una gran risposta di rovescio, poi breakka per la prima volta l'avversaria chiudendo il punto a rete: 3-1 in suo favore.
Ma proprio quando il set sembra ineluttabilmente indirizzarsi dalla parte di Kim, a sopresa, arriva il contro-break della Ivanovic. Non poco fortunato a dire il vero. Un primo nastro costringe a rete la belga; un secondo sul successivo passante le regala il break dell'illusorio 2-3.
Il match, di fatto, si concludeva qui. Prima, la campionessa belga si riprendeva il break di vantaggio giocando un match di risposta iper aggressivo; poi infilava un parziale di 8-1 per chiudere 6-2 un primo set dominato senza se e senza ma.

Lo stadio, non pienissimo inizialmente, si va lentamente riempiendo. Chi entra con un hot dog, chi con cheesburger, qualcuno addirittura con pizze fumanti. I meno audaci, si accontentano di un semplice caffè. In pratica, il primo 15 di ogni game si gioca in un caos di gente che va e viene sulle tribune dell'Arthur Ashe.
Ma l'odore di fritto non distrae Kim, che parte sparata anche nel secondo set. Passa un quarto d'ora e siamo già 4-0 per la belga: sette giochi consecutivi per lei dal 3-2 del primo set. Ana vorrebbe probabilmente essere da tutt'altra parte, ma il suo orgoglio di campionessa ferita partorisce un'ultima reazione. Prima toglie il servizio alla belga, poi ha a disposizione diverse possibilità per portarsi 2-4. Niente da fare, Kim non molla un punto e vola 5-1. È la fine. La Ivanovic non ha più la forza di reagire e deve alzare bandiera bianca alla fine del game successivo. C'è da giurarsi che non s'è divertita per niente.

Enzo Cherici

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