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29/01/2011 12:50 CEST - Australian Open

Clijsters vince da pronostico

TENNIS - Clijsters vince il quarto titolo dello Slam nonostante il matrimonio, il ritiro e la maternità. Na Li lotta bene per un set ma poi la belga prende in mano una partita che la vedeva nettamente favorita. Per la finale maschile Djokovic leggermente favorito. da Melbourne, Rino Tommasi

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La finale del singolare femminile dell’Australian Open passerà alla storia perché è stata la prima giocata da una tennista cinese in un torneo dello Slam non certo per la qualità del gioco. Senza nemmeno sfiorare i livelli raggiunti quando contendeva alla connazionale Justine Henin il primato nel Belgio e nel mondo Kim Clijsters ha vinto sfruttando una qualità che il matrimonio, la maternità e due anni di assenza dal circuito non le hanno tolto, quella di essere capace di vincere le partite possibili e quella di ieri, con tutto il rispetto per la cinese Na Li, lo era.

Non è stata, come ho detto, una grande partita e non solo perché ci sono stati 13 break su 27 games. Solo nella fase finale (gli ultimi cinque giochi) l’incontro ha ritrovato da questo punto di vista una accettabile dignità. La Clijsters non aveva dimenticato la sconfitta partita contro la Na Li nella finale di Sydney due settimane fa ed ha scaricato nel primo set la tensione ed un po’ di pausa poi, senza mai bisogno di fare gran di cose, ha preso in mano le redini del gioco e non le ha più lasciate.

Per lei è stata la quarta vittoria in un torneo dello Slam dopo i tre conquistati nell’Open degli Stati Uniti, uno prima e due dopo la sua lunga vacanza tennistica. Forse la Na Li riuscirà un giorno a vincere un grande torneo per ora si tratta di vedere quali ritorni porterà al tennis nel suo grande paese la sua mezza impresa. A questo punto il torneo deve soltanto scegliere il giocatore che avrà diritto a tentare quest’anno l’impresa di conquistare il Grande Slam. L’assenza di Nadal e di Federer da questa finale (era successo soltanto una volta da quando nel 2005 Marat Safin aveva sconfitto Lleyton Hewitt) la rende forse meno affascinante ma probabilmente più equilibrata.

A questo proposito ricorderò che proprio quando sia Nadal che Federer sono stati entrambi eliminati (nel 2008) la situazione è stata sfruttata proprio da Djokovic che nell’occasione ha conquistato il primo – e finora unico – titolo del Grande Slam battendo il francese Tsonga, finalista a sorpresa.

Chiedendo scusa al computer, che comunque rimetterà a posto le cose reintegrando tra i primi quattro Murray (se vincerà), è perfettamente regolare che siano andati in finale i più accreditati alla successione. Il bilancio dei precedenti confronti diretti ci dice che su sette sfide ne ha vinte quattro Djokovic ma le ultime tre sono state di Murray che quindi dovrebbe essere in serie favorevole anche se non si sono più incontrati dal marzo del 2009, finale di Key Biscayne. Cusiosamente i due finalisti sono nati nel 1987 ad una settimana di distanza.

In questo torneo Djokovic ha ceduto solo un set, al croato Dodig, Murray ne ha lasciati due ed ha rischiato di più in semifinale quando Ferrer ha avuto la palla per andare in testa per due set a zero.

Sono differenze minime che non dovrebbero giustificare un pronostico al quale però non mi voglio sottrarre. Lo affido, con margini molto ridotti, a Djokovic sulla base di due considerazioni. Il serbo infatti uno Slam lo ha già vinto mentre Murray dovrebbe avvertire la pressione delle enormi attese dei suoi connazionali. Gli inglesi l’ultimo titolo dello Slam lo hanno vinto nel 1936 con Fred Perry, i serbi non se lo chiedono nemmeno perché per loro è meno importante.

Rino Tommasi

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