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14/11/2010 12:00 CEST - Interviste

Roger Federer 13/11/2010

trad. a cura di Tino Cianciotti

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Domanda: La vittoria ti è sfuggita di mano...
Federer: Si. E' stato un match duro. Una sfida basata sui servizi soprattutto all'inizio. Non riuscivo a rispondere come avrei dovuto; dopo aver salvato qualcosa come 3 palle break nel primo game non ho avuto più problemi di quel genere. Nel secondo set ho avuto una chance quando Gael ha commesso 3 doppi falli e si è un po' disunito, ma non sono riuscito a coglierla. Poi nella terza frazione ero in controllo e sono stato avanti di un break. E' deludente perdere un match così, ma quando la superficie è così veloce e il tuo avversario gioca bene sono cose che possono accadere. Ed è proprio così che è andata stasera.

D.: Monfils è stato a lungo un “enigma”: la gente ha stentato a capire perchè, con le sue capacità, non sia stabilmente nella top ten. Credi sia arrivato il suo momento?
R.: Ha avuto dei problemi fisici ad inizio carriera. E' ancora giovane e, se sta bene, può farcela. Pare avere sempre dei problemi alle ginocchia, ha un gioco molto fisico ed è atleticamente abilissimo. Ha grandi potenzialità e credo stia giocando meglio di quanto abbia fatto in passato. Ma è difficile giudicarlo solo per un match giocato peraltro su una superficie così veloce.

D.: Hai dei rimpianti? Tutti quei matchpoint, il break subìto nel terzo set...
R.: E' così che vanno le cose sulle superfici veloci: stai vincendo e improvvisamente la situazione si ribalta. 4-2, 30-0 per me e il tuo avversario ha improvvisamente una palla break senza che te ne renda conto. Questo è ciò di cui mi rammarico: non ricordo neanche se a quel punto ho giocato bene o no. Non credo comunque di essermi deconcentrato, mi sono sentito in fiducia per tutto il torneo. Certo la sconfitta è dolorosa e su almeno una o due palle break avrei potuto giocare meglio. Gael mi ha offerto un paio di seconde sulle quali avrei potuto rispondere meglio ma lui è stato anche molto fortunato. Era in una situazione difficile ed è riuscito a colpire come si deve. Io no.

D.: Non si è ancora conclusa, ma tenta di fare un bilancio sulla tua stagione indoor.
R.: Sto giocando bene, mi sento in fiducia. Quello di oggi non è stato un brutto match e credo di aver giocato bene. Certo, se oggi avessi vinto avrei avuto buone chance di aggiudicarmi il torneo domani. Non è andata così, quindi mi tocca guardare avanti e prepararmi per Londra.

D.: Eri stanco a fine match?
R.: No, mi sentivo bene fisicamente ed è un sollievo realizzare di aver concluso il torneo in buona forma fisica. Anche mentalmente sono fresco, questa è la cosa più importante. Le vittorie sono importanti, ma è fondamentale essere in forma e non subire infortuni: mi consente di superare facilmente i postumi della sconfitta.
Tornerò brevemente in Svizzera e poi mi preparerò per Londra. Credo di avere buone chance di vittoria in quel torneo.

D.: Eri nervoso durante il torneo?
R.: No, ce l'ho messa tutta quest'anno. La finale avrebbe potuto essere Federer-Llodra e invece sarà Monfils-Soderling. Comunque una grande finale che fa seguito a due semifinali straordinarie.

D.: Ti ha impressionato il gioco di Monfils?
R.: Vorrei evitare di essere troppo critico ed anche di lodarlo eccessivamente. E' stato un tipo di match che si risolve in pochi punti. E' stato forse mentalmente più stabile, è più in forma....non so. So solo che ha giocato bene oggi come nei turni precedenti. Ha dovuto difendere i punti della scorsa edizione e sono felice per lui. Ora gli toccherà confermare queste prestazioni e tentare di essere più consistente il prossimo anno: le condizioni non sono sempre ideali come a Bercy. Comunque spero riesca a continuare così.

D.: Sei soddisfatto della velocità di questa superficie?
R.: Sono soddisfatto del fatto che sia diversa dalle altre: sulle superfici lente ci tocca restare a fondo, giocare e attendere che l'avversario sbagli. Qui il gioco è più diretto e si cerca di colpire negli angoli. Mi piace, permette ad un altro tipo di talento di emergere. Apprezzo il fatto che le superfici siano diverse tra loro perchè ciò rende il gioco più interessante.

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker