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24/02/2011 21:26 CEST - L'ARGOMENTO

Adam Helfant
e l'età dell'oro

TENNIS - Secondo il CEO dell'ATP stiamo vivendo un'età dell'oro del tennis maschile: a sostegno della sua tesi la presenza di due fuoriclasse come Federer e Nadal, ma soprattutto il livello medio dei giocatori e la competitività sempre più feroce del circuito. Affermazioni tuttavia non passibili di analisi oggettiva e durevole nel tempo. Riccardo Nuziale

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Nostalgici della racchetta a legno e del serve & volley, rassegnatevi. Sostenitori del “quando c’era l’erba vera e non questo tappeto lentissimo…allora sì era tennis!”, fatevene una ragione. Tifosi di Edberg che non sopportano i giocatori da fondo campo, mettetevi l’anima in pace.

Il n.1 dell’ATP Adam Helfant ha infatti dichiarato che a suo avviso stiamo vivendo nientedimeno che un’era d’oro del tennis. Il motivo? Ce lo spiega lui: “Solo 10 anni dopo che questo periodo sarà finito la gente comincerà davvero ad apprezzarlo. Questo momento è incredibile; la qualità della competitività è davvero incredibile, i giocatori parlano infatti di quanto sia alto il livello. Non ci sono match facili e per questo per i giovani non è facile esplodere”.

A sostegno della sua tesi, il presidente della massima organizzazione di tennis maschile ha apportato dati in realtà più statistici che tecnici (piuttosto demagogici, a dirla tutta), come un incremento del 26% di eventi tennistici trasmessi in tv dal 2009 al 2010, una televisione sempre più interessata a trasmettere tennis (si parla di circa 45000 ore di copertura complessiva in 180 Paesi), il numero sempre crescente di appassionati (per il 2009 la stima è di circa 4,4 milioni), la salute del Tour e in particolare dei Master 1000, la visibilità aumentata globalmente del 20%, l’ingresso tra i partner di Fedex e Corona, ecc. Tutti fatti interessanti e importanti, ma ci si chiede cosa centri con il tennis giocato e come possa essere questo il termometro della salute del tennis attuale.

La verità è che Helfant ha aperto una discussione annosa che non troverà mai una vera risposta e quindi, di fatto, non è attaccabile né difendibile secondo basi oggettive. Discussione già aperta innumerevoli volte e terminata sempre allo stesso modo: si può parlare oggettivamente di qualcosa (periodo, giocatore, record, ecc) solo in relazione a sé stesso, perché una volta messo a paragone con qualcos’altro subentra un numero più o meno elevato di varianti che non permette di fare un confronto veritiero e insindacabile.

Denigrare il proprio periodo in favore di momenti considerati migliori per svariati motivi (uno su tutti ricordi che distorcono, o quantomeno abbelliscono) è un gioco che chi scrive ha già in passato attaccato, ritenendolo privo di fondamento. D’altro canto, però, le parole del presidente dell’ATP suonano piuttosto superficiali e propagandistiche, elogio di un periodo che sicuramente rimarrà nella storia, ma come qualsiasi altro periodo che vanti giocatori e personaggi della portata di Federer e Nadal.

Perché personaggi? Perché in una cosa Helfant ha pienamente ragione: il tennis sta crescendo sempre più a livello mediatico. Non potrebbe essere altrimenti, con i mezzi tecnologici e divulgativi che oggi ci sembrano “normali” ma che solo 10 anni fa non esistevano. E non c’è dubbio che per lanciare un grande messaggio servano grandi simboli, che sappiano colpire con estrema facilità milioni di persone. Federer e Nadal sono le prime due grandi star del mondo di Facebook, Twitter, Youtube, Myspace, ecc., canali di conoscenza che hanno disintegrato un’enormità di barriere; se guardato sotto questo punto di vista, il periodo attuale è certamente importantissimo e unico, come sostenuto da Helfant. Il mondo pubblicitario non è mai stato così attento al mondo del tennis e mai si era vista un’esaltazione dei propri beniamini a livello mediatico (basti ricordare, ad esempio, lo spot girato dalla Nike per festeggiare il record di Slam vinti da Federer); un’attenzione che talvolta ha sfiorato il gusto dell’accanimento e che, di fatto, ha polverizzato dalla memoria dello spettatore medio qualsiasi pensiero storico e critico (la questione del GOAT è diventata semplicemente insopportabile e avvilente, quasi esistessero solo Federer e Nadal).

In conclusione, non possiamo dire che il periodo odierno sia superiore agli altri per livello medio, in quanto non provabile con prove oggettive. Ci possiamo solo aggrappare alle gesta del duo divoratore di statistiche e ricordi.

Tutte le altre parole, comprese quelle di Helfant e del sottoscritto, sono scritte nell’acqua.

Riccardo Nuziale

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