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10/12/2010 11:51 CEST - MISTER ACE

I Re dell'ace: Isner sul trono 2010

TENNIS - Il gigante americano senza concorrenti. E non solo a Wimbledon. La classifica degli ace anno per anno (1991-2010). I più grandi battitori della storia da Tilden a Hoad, da Becker al recordman Ivanisevic fino a Roddick (e il suo cannon ball a 249 km/h) e Karlovic (e tanti altri). E quando nel 1970 cambiò la regola del salto a piè pari. Ma anche con Vines e Falkenburg poteva essere un'arma micidiale...Claudio Giuliani

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Ace, ovvero l’arte di fare punto nel più breve lasso di tempo possibile. Ogni anno quindi le statistiche Atp ci permettono di scoprire chi è stato il numero uno nel campo del servizio, nelle sue diverse sfaccettature. Re del 2010 degli ace è John Isner, di cui chissà per quanti anni ricorderemo la prestazione di Wimbledon 2010, dove, opposto al francese Nicolas Mahut, ha servito la bellezza di 99 servizi che non hanno trovato opposizione alcuna. Il francese, tanto per non essere da meno, in quell’occasione ne ha serviti 95. Fra gli altri record stabiliti inerenti il servizio in quella storica partita (Bud Collins ha rivisitato il suo storico libro di tennis inserendo un capitolo su questo incontro), da sottolineare quello che ha visto i due capaci di tenere il proprio turno di battuta per 84 turni consecutivi. Isner, 25enne, numero 19 del mondo, ha concluso il suo 2010 tagliando il traguardo dei 1048 ace (con 60 partite giocate), servizi che gli hanno dato una grande mano nel vincere il 90% dei game in cui è stato chiamato alla battuta. In questa fantastica percentuale, ad avere un parziale migliore è l’americano a Roddick, autore di 815 ace (66 match, con il 91% di game tenuti su proprio servizio) seguito da Soderling a 739 (75), Querrey a 709 (60) e Roger Federer che ha raggiunto quota 658 in 78 incontri disputati. Isner è invece undicesimo invece nella classifica dei punti vinti con la prima (76%, primo Fish con l’80%) mentre come percentuale di prima palla di John è al 69%. Un tennista quindi che può fregiarsi del titolo di miglior battitore del 2010 e che sarà ricordato fra i più grandi detentori di quell’arma micidiale che è il colpo di inizio gioco. Ma chi sono stati nella storia i migliori battitori di questo gioco?

La classifica degli ace negli ultimi 20 anni
Detto che crediamo più facile azzerare il debito pubblico italiano invece che superare il record del numero degli ace serviti in un anno, avendo Goran Ivanisevic settato l’asticella a 1477 nel 1996, tanti sono i tennisti, specie nell’ultimo ventennio ma non solo, che sono diventati maestri nell’arte del colpo di inizio gioco. Diamo uno sguardo alla classifica dei primatisti nel campo degli ace dal 1991 in poi:

1991 - Guy Forget (611 aces- 7.2 per match)
1992 - Goran Ivanisevic (957 - 11.9)
1993 - Pete Sampras (1011 - 10.0)
1994 - Goran Ivanisevic (1169 - 12.7)
1995 - Pete Sampras (974 - 11.0)
1996 - Goran Ivanisevic (1477 - 14.3)
1997 - Goran Ivanisevic (1048 - 13.9)
1998 - Goran Ivanisevic (1065 - 14.7)
1999 - Richard Krajicek (819 - 12.7)
2000 - Marat Safin (921 - 9.2)
2001 - Goran Ivanisevic (801 - 16.7)
2002 - Wayne Arthurs (807 - 16.4)
2003 - Andy Roddick (989 - 11.1)
2004 - Andy Roddick (1017 - 12.5)
2005 - Andy Roddick (912 - 12.4)
2006 - Ivan Ljubicic (929 - 11.9)
2007 - Ivo Karlovic (1318 - 20.5)
2008 - Ivo Karlovic (961 - 17.8)
2009 - Ivo Karlovic (890 - 20.6)

La gara di velocità
Difficile fare un paragone fra epoche, considerato i vari cambiamenti sia fisici che a livello di attrezzistica, ma soprattutto di sistemi di rilevazione della velocità. Oggi il record per l'ace più veloce viene attribuito ad Andy Roddick, il quale ha servito una battuta misurata a 249 km/h contro Vladimir Voltchkov durante la Coppa Davis del 2004. Il record degli ace consecutivi è detenuto da Sam Querrey, che ne ha serviti 10 contro James Blake nei quarti di finale all'Indianapolis Tennis Championship del 2007. Ma sono tanti i tennisti ad aver scagliato servizi devastanti a livello di velocità. Fra i più recenti sicuramente i croati Karlović, Ljubičić e Ančić, per anni leader delle statistiche Atp alla voce battuta. Ma anche in passato ci sono stati giocatori capaci di mettersi in evidenza non solo per la velocità dei loro servizi (effettuati in prevalenza con racchette di legno), ma anche per l’efficacia degli stessi. Se le statistiche ci aiutano nell’ultimo ventennio, andiamo alla riscoperta dei grandi battitori del passato affidandoci alle cronache e alla letteratura specifica.

Roscoe Tanner
Il bombardire di Chattanooga, Tennessee classe 1951, giocò in prevalenza con racchette di legno. Vinse l’Australian open nel 1977 superando Vilas in finale e perse in 5 set da Borg nel 1979 a Wimbledon. Mancino, soprannominato “The Rocket”, era capace di uno straordinario mulinello al servizio. Bjorn Borg ricorda così la loro finale a Wimbledon: “Avevo una fifa nera visto che dipendeva tutto da lui, da quel matto di Tanner. Aspettavo quelle battute a centocinquanta miglia (sic), delle quali una spezzò addirittura il tirante della rete. Non capivo quasi mai dove sarebbero atterrate. In quel match, quando pensavo di avere poche chance, mi fece omaggio di due o tre punti. Bastarono”. Si narra che un servizio dell’americano venne cronometrato a 163.3 miglia (263 km/h), ma non è un dato certo in seguito alla scarsa precisione delle macchine di rilevazione dell’epoca.

Mike Sangster
Rinomato per il suo servizio, si narra che la sua battuta più veloce abbia toccato l’incredibile velocità di 154 miglia nel 1963. Questo, tecnologie di rilevazione di velocità permettendo, lo compara di diritto alle 155 miglia raggiunte da Andy Roddick nel 2004 in un match di Coppa Davis. Questo record (considerato tale a livello mondiale) non è ufficiale poiché non è stato registrato con una tecnologia moderna. All’epoca, per contrastare il devastante servizio di “Cannonball Man” (così era soprannominato), l’unica possibilità era concedere metri di campo alla ribattuta. Una volta, durante un match degli Us Open, Rod Laver arretrò talmente tanto per rispondere a un servizio di Sangster che rimase incagliato nella rete di protezione. L’inglese detiene il record del maggior numero di incontri giocati nella Coppa Davis per l’Inghilterra, 65 (43 vittorie). Morì d’infarto durante una partita di Golf.

Boris “Boom Boom” Becker
Il soprannome la dice lunga sulle qualità del gigante tedesco, capace di trionfare sull’erba di Wimbledon a 17 anni, in virtù del suo tennis potente, cui non faceva difetto ovviamente il servizio.

Bill Tilden
E’ stato uno dei tennisti più talentuosi di sempre. Si racconta che nel 1931 un suo servizio raggiunge la velocità di 163 miglia all’ora. Sebbene le macchine non erano accurate come oggi a livello di rilevazione, senza dubbio Tilden è noto come uno dei più grandi battitori del passato.

Greg Rusedski
Mancino, è stato fra i top ten nel 1990. Il suo servizio più veloce è stato cronometrato a 148 miglia orarie. Non ha mai vinto una prova del Grande Slam avendo sprecato la sua grande occasione nel 1997 agli Us Open, dove perse in quattro set da Pat Rafter.

Goran Ivanisevic
Di Goran sappiamo tutto o quasi. Sappiamo che ancora oggi nel senior tour il suo servizio è il colpo principe. Purtroppo per lui però, l’arma che gli ha consentito di raggiungere tanti traguardi nella sua carriera, lo tradì nella finale di Wimbledon nel 1992 quando nonostante i 37 ace serviti in finale contro Agassi, venne tradito nell’ultimo turno di battuta da ben due doppi falli consecutivi. Buon per lui che ha terminato la carriera riuscendo comunque a conquistare il titolo sull’erba inglese.

Ellsworth Vines
Aveva un servizio leggendario. Durante il mach point della finale di Wimbledon del 1932 contro Bunny Austim Vines scagliò una prima palla micidiale. Il servizio fu cosi veloce che Austin raccontò di non aver capito da quale lato del suo corpo era passata la palla.

Andy Roddick
Uno dei piu’ grandi servitori americani. Capace di servire 37 aces sulla terra battuta nel 2001 contro Michel Chang vincendo l’incontro per 7-5 al quinto. Detiene come detto il record per l’ace più veloce. E’ stato numero uno del mondo e vincitore dello Us Open nell’edizione 2003. È, insieme a Roger Federer, l'unico giocatore in attività capace di vincere almeno un torneo ogni anno negli ultimi dieci.

Kevin Curren
Per anni è stato uno dei battitori più temuti nel tennis. Il suo servizio lo condusse in finale a Wimbledon nel 1985 dove venne superato da un altro grande battitore, Boris Becker.

Robert Falkenburg
Molti esperti considerano l’americano come uno dei migliori battitori di sempre. Alto e secco, affetto da problemi respiratori che ne hanno condizionato la carriera da atleta, vinse Wimbledon nel 1948.

Lew Hoad
Usò il suo potente servizio per arrivare ad un passo dal compiere il Grande Slam nel 1956, anno in cui perse l’unica prova delle quattro negli Usa, quando venne sconfitto in finale. Morì nel 1994 a 59 anni.

Altri grandi battitori sono stati anche Pancho Gonzales, Colind Dibley, Jack Kramer, Dick Savitt, in aggiunta ai tanti altri dell’era moderna come Sampras, Krajicek, Karlovic e via dicendo. Quand’è che il tennis è diventato un’arma? Si è tanto parlato nell’ultimo decennio dell’evoluzione del gioco, diventato molto più fisico. Si ricorda un tempo in cui si parlava in maniera frequente dell’introduzione di nuove regole atte a calmierare la predominanza del servizio, specie sulle superfici veloci. Come si vede, fin dal passato, quando ancora si giocava con il legno, la battuta ha svolto un ruolo determinante, ma solo per chi è era veramente in possesso di una dote straordinaria, si chiami essa coordinazione o potenza.

Cambio di regola
Di certo, a livello normativo c’è stato un cambiamento che ha segnato una sorta di spartiacque fra i giocatori. La regola è stata cambiata nel 1970 quando venne concesso a entrambi i piedi di staccarsi dal suolo, permettendo così l’effetto fionda che rende il servizio un’arma micidiale. Se molti ritengono oggi la battuta un colpo “ammazza-scambi”, beh si pensi che prima del 1970 era un arma ancora più grande nell’intera economia del gioco. Se è vero infatti che con i modesti sweet-spot (ovvero l’area di impatto utile del piatto racchetta, all’epoca era all’incirca sui 65 pollici quadrati) si poteva servire comunque a forte velocità, altrettanto difficile però era rispondere a quelle bombe di servizio avendo a disposizione un reticolato molto stretto. Anche questo fattore fu uno dei motivi che portarono all’introduzione del tie-break, considerato l’altissimo numero di set che terminavano a doppia cifra a livello di game. Cosa riserva il futuro in materia? Difficile da prevedere. Alcune superfici di gioco (vedi ultimo Master) sono state rallentate e il tennis è ancora sicuramente giocabile. Detto ciò, gli ace non mancheranno, statene certi.

Claudio Giuliani

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker