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15/11/2010 14:46 CEST - Atp World Tour Finals

Londra: la griglia di partenza

TENNIS - A una settimana dall'inizio delle Atp World Tour Finals di Londra, ecco la nostra griglia di partenza per l'ultimo atto della stagione. Nadal riuscirà a conquistare l'unico trofeo che ancora gli manca? E Federer dimenticherà i matchpoint mancati a Bercy? dietro i due super favoriti, Murray e Soderling. Djokovic con la testa alla Davis? Berdych outsider di lusso. Ferrer e Roddick devono sperare nel sorteggio e in un calo dei big. Enzo Cherici

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Bercy metteva in palio gli ultimi tre posti per volare a Londra. Nulla di fatto. Berdych, Ferrer e Roddick partivano avanti e hanno respinto senza affanni gli attacchi degli inseguitori. Tra quelli che potevano teoricamente impensierirli, il solo Melzer ha fatto il suo arrendendosi solo al cospetto del Federer deluxe ammirato a Parigi, mentre Youzhny e Verdasco, per motivi diversi, hanno presto detto addio alle speranze di figurare tra i migliori otto di fine anno.

E allora eccola, in rigoroso ordine di graduatoria, la lista dei magnifici otto che si sfideranno a Londra per il titolo di Master: Nadal, Federer, Djokovic, Murray, Soderling, Berdych, Ferrer e Roddick.
Non essendo mia abitudine quella di fare gli oroscopi, non so ovviamente dirvi chi vincerà. Mi sono però divertito a costruire un'ipotetica griglia di partenza sulla base della stagione disputata, dello stato di forma, delle motivazioni, della superficie, della formula e, naturalmente, delle caratteristiche tecniche dei vari partecipanti.

Prima fila: Nadal e Federer
Mi rendo conto. Non vediamo in campo Nadal dalla sconfitta subita un mese fa da Melzer a Shangai. Sarebbe dovuto rientrare questa settimana a Parigi, ma ha preferito rinunciare a causa d'un lieve fastidio alla spalla patito in allenamento. Nulla di grave, ma meglio non rischiare.
Una vigilia di Master un po' movimentata insomma, con una preparazione di certo non ideale. Eppure, paradossalmente, questa settimana di riposo più o meno forzato potrebbe giovargli. A Bercy abbiamo visto avversari, chi più chi meno, abbastanza provati dalle fatiche della lunga stagione. Lui potrebbe presentarsi all'ultimo atto dell'anno più fresco di tutti e, a questo punto dell'anno, non si tratta di un vantaggio da poco.
Ci sono poi le motivazioni. Importanti sotto un doppio punto di vista: 1) Il Master di fine anno è l'unico trofeo importante ancora assente nella bacheca del campione maiorchino; 2) Rafa vorrà far dimenticare le non entusiasmanti (eufemismo) prestazioni fornite a Londra lo scorso anno. C'è da giurarci che farà il diavolo a quattro per portare a casa anche questo titolo.
La superficie, poi, può aiutarlo non poco in questa impresa. Ero presente all'O2 Arena lo scorso anno e raramente m'era capitato di vedere un campo indoor così lento. Scordiamoci Basilea e Bercy. Torneremo a vedere tanti scambi e il numero uno del mondo ci sguazzerà come un topo nel formaggio.
Last but not least, come si fa a non tener conto dello strepitoso 2010 disputato fin qui da Rafa? Da Monte Carlo in poi ha trasmesso a noi che lo ammiravamo dagli spalti o dalla poltrona una sensazione d'invulnerabilità raramente riscontrata in precedenza. Figuriamoci ai suoi avversari in campo! Tutto questo conta eccome e per chi lo affronterà si tratterà ogni volta come di scalare una montagna. Il mio favorito per Londra è lui.

Fino a ieri avrei messo Federer addirittura in Pole Position, ma la sconfitta subita con Monfils ha scalfito le mie già vacillanti convinzioni e fatto pendere definitivamente la bilancia dalla parte di Nadal. Lo svizzero aveva già giocato molto bene a Basilea ed era apparso in uno stato di forma eccezionale fino al match di quarti di finale contro Melzer. Poi, inaspettato, il clamoroso passo indietro contro Monfils, ed ennesima sconfitta (quarta dell'anno) dopo aver avuto matchpoint a favore (addirittura cinque questa volta).
Difficile ipotizzare cosa possa essere successo. Troppa la differenza vista in campo tra il Federer ammirato nei primi tre turni e la sua sbiadita e sonnecchiante (notte in bianco?) controfigura andata in onda contro Monfils. A voler fare i pessimisti si potrebbe pensare che il fuoriclasse svizzero non sia più in grado di esprimersi con continuità ad altissimi livelli, quando si tratta di affrontare impegni ravvicinati. Ci potrebbe stare. Ha 29 anni, una bacheca stracolma di trofei e deve battagliare con avversari motivatissimi e di 5-6 anni più giovani di lui.
Ma potrebbe essersi trattato, più semplicemente, di una cattiva giornata. A chi non capita? Se Nadal ha perso con Melzer, a Federer può anche capitare di perdere da Monfils. Anche a lui poi le motivazioni non mancano. Intanto non vince il Master dal 2007, un'enormità per uno come lui. Poi vorrà sicuramente rilanciare la sua caccia alla prima posizione mondiale. Una mesata fa dichiarò di non essere interessato alle posizioni di rincalzo, ma solo al primo posto della classifica: da allora, ha rosicchiato circa 2100 punti a Nadal (che però non avrà punti da difendere al Master).
A Londra dovrà cercare di essere aggressivo come negli ultimi tempi. La superficie non lo aiuterà, ma non potrà permettersi in alcun caso di essere attendista. Il suo servizio – che ha funzionato divinamente nelle ultime settimane – potrebbe fare la differenza. Nessuno degli altri protagonisti ha la sua capacità di variare con questo fondamentale. Sembra migliorato nel gioco di volo da quando è affiancato da Annacone, ma sembra “sentire” meno la palla – e quindi spingere meno – con i colpi da fondo campo.

Seconda fila: Murray e Soderling
Siamo alle solite. Lo vedi giocare a Shangai ed è capace di incantarti per quanto gioca bene. Poi tra Valencia e Bercy le prende da Monaco e Monfils senza quasi battere ciglio. Qual è allora il vero Murray? A Parigi è sembrato stanchissimo. Ma è anche vero che le sofferenze sembra quasi che se le cerchi. Non c'è niente che gli piaccia più che correre dietro ai colpi degli avversari. Lui si eccita correndo da una parte all'altra del campo. E allora è anche logico che alla fine il fisico, per quanto eccezionale, ti presenti il conto.
A Bercy contro Nalbandian è stato capace di vincere facendo serve&volley negli ultimi due set, dopo aver perso male il primo. Lo si sapeva e lo si è sempre detto: possiede il tennis per essere più aggressivo. Ma forse si diverte meno nell'esserlo, chi lo sa.
Nonostante tutto, per Londra è il mio terzo favorito. Avrà a disposizione una decina di giorni per ricaricare le batterie e non poche possibilità di aggiudicarsi il titolo più importante della sua carriera. Con Nadal non al 100%, Federer che ha un bilancio negativo nei suoi confronti, Djokovic probabilmente con la testa più alla Davis che al Master, potrebbe davvero essere la volta buona.
Gioca in casa e lo scorso anno subì un'eliminazione-beffa addirittura per differenza game nel Round Robin. Anche a lui le motivazioni non dovrebbero mancare, tanto più che l'O2 Arena non è Wimbledon, quindi dovrebbe sentire molto meno la pressione.
La superficie è forse un pò troppo lenta per le sue caratteristiche, dal momento che ama molto appoggiarsi ai colpi degli avversari più che spingere in prima persona. Non ci fosse stato quel tremendo precedente dello scorso anno contro Federer lo avrei forse messo anche in prima fila. Ma sono molto vicini e non mi meraviglierei se alla fine riuscisse finalmente a spuntarla.

Giuro: avevo deciso già prima della finale di Bercy. Aveva passato un brutto periodo dopo lo Us Open, ma vedendolo battere a Parigi uno dopo l'altro e in modo convincente Simon, Wawrinka e Roddick, mi sono convinto che il quarto favorito per il Master poteva essere proprio Soderling. La vittoria in semi contro Llodra poi (nient'affatto da sottovalutare) ha fatto il resto.
Già lo scorso anno aveva sfiorato il colpaccio a Londra, perdendo in semifinale 7-6 al terzo da Del Potro, dopo aver mancato una palla del 5-2 nel set decisivo. Quest'anno potrebbe ripetersi. È in forma e la superficie è perfetta per lui, dal momento che gli lascia il tempo di manovrare con quei suoi ampi movimenti. Dovesse vincere oggi contro Monfils (non semplice) arriverebbe ancora più convinto delle proprie possibilità. Una cosa è certa: da due anni a questa parte tutti quelli che voglionio vincere titoli importanti devono vedersela anche con lui.

Terza fila: Berdych e Djokovic
Lo so che state storcendo il naso, ma a Bercy ho rivisto a sprazzi il Berdych di qualche mese fa. Magari si tratta più di una sensazione che di miglioramenti concreti, ma dovessi puntare su un outsider per Londra farei proprio il suo nome: potrebbe essere la mina vagante del torneo.
Con Davydenko (sua bestia nera) ha mezzo buttato la partita, ma per larghi tratti ha dominato e ancora adesso, ripensandoci, si fa fatica a capire come abbia fatto a perdere. È il suo primo Master e può giocarlo con tutta la tranquillità del mondo. Non ha nulla da perdere e, visti i risultati deficitari degli ultimi mesi, nessuno si aspetta nulla da lui. Le condizioni ideali per creare la sorpresa.
Senza contare poi che stiamo parlando di un giovanotto che a tennis sa giocare eccome. Se poco poco riacquista fiducia può far vedere i sorci verdi a molti e mettere comunque in difficoltà chiunque. Da tenere d'occhio.

Altro che storcere il naso ora. Mi starete proprio prendendo per matto! Djokovic sesto favorito? È ovvio che non si tratta di una valutazione in termini di valore assoluto. In quel caso sarebbe sempre e comunque da podio. Quanto piuttosto di una valutazione di carattere contingente. Semplicemente, non credo che in questo momento Nole abbia le giuste motivazioni per vincere un torneo di questo genere. Penso che il suo grande obiettivo sia attualmente la finale di Coppa Davis, che la Serbia potrebbe conquistare per la prima volta nella storia. Faccio allora fatica ad immaginare un Djokovic concentrato al 100% su di un avvenimento (inoltre già vinto) che potrebbe portargli via non poche energie fisiche e mentali in vista del vero boiettivo di questo finale di stagione. Tutto qui. Nole è e resta un grandissimo giocatore, migliore di Soderling e Berdych. Ma una finale di Davis, in casa per altro, non è che capiti ogni anno per un paese come la Serbia. Non mi meraviglierei dovesse essere eliminato già nella prima fase.

Quarta fila: Ferrer e Roddick
Nel suo unico Master disputato fino a questo momento, Ferrer è stato addirittura capace di arrivare fino in finale. Stavolta la vedo più dura per lui. A Bercy è apparso molto affaticato, soffrendo prima contro Fognini e poi perdendo con Melzer. La superficie lenta potrebbe avvantaggiarlo, ma con i pesi massimi presenti a Londra potrebbe passare bruttissimi quarti d'ora. Una cosa è certa: non regalerà nulla. Chi vorrà batterlo, dovrà sudarsela fino all'ultimo quindici, perché lui non molla mai. Si può stare certi che se qualcuno dei big non giocherà ai suoi livelli lui sarà in grado di approfittarne, perché difficilmente gioca al di sotto del suo standard. Sembrava un giocatore finito per questi livelli, invece è stato capace di risalire a poco a poco e tornare a giocare un secondo Master. Chapeau.

Ce l'ha fatta ancora una volta, Roddick, ad entrare nei migliori otto. Era iniziato benissimo il 2010, poi problemi d'ogni genere che lo avevano portato addirittura fuori dai Top Ten. Senza il grave infortunio di Del Potro probabilmente non sarebbe qualificato, ma bravo comunque nel reagire e racimolare nel finale di stagione i punti necessari per presentarsi a Londra. Dove, tra gli otto presenti, temo sia quello con meno possibilità di successo. Troppi avversari forti tutti insieme e troppo lenta la superficie per il suo livello attuale. Dovrebbe sperare in un sorteggio molto favorevole (ipotizzo: uno tra Nadal e Federer, Djokovic e Berdych) per sperare di issarsi fino alla semifinale. Con Berdych e Djokovic avrebbe precedenti nettamente favorevoli, quindi potrebbe anche giocarsela per il secondo posto: mai dire mai.

Enzo Cherici

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker