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26/01/2011 15:59 CEST - AUSTRALIAN OPEN

Schiavone: salvatrice della WTA

Articolo tratto da Foxsport.com. La Schiavone salverà la WTA? Forse lo ha già fatto.Traduzione a cura di Giulia Vai.

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Lo ammetto. Non sapevo molto di Francesca Schiavone dodici mesi fa. Mi ricordo di averla vista giocare una partita agli US Open 2009 quando tutte le prime pagine erano per la sua compagna di Fed Cup, Flavia Pennetta per aver raggiunto la top ten in quell’estate. E mi ricordo di averla vista ad Indian Wells lo scorso marzo quando ha giocato contro Aravane Rezai e di essermi detto quanto mi piaceva il rovescio ad una mano di “Fran” ma poi me ne sono dimenticato. E sono rimasto come molte persone che si sono accorte alla fine della sua presenza nella corsa stellare al titolo dei French Open, un traguardo che molti fan di tennis hanno sostenuto grazie al suo atteggiamento “Niente è impossibile”. Vi ricordate quando arrivò in semifinale e tutti dissero “è un ottimo risultato per lei” quindi tutti si aspettavano che uscisse contro Elena Dementieva? E poi tutti si aspettavano che Sam Stosur superasse di forza Schiavone in finale ma invece abbiamo avuto il piacere di vedere una giocatrice approfittare dell’occasione per un posto nella storia. E l’ha assaporata.
All’inizio della stagione 2011, sono sicuro che qualcuno si sia domandato se sarebbe stato l’ultimo anno della Schiavone sul tour. Avrebbe potuto aver qualche bella vittoria, godersi l’attenzione come campionessa uscente al Roland Garros e quindi avviarsi verso il viale del tramonto con il suo trofeo dello Slam in una mano e il pugno alzato nell’altra. Bene, basandoci sulla sua performance questa settimana a Melbourne, non sembra che abbiamo sentito l’ultimo ruggito della Leonessa. Infatti, a 30 anni potrebbe appena aver iniziato. Dopo aver vinto la sua partita, ormai un classico, contro Svetlana Kuznetsova appena sotto le cinque ore domenica, Schiavone ha scioccato molti, compresa Caroline Wozniacki, con un’altra dimostrazione di bravura di tecnica e tattica prendendo il primo set alla giocatrice numero 1 al mondo e andando avanti 3-1 nel secondo prima che la realtà, in questo caso il suo corpo stanco, vincesse la battaglia contro il suo cuore formato Australia e rallentasse l’italiana a sufficienza per permettere alla Wozniacki di rientrare nel match che la danese alla fine ha vinto, con un medical time out contestato e tutto il resto, 3-6, 6-3, 6-3.
Anche se ha perso, lo sforzo di Schiavone prodotto sul campo ha ispirato tutti a guardarla, incluso Patrick McEnroe, precedente allenatore di Fed Cup e analista di ESPN che probabilmente ha sintetizzato al meglio quando ha scritto su Twitter: “Siamo onesti, Schiavone ha riportato questo torneo….e il tennis femminile in vita”.
Wozniacki potrà aver vinto la partita ed essersi assicurata la prima posizione in classifica per il momento, ma chiunque vinca gli Australian Open sarà comunque il secondo giocatore di cui si parlerà maggiormente fino al prossimo torneo dopo Schiavone, anche tra gli uomini. E con la sua nuova classifica di numero 4, chi può dire che Schiavone non possa ripetersi al Roland Garros? O addirittura combattere per la testa della classifica se si troverà avanti nei tornei nel corso della stagione, sostenuta da un nuovo gruppo di fan che ha conquistato quest’anno in Australia?
Schiavone ha riportato il tennis in vita, secondo McEnroe? Prima dell’inizio degli Australian Open, molti articoli in pratica disprezzavano la WTA, assegnandole uno status di “tier 3” rispetto all’età dorata di Roger Federer e Rafael Nadal insieme al gioco continuo di Novak Djokovic e Andy Murray (dell’ATP). Aggiungeteci che per molti uno Slam senza Serena Williams non si può considerare legittimo e si capisce molti pensino che alla WTA sia mancato qualcosa o qualcuno che creasse interesse al di fuori dei soliti grandi nomi. Qualcuno come Federer o Nadal che grazie ai loro numerosi traguardi trascendono l’ambito prettamente sportivo.
Per qualche ragione, quando guardo Schiavone giocare, e poi guardo la gente che la guarda giocare, mi ricordo in qualche modo di Jimmy Connors. Ora so che “Jimbo” non era il beniamino di tutti, ma la sua corsa fino alle semifinali degli US Open nel 1991 a 39 anni ha ispirato molte persone. Non solo per la sua età. Era perché lui stava lì fuori a combattere su ogni punto e rendeva tutti partecipi di quello che provava sul campo. C’è questo video famoso di Connors che, dopo aver forzato il tie break del quinto set contro Aaron Krickstein, boccheggiando, si siede nella fioriera, e guardando dentro una telecamera vicino, dice ”Ecco perché sono qui. Questo è quello per cui hanno pagato” mentre il pubblico intorno a lui urlava impazzito.
E quel qualcosa è quello per cui i fan avevano pagato, anche se non avevano un biglietto per la Rod Laver Arena, questa settimana. Volevano vedere e sostenere un giocatore che non solo gli desse tutto sul campo ma che condividesse con loro, come ha detto Schiavone, “l’emozione” di essere insieme a loro sul campo, vivendo e morendo con loro su ogni punto. Qualcuno dice che anche Rafael Nadal lo faccia, nel suo modo personale, ma nel tennis femminile avere qualcuno con cui i fan possano vivere e morire, potrebbe essere quello che è mancato per così tanto tempo.
Quando ha terminato il suo match contro la Kuznetsova, a Schiavone è stato chiesto, giustamente, come si sentiva e se pensasse di avere ancora qualcosa per il suo match contro la Wozniacki. Schiavone ha detto, “Se me lo chiedete ora, direi di no. Ma, sì, sono giovane, posso correre. Posso fare tutto. Sì, per martedì sarò, non so come, ma starò bene. Perché no?”
Perché no infatti? Sappiamo ora che mettere in dubbio gli sforzi di Schiavone su un campo, anche quando non ci si aspetta niente, è inutile. Perché, come dovremmo sapere ormai, “Niente è impossibile”. Come Schiavone, il 2011 è giovane, e può ancora fornire qualche sorpresa per la veterana italiana. E per tutti i suoi numerosi fan, incluso me, tutto quello che possiamo dire è continua a correre Francesca.
Perché noi correremo con te.
 

Articolo originale in inglese

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