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08/12/2010 07:28 CEST - FINALE COPPA DAVIS

La debacle vista dai media francesi

TENNIS - Grazie allo straordinario lavoro di ricerca e traduzione di Chiara Venturini, ecco come i media francesi hanno accolto la clamoroso sconfitta dei galletti nella finale di Coppa Davis. Dalla disillusione per il sogno svanito alle inevitabili critiche a Forget passando per la convinzione che la nazionale francese abbia ancora il cartello "lavori in corso". Traduzioni di Chiara Venturini

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È stato solo un sogno
Sophie Dorgan, L’Equipe, 05/12/2010

Il sogno dei francesi si è infranto contro la realtà serba. Novak Djokovic contro Gaël Monfils e Viktor Troicki contro Michaël Llodra sono stati semplicemente troppo forti. La Serbia conquista la sua prima Coppa Davis.

Non è stato che un sogno. La realtà sul campo si è rivelata serba: negli ultimi due match, appena tre set per Novak Djokovic contro Gaël Monfils (6-2, 6-2, 6-4) e Viktor Troicki contro Michaël Llodra (6-2, 6-2, 6-3). In lacrime, Llodra crolla sulla sedia, tutti i compagni di squadra lo circondano. La faccia nascosta nell’asciugamano, non vuole vedere la gioia degli avversari. Attorniato da tutta la squadra lascia il campo sulle gambe tremanti. Arnaud Clément gli porta le racchette, Lionel Roux [allenatore della squadra di Davis, ndt] la borsa e Jo-Wilfried Tsonga la giacca della tuta. Lui non ha più forze. Djokovic, salvatore della patria, e Troicki, eroe nazionale, si congratulano e assaporano la prima Coppa Davis della Serbia. Il numero 3 del mondo onora la scommessa e va a cercare delle sedie. Aveva promesso la vittoria, ha conquistato i suoi due punti senza perdere un set. Aveva promesso un taglio di capelli collettivo, li ha rasati come il resto della squadra. Il pubblico è in delirio. Persi nella propria esultanza, i serbi dimenticano di andare a salutare i Bleus, ad eccezione di Troicki e di Nenad Zimonjic, futuro compagno di doppio di Llodra.

I francesi non hanno avuto le armi

Non è stato che un sogno. Nella realtà lo score è da incubo. Questa domenica, Monfils e Llodra non hanno avuto le armi necessarie. Monfils ha fatto un buon match, ma Djokovic è stato troppo forte. Llodra non è riuscito a esprimersi. Tutto è sembrato troppo lento: il campo, le gambe e anche il suo calvario. Nervosissimo in doppio, Troicki si dimostra maestoso in singolare. Calmo e posato, serve bene e risponde anche meglio. Il suo rovescio è velenoso: Llodra non trova alcuno spiraglio. Anche il break che all’inizio del secondo set gli permette di condurre 2-0 è solo un fuoco di paglia. Troicki infila otto giochi consecutivi e conclude con un’ultima risposta vincente di rovescio. Il francese è a terra, il suo sogno d’infanzia appena dissolto, l’insalatiera è serba. Il punteggio riflette la realtà e nessun interrogativo sulla scelta fatta dal capitano per l’ultimo singolare non può mascherarla: i serbi sono stati semplicemente più forti. E non si tratta di un’illusione.


“Molto meglio di noi”
Conferenza stampa di Guy Forget, L’Equipe, 05/12/2010

Evidentemente molto deluso, Guy Forget constata con rimpianto il dominio assoluto della Serbia, ma difende la scelta di Llodra per il quinto match.

Guy, come analizza la sconfitta?

Novak Djokovic ha fissato uno standard molto alto fin dall’inizio. Quando si gioca contro il numero 3 del mondo a casa sua con il suo pubblico, si può solo fare il match della vita e sperare di vincere. Né Gilles né Gaël ci sono riusciti. La vera sorpresa è stata Troicki. Mika [Llodra, ndt] pur essendo in ottima forma si è visto rispondere al servizio come se fosse ancora tra gli juniores. Lui che normalmente tiene il servizio contro i migliori al mondo si è fatto breakkare un numero incredibile di volte. Mi ha persino chiesto se stava servendo bene, visto che Troicki era sempre sulla palla. Troicki ha fatto la partita perfetta. Noi non siamo stati abbastanza bravi, senza peraltro aver giocato male. Nel corso dei due match [di domenica, ndt] non siamo mai stati in posizione di vincere, è questo che è frustrante. Bisogna accettare di aver perso con una squadra molto migliore di noi.

Rimpiange di aver preferito Llodra a Simon?

Gilles si sentiva in grado di debuttare venerdì, è più semplice iniziare un incontro che terminarlo. È sempre difficile arrivare sul 2-2 senza avere ancora abbastanza punti di riferimento in Coppa Davis. Gilles ha giocato tre partite e ha vissuto tre sconfitte [Forget non conta i match vinti a risultato già acquisito contro Spagna e Argentina quest’anno, ndt]. So che questa statistica cambierà perché è molto forte, [ma] entrare in campo con questo peso non è semplice e Mika ha sempre realizzato delle belle performance sia in singolare che in doppio. Per me, forte della vittoria in doppio, era l’opzione migliore. Aveva ben recuperato ieri sera [sabato, ndt], anche Gilles era pronto. Ho fatto la mia scelta e sono rimasto convinto fino alla fine che sia stata quella giusta. Adesso non so se Gilles avrebbe potuto fare meglio. Non voglio pormi questo genere di domanda. Tenuto conto dello stile di gioco degli uni e degli altri, del bilancio di ciascuno, penso ancora che Mika avrebbe potuto vincere.

Quali lezioni si possono trarre da questa Coppa Davis?

Abbiamo un gruppo eccezionale. Non voglio cercare scuse, ma Jo [Jo-Wilfried Tsonga, ndt] non ha potuto giocare quarti, semifinale e finale. Oggi non si può fare a meno di pensare che se non fosse stato infortunato le cose sarebbero potute andare in un altro modo. Questo gruppo è giovane e si sta ancora facendo. Abbiamo visto un Gaël che ci ha mostrato delle cose interessanti, Richard [Gasquet, ndt] che era qui come sostituto si è impegnato a fondo e sappiamo quanto talento abbia e quanta voglia di rientrare nel gruppo. Per la squadra questo è il primo anno, l’inizio di una nuova avventura. Pensate se la Serbia non avesse avuto Djokovic, non riesco a immaginare che avremmo perso. Jo ci è mancato, ma quelli che hanno giocato hanno portato la Francia in finale. Si sono ampiamente meritati la convocazione.


“Perdiamo da uomini”
Dichiarazioni di Llodra, Monfils e Simon, L’Equipe, 05/12/2010

Llodra: oggi ho perso da un giocatore più forte, punto. Siamo molto delusi ma questo non cancella il lavoro fatto nel corso dell’anno. Venivo da una striscia di sei vittorie [in Coppa Davis, ndt], oggi ho trovato un grande Troicki, non sono riuscito a trovare delle soluzioni. È stato semplicemente più forte di me dal primo all’ultimo punto. Abbiamo per forza dei rimpianti, ma possiamo essere fieri di noi stessi e rientrare in Francia a testa alta. È la legge dello sport, bisogna essere solidali nella sconfitta. Come diceva Lio [Lionel Roux, ndt] si vince da uomini e si perde da uomini, siamo una squadra. Spesso è dalle sconfitte che si impara e si vede se un gruppo è unito. Oggi abbiamo dimostrato di essere una grande squadra anche se abbiamo perso.

Monfils: abbiamo dato tutto. È una delusione, ma abbiamo incontrato una squadra più forte. Ci rimetteremo al lavoro. Siamo giovani, ci conosciamo da tantissimo tempo, cominciamo a fare bene. Con il ritorno di Jo e Julien [Benneteau, ndt] la squadra sarà rinforzata.

Simon: non è facile. Quando si arriva sul 2-2, si sa che ci sarà una grande gioia da una parte e una grande delusione dall’altra. Oggi siamo noi a essere delusi. È sempre facile vedere le cose a posteriori [a proposito della scelta di Llodra al suo posto, ndt]. Guy fa le sue scelte, ha fatto quelle giuste per portare la squadra fin qui e possiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo realizzato. Non è perché abbiamo perso questo match che bisogna rimettere tutto in discussione.


Llodra, una scelta contestabile?
Sébastien Petit, Eurosport.fr, 06/12/2010

Michaël Llodra è stato il giocatore perfetto per trainare la Francia nel corso della stagione. Ma lo è stato anche in finale? Per Guy Forget, non c’è il minimo dubbio al riguardo. Alcune ragioni che potrebbero rimettere in discussione le sue certezze dopo la sconfitta in Serbia.

Superficie inadatta?

Esplosivo a Bercy, Llodra non è stato lo stesso a Belgrado. Prima ancora che in testa, la causa principale l’aveva probabilmente sotto i piedi. Il RuKortHard era molto più lento che a Parigi, al punto che il gioco d’attacco di Llodra è stato inoffensivo. Già in doppio il parigino aveva servito pochissimi servizi vincenti, un ace appena… statistiche confermate nel match contro Troicki: nessun ace, appena il 49% di punti vinti sulla prima palla e soprattutto 10 punti vinti a rete su 41! L’esatto contrario di quello che era successo a Bercy dove era arrivato in semifinale battendo Isner, Djokovic e Davydenko… il nuovo status di Llodra, guadagnato nel corso di questa stagione di Davis, ha pesato abbastanza perché Forget continuasse a dargli fiducia. I suoi risultati parlavano da sé con vittorie su Verdasco nei quarti di Davis e su Berdych allo US Open con una superficie simile a quella di Belgrado… “Non posso dire che la superficie sia stata il vero problema”, dichiara Llodra: “Arrivavo da sei vittorie consecutive in Davis. Non sono stato in grado di trovare una soluzione. Ho semplicemente perso contro un giocatore più forte. Ovviamente siamo delusi, ma possiamo essere fieri di noi e rientrare in Francia a testa alta. Abbiamo dato tutto”.

Strategia troppo ovvia?

Llodra era deluso di non giocare già dal venerdì contro Djokovic ma aveva fiducia nella tattica di Forget di conservarlo al suo massimo per il doppio. Anche se Forget non ha ammesso in anticipo che avrebbe fatto giocare Llodra la domenica, la cosa era evidente a tutti, serbi compresi. Durante il match Monfils-Djokovic, Llodra è sparito alla fine del primo set, mentre Simon è rimasto nel box francese a fare il tifo, segno evidente che non avrebbe giocato. Questo ha forse pesato nella scelta serba di far giocare Troicki, che non aveva mai giocato contro Llodra e non aveva mai vinto contro Simon… “Ho ritenuto che Mika fosse davvero la nostra chance migliore di vincere questa partita” ha affermato Forget dopo la finale: “Non voglio pormi la questione adesso, è sempre troppo facile dire a posteriori che si sarebbe potuto fare in maniera differente. Mika aveva vinto tutte le partite di Davis precedenti, era in forma e gli piaceva la superficie. Per me era la nostra opportunità migliore di conquistare l’ultimo punto. Adesso si dirà che mi sono sbagliato, ma non pensavo che Viktor sarebbe stato così bravo. Non avevo mai visto nessuno rispondere in maniera così efficace al servizio di Mika. Fino all’ultimo sono rimasto convinto di aver fatto la scelta giusta anche perché Mika aveva recuperato bene sabato sera [dopo il doppio durato 4h33, ndt]. In ogni caso non mi sono posto il problema di sapere chi c’era nel box dietro di me. Non so se Gilles avrebbe fatto meglio, è sempre facile dirlo a posteriori”.

Pressione troppo difficile da gestire?

Dall’inizio del weekend Llodra ha avuto difficoltà a rilassarsi. Ha iniziato il doppio di sabato piuttosto contratto, come lui stesso ha riconosciuto dopo una performance sottotono a fianco di Clément, e non è riuscito a isolarsi dalla pressione del pubblico serbo, che ha sostenuto a gran voce la sua squadra nel corso del weekend: “Chi non avrebbe avvertito una certa pressione?” si chiede Llodra: “All’inizio, chiedevo a Guy quando sarebbe arrivata, perché non sentivo niente… ma entrare sul 2-2 non è mai semplice. Ho cercato di dare tutto quello che avevo, avrei voluto giocare meglio, fare un match favoloso. Purtroppo non ci sono riuscito, può succedere, è la legge dello sport”. Legge dello sport che viene richiamata anche da Forget, secondo cui gli arbitri non sono stati abbastanza severi con gli eccessi del pubblico serbo. Il capitano francese è stato a un passo dallo scattare contro gli spettatori “idioti” che fischiavano durante i turni di servizio dei suoi giocatori: “Tre volte su cinque si sentiva fischiare quando i francesi erano al servizio e lanciavano la palla. Si trattava di una piccolissima minoranza di spettatori ma è comunque intollerabile. Bisogna prendere provvedimenti contro questo genere di cose. Questo non capita durante gli altri incontri di Coppa Davis, neppure in certi paesi sudamericani dove il pubblico è molto nazionalista e quasi al limite. Questo può spiegare alcuni degli errori fatti da Mika. Quando si deve giocare sia contro l’avversario che contro gli idioti sugli spalti, la cosa è stancante. Non è l’unico fattore [della nostra sconfitta, ndt], ma è necessario affrontare il problema”.


Lavori in corso per i Bleus
Julien Carrasco, Eurosport.fr, 06/12/2010
 

Guy Forget è pronto a proseguire l’avventura in Coppa Davis, visto l’enorme potenziale del gruppo che ha appena raggiunto la finale. Detto questo, non c’è ancora niente di definito, perché la maggior parte dei giocatori avrà delle questioni individuali da sistemare. I lavori a breve termine…

Il morale di Llodra

In modalità PHM 2002 per qualche minuto [riferimento alle lacrime di Paul-Henri Mathieu dopo aver perso il singolare decisivo nella finale contro la Russia, ndt], Llodra ha ricevuto il sostegno di tutta la squadra per digerire la sconfitta più crudele della sua carriera. Nel giro di qualche settimana il parigino ha vissuto il meglio – semifinale a Bercy, vittoria in doppio in una finale di Davis – e il peggio: sconfitta in un match decisivo nella stessa finale. Lo stesso giocatore che ormai afferma senza timidezza di voler “vincere un torneo dello Slam”, dovrà essere in grado di riprendersi. Mats Wilander in persona gli dà fiducia in un’intervista: “Sta vivendo una seconda carriera ed è ben affiancato”.

Il futuro di Forget

Guy Forget aspettava questo gruppo da due o tre anni. Ora che può lavorare con setto/otto giocatori di grande qualità fra cui un leader naturale o due (Tsonga e Monfils), perché partire? [Il suo contratto scade a fine 2010, ndt]. “È l’inizio di un’avventura”, spiegava domenica sera. Con lui senza dubbio... anche se ci sarà da tirare le somme, undici anni dopo il suo arrivo alla guida della squadra e alla quarta finale giocata (una vittoria). Ripartire con un diverso modo di lavorare? Possibile: la gestione della nuova generazione impone a Forget di rimettere in discussione il proprio stile. Lo ha già fatto in qualche misura con Monfils, dovrà forse adattarsi ancora di più alle esigenze dei giocatori che vogliono restare nella top ten.

Il fisico di Tsonga

È il leader incontestato ma quest’anno ha saltato le partite più importanti a causa di infortuni a ripetizione. Deve fare come Federer e privilegiare il circuito ATP e gli Slam? Secondo lui, non è necessario scegliere. La questione si porrà più probabilmente al livello del “gruppo Francia”, vale a dire in generale la Federazione. Che cos’è più importante, un successore a Yannick Noah [ultimo francese vincitore di un torneo dello Slam, ndt] o la decima Coppa Davis?

Sbloccare Gasquet

Enigma totale. Gasquet ha ancora il talento per rovesciare le montagne ma neppure Forget ha abbastanza fiducia in lui per schierarlo in Coppa Davis. Dovrebbe rifare un exploit come a Wimbledon 2007 [semifinale persa da Federer dopo aver rimontato due set a Roddick nei quarti, ndt] per rientrare in squadra, altrimenti si limiterà a fare il sostituto di lusso. Il gruppo si è formato non proprio senza di lui, ma comunque nel momento in cui la sua carriera attraversava un periodo buio.

Una vittoria per Simon

Tre partite, tre sconfitte in Davis [contando solo match decisivi, ndt]. È questo che ha fatto esitare Forget domenica. Secondo Wilander, Forget avrebbe fatto bene a non schierarlo perché Gilles avrebbe avuto problemi a riprendersi da una sconfitta nel quinto match, è in cerca di fiducia e una sconfitta avrebbe potuto incrinarla. Considerazione accettata, ma francamente Simon non ha davvero avuto l’occasione di esprimersi in Davis. Tre partite difficili fuori casa, contro giocatori che hanno messo in campo il loro gioco migliore (Berdych, Stepanek, Djokovic). Lo si dovrebbe rivedere, e al più presto.

La pensione per “La Clé”

Eroe inaspettato di un doppio memorabile, Arnaud Clément nel corso del weekend è riuscito a fare quello che nessun altro giocatore francese è arrivato a fare, superarsi. A quasi 33 anni, resta il giocatore simbolo dell’era Forget post-2001, quello che ne rappresenta meglio lo spirito: lavoro, determinazione e fedeltà al gruppo. Potrà forse dare ancora un aiuto nei prossimi mesi ma, come ha detto Forget, bisognerà prepararsi per il futuro. In doppio, Julien Benneteau è prontissimo a prendere il testimone, sia come livello di gioco che come mentalità (anche un giocatore come Jérémy Chardy potrà dire la sua una volta completamente maturato). Nessun problema su questo versante, Forget ha la sua staffetta.


Forget sulla graticola

Louis Chenaille, Radio Montecarlo, 07/12/2010

Nonostante la Francia avesse una squadra più ricca, non ha avuto abbastanza carattere lo scorso weekend a Belgrado contro la Serbia. “Una responsabilità collettiva”, riassume l’ex direttore tecnico federale Patrice Dominguez. La sconfitta analizzata in quattro domande sul capitano.

1. Ha fatto le scelte giuste?

Simon venerdì, Llodra in doppio il sabato e in singolare la domenica… tre partite e una sola vittoria. Buone scelte? Simon si è fatto asfaltare da Djokovic, Llodra ha vinto con Clément dopo aver rischiato di combinare un danno irreparabile. E domenica è stato inesistente contro Troicki. Dopo la sconfitta di Simon, Forget aveva detto di “non avere rimpianti”. Ma Llodra aveva le spalle abbastanza larghe per essere il numero uno bis? “Mika aveva giocato molto bene a Bercy ma forse in questo momento la sua preparazione era in fase calante” ammette Henri Leconte [vincitore della Davis nel 1991, attualmente commentatore e conduttore televisivo, ndt]. “È normale che abbia giocato Llodra” sostiene il presidente federale Jean Gachassin, “soprattutto dopo l’ottima prestazione a Bercy. Il capitano ha fatto le scelte giuste”.

2. Ha gestito bene la pressione del pubblico?

La ragion d’essere dello stage a Saint-Cyprien era di costruire una mentalità di ferro per isolarsi dal pubblico di “furiosi”, come li ha definiti il dottor Montalvan [Bernard Montalvan, medical director del Roland Garros, che segue anche la squadra di Davis, ndt]. Paradossalmente, è stato Forget a sembrare il più irritato dall’ambiente dell’Arena di Belgrado. “Tre volte su cinque si sentiva fischiare quando i francesi servivano, è intollerabile. Questo non capita neppure in certi paesi sudamericani. Giocare anche contro gli idioti sugli spalti alla lunga è faticoso”.

3. Il suo metodo ha ancora qualcosa da dare?

“Avrei voluto avere Jo [Tsonga, ndt] in campo in certe occasioni”. In assenza di un leader, Forget ha cercato di capitalizzare lo spirito di gruppo. “Ho visto dei ragazzi molto solidali che all’inizio non erano necessariamente amici. Ho visto gli infortunati venire a incoraggiare gli altri. Ho visto una squadra di sette giocatori e non l’avevo mai visto accadere neppure quando ancora giocavo…”. [Ma] Monfils nel suo piccolo, Llodra incapace di superarsi, Simon pressoché inesistente… il fuoco sacro non è arrivato. “La responsabilità è collettiva” conclude Dominguez.

4. La fine di un ciclo?

“Con il potenziale che abbiamo, speriamo di ripartire l’anno prossimo per una grande stagione” annuncia Jean Gachassin (il primo turno si giocherà in Austria il 4-6 marzo). “Siamo fieri di aver raggiunto la finale, anche se una finale è da non perdere…”. Alla guida della Francia di Davis da undici anni, vincitore da giocatore nel 1991 e 1996 e da allenatore nel 2001, Forget è arrivato a un match dal rivivere la stessa gioia. “Ho passato quattro settimane da sogno. La Federazione si riunirà nelle prossime settimane per decidere come gestire questa squadra. Se potrò dire la mia, lo farò con piacere. Con questo gruppo, si deve giocare per vincere”. Con o senza Forget?

Traduzione a cura di Chiara Venturini

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