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03/02/2011 15:38 CEST - L'ARGOMENTO

Federer e il "killer istinct"

TENNIS - Bruce Jenkins di Sports Illustrated rifiuta di intonare un "De Profundis" per Roger Federer, ma ricordando gli ultimi 12 mesi del campione elvetico (sconfitte con matchpoint a favore e qualche risultato deludente), ritiene valida la tesi nata la scorsa estate: "Il resto del mondo è più vicino". I prossimi impegni dello svizzero saranno il torneo di Dubai e i Masters 1000 americani di marzo. Trad. a cura di Teo Gallo

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federer03-mini (Foto di John Toscano)
federer03-mini (Foto di John Toscano)

Roger Federer ha risposto da campione alla domanda di un giornalista all’Australian Open, che gli chiedeva se la sconfitta con Djokovic non fosse un passaggio di consegne: “ Ne riparliamo fra sei mesi”. Di sicuro non vede l’ora tornare all’opera a marzo, quando sul cemento si disputeranno i Masters 1000 di Indian Wells e Miami. Personalmente non sono mai stato di quelli che danno Federer per finito dopo una sconfitta, o che cercano di essere i primi a segnalarne il declino. E’ un esercizio inutile e irrispettoso. Ciononostante è difficile non notare il modo in cui ha gestito i punti importanti di alcune partite. Negli ultimi mesi, qualcosa di sicuro non gli è piaciuto. Il fatto è che gli avversari, almeno quelli di fascia superiore, cominciano ad approfittare delle loro occasioni contro Federer nei momenti topici del match. Nemmeno Nadal può eguagliare il virtuosismo del talento svizzero, ma Roger ha mostrato una evidente vulnerabilità in alcuni punti cruciali.

Lo scorso anno Federer ha avuto matchpoint sia a Indian Wells che a Miami ma perse entrambe le partite al tie-break del terzo, con Baghdatis e Berdych rispettivamente. A Roma perse al primo turno in maniera ingiustificabile contro Gulbis, nonostante quest’ultimo fosse con l’acqua alla gola e avesse sprecato 6 matchpoints. A Madrid, raggiunta la finale da pronostico contro Nadal, Federer lisciò la palla nell’ultimo punto. Ha sprecato 5 palle match contro Monfils a Parigi Bercy. Oltre alle deludenti sconfitte al Roland Garros e a Wimbledon, va aggiunta un’altra occasione sprecata a New York contro Djokovic, dove ebbe la palla del match ma non fu in grado di chiudere. Detto ciò, nessuno tra tecnici e addetti ai lavori oserebbe dire che “ ha perso la concentrazione”. Federer continua a ritagliarsi vittorie che ispirano sincere e profuse lodi. (come a Londra, ndr) Ma la teoria sorta la scorsa estate – il resto del mondo è più vicino – sembra oggi effettivamente valida.

Traduzione a cura di Teo Gallo

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