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17/02/2011 10:58 CEST - L'APPROFONDIMENTO

Don’t cry for “La Legion”, Argentina

TENNIS – Il torneo ATP di Buenos Aires costa 2 milioni e mezzo di dollari. Scopriamo idee, prospettive e intenzioni di un evento che non può più contare sulla spinta della “Legiòn Argentina”, la generazione di campioni di inizio millennio. Per diventare un “500” ci vorrebbe un altro milione e 200.000 dollari e l’appoggio delle istituzioni. Riccardo Bisti

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Giunto all'undicesima edizione, il “nuovo” torneo ATP di Buenos Aires, oggi denominato “Copa Claro”, è diventato uno degli eventi sportivi più importanti del Paese. Proprietaria del torneo è l’impresa “Altenis”, che nel settembre 2000 ha acquistato la data e riportato un evento ATP in Argentina dopo cinque anni di assenza (l’ultima edizione del “vecchio” torneo si era giocata nel 1995: vinse Carlos Moya, al suo primo titolo ATP). Con l’avvento di altri tre tornei (Vina Del Mar – poi spostatosi a Santiago -, Costa Do Sauipe ed Acapulco), Buenos Aires si è creata una sua identità come tappa della “Gira Sudamericana”. Oggi la “Copa Claro” (dal nome dello sponsor, nota azienda di telefonia) sta vivendo un periodo di transizione. Sono finiti gli anni della “Legiòn Argentina”, gruppo di giocatori che ha furoreggiato nei primi anni 2000. Fino a qualche anno fa bastavano per attrarre pubblico e interesse. Oggi il torneo ha bisogno di nuove stelle. Nonostante i forfait di David Ferrer e Juan Carlos Ferrero (finalisti nel 2010), a Buenos Aires sono sbarcati giocatori di livello come Nicolas Almagro, Stanislas Wawrinka e Alexandr Dolgopolov. Gli ultimi due hanno giocato i quarti in Australia, anche se l’ucraino ha già perso al primo turno contro il redivivo Josè Acasuso. Non c'è Del Potro (che ha scelto il cemento americano) ma è presente il più amato dal pubblico, quel David Nalbandian già campione nel 2008. “Abbiamo vissuto l’epoca d’oro del tennis argentino dopo Vilas. Furono anni bellissimi e li abbiamo sfruttati. Ci hanno permesso di capire che in Argentina c’è una passione per il tennis difficilmente riscontrabile da altre parti. La gente tifa per gli argentini, ma sostiene anche gli altri. E’ accaduto con Guga Kuerten e Carlos Moya. Adesso bisogna pensare allo spettacolo e cercare più star internazionali, perché non ci sono più così tanti argentini di livello ha spiegato Miguel Nido, direttore di Altenis.

Spese bilanciate da sponsor e biglietti
Ma quanto costa mantenere un torneo di questo livello, peraltro in un periodo di crisi e in un paese in difficoltà economiche? Il costo globale si aggira sui due milioni e mezzo di dollari, di cui il 45% è destinato a montepremi, garanzie e altre spese nella valuta americana. Tutto il resto riguarda le spese locali. Per recuperare un simile investimento, ci sono due fattori decisivi. Il primo riguarda il main sponsor. Quest’anno il sostegno più importante è arrivato da “Claro”, che ha rilevato l’attività di Telmex (il vecchio sponsor) in America Latina. Il contratto scade nel 2011, ma c’è un’opzione che permette di prolungarlo per altri tre anni. L’altra fonte di denaro è la vendita dei biglietti. Ma circa un quarto dei tagliandi a a disposizione, i più costosi, fanno parte dei pacchetti riservati ai vari sponsor. Anche per questo (ma accade in tutto il mondo, non solo a Baires), nei primi giorni del torneo i posti migliori sono spesso desolatamente vuoti. E’ uno sgarbo al pubblico, ma va fatto in nome della sopravvivenza del torneo. Non si incassa nulla dalla TV. “Gli unici tornei in grado di incassare cifre importanti sono gli Slam. Il Masters 1000 di Miami, per intenderci, deve pagare per essere trasmesso negli Stati Uniti” sostiene Nido. Il torneo di Buenos Aires viene prodotto dalla società “Torneos y Competencias”, con la dislocazione di ben nove telecamere attorno al campo centrale. In Argentina va sulla TV tematica “Tyc Sports”, che offre un totale di 22 partite. Il torneo andrà poi in onda in altri 23 paesi (per l’Italia c’è stata l’acquisizione in extremis di Sportitalia), a quali viene irradiato il segnale del match delle 19.30 più semifinali e finale.

Progetti di crescita
Esaurita l’onda della “Legiòn”, ci si domanda se il torneo può continuare a crescere o se ha già toccato il suo picco. “Credo che si stia lavorando bene” continua Nido “Sabato scorso ci ha fatto visita Jeff Newman, direttore dell’ATP 500 di Washington, ed è rimasto colpito dal gran numero di spettatori. Se teniamo in considerazione l’importanza della città, il parco giocatori, l’ambiente e i servizi, siamo uno dei migliori 15 tornei del circuito. L’Argentina è un paese difficile: ci sono alti e bassi, l’inflazione…non è semplice fare piani a lunga scadenza. Eppure abbiamo raggiunto diversi obiettivi, anche se si può sempre migliorare”. Un obiettivo prioritario è migliorare lo stadio “Billoch Caride”, il campo centrale, per il quale bisognerà trovare un accordo con il main sponsor e le autorità cittadine. “Il club si trova in una buona posizione (è situato nel quartiere Palermo, una specie di “salotto buono” della città, ndr), però bisogna investire. E lo abbiamo fatto a inizio torneo, spendendo 30.000 dollari per le opere di manutenzione. Credo che lo stadio vada pitturato ogni cinque anni, poi vanno sostituiti i sedili laterali” continua Nido “Di sicuro non è prevista una copertura. Questo torneo si gioca all’aperto, e costruire un tetto costerebbe uno sproposito. Servirebbe solo se si organizzassero altri eventi nel corso dell’anno”.

Progetto cemento, sogno “500”
Attualmente Buenos Aires è un torneo 250, ma che possibilità ci sono di vederlo salire di categoria? Oltre a migliorare le strutture, ci vorrebbero ulteriori investimenti. Ai già menzionati 2 milioni e mezzo di dollari, bisognerebbe aggiungerne almeno un altro milione e duecentomila. Bisognerebbe poi ampliare la capienza del centrale, inserendo la tribuna tubulare utilizzata fino al 2009, la cui capacità è di 1000 persone. Per ospitare un torneo 500, infatti, la capienza del campo centrale non deve essere inferiore ai 6.000 posti. Ad ogni modo, l’idea degli organizzatori non è di attuare grossi cambi, ma migliorare le strutture. L’altra novità,di cui si vocifera da tempo, riguarda la superficie. Giocare sul cemento aiuterebbe i tornei ad avere un migliore campo di partecipazione. I proprietari degli altri eventi della “Gira Sudamericana” sono d’accordo, ma manca l’appoggio dei giocatori. “Non importa se il cambio arriverà l’anno prossimo o entro tre stagioni” sottolinea Nido “Noi continueremo a lavorare in questo senso. I giocatori ormai rendono bene su tutte le superfici, e i costi di manutenzione sono ben diversi rispetto a un campo in terra rossa. Inoltre la velocità si può controllare”. L’ATP pretende almeno tre campi per il torneo più altri due per gli allenamenti. L’idea degli organizzatori è rendere permanente il campo centrale in cemento, mentre si convertirebbero al “duro” gli altri due campi solo per il torneo. Gli allenamenti si potrebbero svolgere presso il “Vilas Club”, lussuoso club distante poche centinaia di metri dal Buenos Aires Lawn Tennis Club. In fondo si tratta di una vera e propria cittadella tennistica: a 20 minuti a piedi, infatti, si trova il “Tenis Club Argentino”, anch’esso ritrovo piuttosto esclusivo. Le idee non mancano, ma questo tipo di soluzioni possono realizzarsi solo con pazienza e lungimiranza. Secondo Nido, per fare il salto di categoria sarebbe fondamentale l’appoggio delle istituzioni locali. “Ci vorrebbe un accordo tra il promotore, lo sponsor principale e il governo. L’esempio perfetto è Miami, dove la città ha speso 25 milioni di dollari per costruire lo stadio a condizione che gliene rientrassero 60 con un contratto d’affitto di 60 anni. E il complesso di Crandon Park è aperto al pubblico 50 settimane l’anno: solo due sono dedicate al torneo”.

PUBBLICO IN CALO
Questo grafico fa capire come il torneo di Buenos Aires stia patendo la carenza di giocatori argentini. Persi per strada Coria, Gaudio, Puerta, Calleri e Canas, negli ultimi 3 anni il trend positivo degli spettatori ha iniziato a calare. Nel 2011 si invertirà la tendenza?

2001 - 48.348
2002 - 35.569
2003 - 50.399
2004 - 59.520
2005 - 58.719
2006 - 64.245
2007 - 64.525
2008 - 63.928
2009 - 56.104
2010 - 50.746

TOTALE 552.103

Riccardo Bisti

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