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26/03/2011 19:28 CEST - LA PROVOCAZIONE

"Federer, salta il Roland Garros!"

TENNIS – Provocazione shock apparsa su “Bleacher Report”. Per essere competitivo a Wimbledon e Us Open, lo svizzero dovrebbe saltare il Roland Garros, anzi tutta la stagione sulla terra battuta, come Lendl nel 1990. “Nadal e Djokovic sono i migliori difensori del mondo, poi quando lo scambio si allunga ha sempre meno chance”. Voi cosa ne pensate? Riccardo Bisti

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Gregory Lanzenberg è un giornalista franco-americano. Papà francese e mamma statunitense, lavora con Eurosport e vanta esperienze con FFT e USTA. Scrive anche su Bleacher Report, e nei giorni scorsi ha sfoderato un articolo che ne porterà alle stelle la popolarità. Sostenitore di Federer, tanto da considerare la vittoria dello svizzero al Roland Garros 2009 come l’evento più memorabile cui abbia assistito, ha lanciato una (folle?) provocazione. “Roger, lascia perdere la stagione sul rosso. Non giocare Monte Carlo, Madrid, Roma e Parigi. Preparati al meglio per Wimbledon”. Gli propone di fare come Ivan Lendl nel 1990. All’epoca 30enne (l’età che raggiungerà Federer in agosto), l’allora numero 1 del mondo giocò il torneo di Tokyo in aprile e saltò a piè pari la terra battuta per allenarsi sull’erba. Due mesi di preparazione (durante i quali Andres Gomez vinse il Roland Garros) e tornò di nuovo in campo al Queen’s. Vinse, spazzando via Boris Becker. Ma a Wimbledon andò in tilt al cospetto del serve and volley di Stefan Edberg. Missione clamorosamente fallita. Lendl nutriva una sorta di ossessione verso il torneo di Wimbledon, unico Slam che gli mancava. Per Federer è diverso: il Career Grand Slam è è già arrivato. Gli resta il problema di ingrassare un palmares che a oggi vanta 16 vittorie nei tornei del Grande Slam. Secondo Lanzenberg, l’unico modo per vincere ancora è dosare le energie in vista di Wimbledon e Us Open.

“Sulla terra ha sempre meno chance”
Rispetto al 2010 sta giocando meglio. L’anno scorso a Indian Wells perse da Baghdatis, quest’anno ha sfiorato la finale. E l’unico capace di batterlo in tre tornei è stato lo spettacolare Novak Djokovic. “A Miami potrebbe trovare Nadal in semifinale e Djokovic in finale” scrive Lanzenberg “Se anche dovesse trovare il modo per batterli entrambi, credo che le sue chance sulla terra battuta siano sempre più esigue”. Secondo molti, la sua vittoria al Roland Garros 2009 è figlia della sconfitta di Rafa Nadal per mano di Robin Soderling. Certo, anche quest’anno potrebbe comparire un cavallo pazzo che gli apre il tabellone (Lanzenberg menziona Milos Raonic), ma è francamente difficile. E allora perché, secondo Lanzenberg, Federer dovrebbe prendere il rischio di giocare sulla terra battuta? Nadal e Djokovic sono più giovani di lui e sono i migliori difensori del globo terracqueo...Senza contare la mole di terraioli incarogniti che campano 12 mesi con i punti colti in primavera. Lo svizzero fa una grande fatica a imporsi su erba e cemento. Sulla terra sarebbe ancora più difficile, oltre che rischioso. Il tennis è uno sport mentale – continua Lanzenberg – ed eventuali sconfitte sulla terra potrebbero condizionarlo anche sull’erba. In effetti non è azzardato pensare che la sconfitta nella finale di Wimbledon 2008 sia (in parte) figlia della tremenda batosta di 4 settimane prima al Roland Garros.

Accorciare gli scambi
“Scrivo questo pezzo di opinione affermando che Roger dovrebbe concentrarsi su Wimbledon e Us Open, ma so benissimo che i campioni devono giocare tutto l’anno. Per questo vedremo Federer in campo a Monte Carlo (dove ha già ottenuto una wild card, ndr), Madrid, Roma e Parigi. E non mi stupirei di vederlo cadere ai primi turni”. La riflessione di Lanzenberg, più che un ragionamento, sembra lo sfogo di un innamorato deluso. Fatica ad accettare il sorpasso di Nadal e Djokovic e si domanda cosa potrebbe fare il suo idolo per tornare in cima e superare Pete Sampras nelle settimane in cima al ranking (si è fermato a 285, ad appena una lunghezza dall’americano). A suo dire, Federer ha troppi cali di concentrazione nell’arco del match. Gli capita di andare sul 30-0 con due vincenti, poi commettere due errori gratuiti per trovarsi 30-30. Un altro winner e un servizio vincente gli danno il game. Contro i più deboli può bastare, contro i migliori no. Oggi deve chiedere un grande aiuto al servizio, perché la sua seconda palla non gli consente di prendere subito in mano lo scambio. E più il palleggio si allunga, minori sono le chance che vinca il punto. La semifinale di Indian Wells ha mostrato un dato inquietante: Federer ha vinto solo il 20% degli scambi sopra gli otto palleggi. Uno su cinque, troppo pochi. Dava l’impressione di volersi liberare dello scambio, sapeva che palleggiare a lungo lo avrebbe penalizzato. Il problema è che ha preso troppi rischi. E spesso nelle occasioni sbagliate. La tesi di Lanzenberg, neanche troppo velata, è che Federer debba lavorare per accorciare la durata degli scambi per preservare il fisico. Federer è perfetto per giocare a tennis: alto ma non troppo, agile ma non pesante. Poi non ha mai avuto gravi infortuni. L’anno scorso ha avuto qualche problema alla schiena: rimessosi in sesto, deve lavorare con Annacone per essere ancora più offensivo. E fare come Pete Sampras, che sul finire della carriera giocava veramente al top solo un game di risposta per set. E spesso gli bastava per vincere.

Rendimento costante
Fin qui la provocazione di Lanzenberg. Resterà tale, ma anche i numeri gli danno torto. E’ vero che Federer ha vinto solo 9 dei suoi 67 titoli sulla terra battuta, ma la sua percentuale sul mattone tritato è ugualmente straordinaria. Con un bilancio di 151 vittorie su 197 giocate, vanta una percentuale del 76,6%. Appena inferiore a quelle sul cemento (82,6%) ed erba (87,3%), e addirittura superiore rispetto a quella sul sintetico indoor (72,5%, ma questo tipo di fondo è in disuso dal 2009). Con i se e con i ma non si fa la storia, ma senza Nadal la percentuale sul rosso sarebbe stata ancor più straordinaria. Insomma, i numeri dicono che Federer non soffre più di tanto la terra battuta. Può inciampare, per carità, ma nel complesso il suo rendimento è costante. E poi va detto che due mesi senza tornei potrebbero avere l’effetto collaterale di arruginirlo. Insomma, Gregory Lanzenberg dovrà rassegnarsi a non vedere in pratica le sue idee. Anzi, Federer sembra avere intenzioni opposte: a differenza del 2010, parteciperà al Masters 1000 di Monte Carlo, unica tappa “opzionale” tra i nove tornei, in cui vanta tre finali consecutive (dal 2006 al 2008, tutte perse contro Nadal). Ma questa idea, secondo voi, aveva un qualche fondamento?

Riccardo Bisti

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