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07/11/2010 21:15 CEST - ATP Basilea

Federer di nuovo Re a casa sua

TENNIS - Lo svizzero batte Novak Djokovic in tre set (6-4 3-6 6-1). Primo parziale di alta qualità, poi calo del basilese e Djokovic chiude un secondo set che poteva essere più netto. Ma Roger ha una reazione d'orgoglio malgrado la poca lucidità rimasta dopo 14 partite in nemmeno 4 settimane. Federer vendica la sconfitta dell'anno scorso. Titolo numero 65 (nono torneo vinto almeno quattro volte). Rossana Capobianco

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Ci teneva da morire, e lo han dimostrato quelle lacrime trattenute durante tutta la durata della premiazione. E quell'urlo, dopo il rovescio lungolinea in controbalzo che ha chiuso nel migliore dei modi una finale giocata tra alti e bassi, da parte di entrambi i protagonisti.

Ci teneva a prendersi questa rivincita, Federer, quella sconfitta nella sua Basilea, appena un anno fa, non l'aveva ancora digerita. Ieri aveva dichiarato: "Non commetterò più gli errori dello scorso anno e della semifinale a New York, sono un po' stanco, specie a livello mentale, ma sono motivato ed in forma". Li ha commessi questi errori, invece, Roger.

Dopo un primo set equilibrato e di alto spessore tecnico nella quale lo svizzero ha saputo mettere una marcia in più quando serviva, è calato, di nuovo, di intensità. I primi tre giochi in avvio sono stati lottatissimi, e c'è sempre stata la possibilità di brekkare l'avversario alla battuta. Dopo averne sprecate un po', come spesso gli accade, Federer riesce a scardinare le geometrie del serbo e a togliergli ritmo. Da quel momento in poi, sarà concentrato più sul proprio servizio che sulla possibilità di allungare ulteriormente il vantaggio.

Con qualche rischio nel game per chiudere il set, Federer vince comunque il primo parziale per 6 giochi a 4. E succede quel che è successo ieri, quel che è accaduto a Flushing Meadows, quello che in questa fase della sua carriera più di prima avviene con maggior frequenza: il calo di tensione, di intensità, di attenzione.

E Djokovic, naturalmente, ne approfitta. Cresce al servizio e inizia a rispondere sempre nei game di battuta dello svizzero, che pare aver spento proprio la luce. Casuale, indeciso, frustrato e irritato, riesce ad ergersi a palla del contro-break soltanto nel nono gioco del secondo set, quando Nole sta servendo per chiuderlo. Ma una prima del serbo e conseguente urlo di incitamento mettono fine alle speranze di Federer di rimontare.

Il terzo parziale si apre con il basilese alla battuta, che riesce a ritrovare ritmo e velocità con questo colpo, approfittando anche di un appannamento generale di Djokovic. Roger spreca malamente dei punti in risposta praticamente già chiusi nel secondo game, ma malgrado pecchi ancora di lucidità e convinzione, non molla. E' la sua città, la sua gente, la sua vendetta: nel terzo game spinge e si fa aggressivo, Djokovic si deve arrendere. Da lì in poi il serbo mollerà la presa e Federer giocherà a braccio sciolto, fino a quell'ultimo, splendido rovescio, a quell'urlo, a quelle lacrime trattenute quando vede, tra Mirka, Luthi e i suoi amici, le sue bimbe che per la prima volta sono lì, a festeggiare con lui.

Premiazione come sempre solenne ed elegante a Basilea, con un Djokovic che molto simpaticamente e sportivamente ci scherza su, tentando di intervistare Roger col trofeo in mano, prima di ringraziare tutti e promettendo che tornerà, l'anno prossimo.

Per Federer è il quarto torneo stagionale, il secondo in tre settimane, il sessantacinquesimo della sua carriera. Il nono vinto almeno quattro volte (Wimbledon, US Open, Basilea, Australian Open, Cincinnati, Amburgo, Halle, il Master di fine anno, Dubai).

Da quando è tornato a Shanghai, 14 partite e una sola sconfitta, con Murray in Cina in finale. Dopo Wimbledon, la terza in 30 partite. Per uno come lui, però, l'obiettivo è Londra. Intanto, pizza per tutti, come al solito.

 

Rossana Capobianco

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker