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26/03/2011 13:56 CEST - Junior

Henman contro i giovani inglesi

TENNIS - Inusuale sfogo del quattro volte semifinalista di Wimbledon che muove pesanti critiche a tre dei migliori junior d'Oltremanica, Golding, Broady e Sapwell: «Giocano molto meglio di me quando avevo la loro età, ma hanno poca grinta e fanno scarso lavoro in palestra». E su Murray e il suo sodalizio con Corretja: «Alex doveva andare in Australia». Mauro Cappiello

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«Li guardo e mi chiedo quanto davvero gliene importi. Spero di sbagliarmi, ma non vorrei essere qui fra tre anni a dire che hanno perso il treno». Noto per i suoi modi da gentleman e le sue dichiarazioni sempre misurate, Tim Henman questa volta non le ha mandate a dire. Il quattro volte semifinalista di Wimbledon, parlando a Londra in un open day ai campi di Dukes Meadows, si è scagliato senza mezzi termini contro i giovani tennisti più promettenti del Regno Unito, che, a suo dire, mancherebbero della fame agonistica necessaria per sfondare nel circuito maggiore.

"Timbledon" parla con cognizione di causa. Nella seconda settimana di marzo ha partecipato al torneo di Zurigo, evento del Champions Tour dalla formula un po’ particolare: accanto ai tennisti del passato, che giocano il loro torneo tra vecchie glorie, ci sono anche stelle nascenti del tennis internazionale, che, oltre a misurarsi tra loro, affiancano i veterani in alcune esibizioni di doppio. Lo slogan è proprio “Where champions meet talents”.

I giovani inglesi in gara erano Oliver Golding (diciassettenne, con un passato da bambino attore, numero 3 del mondo e semifinalista l’anno scorso a Wimbledon junior), Liam Broady (classe 1994, vincitore nel doppio ai Championships junior 2010) e Joshua Sapwell (campione all’Orange Bowl di Miami nella categoria under 14 a dicembre).

Poca voglia di affermarsi
Ma, a giudicare dalle osservazioni di Henman, il "meeting" tra lui e tre dei migliori junior del suo Paese non dev’essere stato dei più positivi. E ciò nonostante uno di loro a Zurigo sia arrivato in finale (Golding ha perso il match decisivo dal 18enne slovacco Filip Horansky). «Per quanto riguarda il gioco, sono di gran lunga superiori al livello a cui ero io alla loro età. Broady e Golding sono dei ragazzi di talento, colpiscono la palla bene, molto bene. Ma il loro atteggiamento, il loro linguaggio del corpo in allenamento e in campo mi preoccupano».

Tim, uno degli ultimi veri specialisti del serve & volley lontano dal tennis professionistico dal 2007, anno del suo ritiro, afferma che tre giovani «che non hanno fatto ancora niente» dovrebbero tenere un diverso atteggiamento soprattutto negli allenamenti, dovrebbero tenerci a mostrare che sarebbero disposti a tutto pur di affermarsi da professionisti. Ma evidentemente non è così e l’ex campioncino inglese non si è fatto mancare nemmeno un paragone decisamente poco “politically correct” con un altro giovane presente a Zurigo, pur di rimarcare il concetto: «C’era un ragazzino ceco lì (Jiri Vesely, il vincitore dell’Australian Open dei ragazzi, che in Svizzera, in coppia con Leconte, ha battuto in un long set Henman e Broady, ndr). Quando guardavi il suo approccio mentale, riuscivi a vedere nei suoi occhi che avrebbe fatto qualsiasi cosa per vincere».

Preparazione atletica, questa sconosciuta… I tanti regali di Mamma LTA
Oltre a una certa indolenza e al poco spirito di sacrificio, c’è un aspetto più tecnico che ha impressionato negativamente Henman. I ragazzi lavorerebbero poco dal punto di vista fisico. «Guardo Golding sotto l’aspetto atletico, e mi chiedo: è in condizione? Riesce a muoversi bene? È qualcosa che può migliorare, ma dov’è il suo programma di lavoro in palestra? Vorrei vederlo…». E, sempre a questo proposito, Henman cita un altro episodio curioso: una volta, allenandosi con un ragazzino inglese (ma non uno dei tre che erano a Zurigo), dovette fermarsi dopo appena cinque minuti, perché questi era già sfinito e dovette correre negli spogliatoi in preda ad attacchi di nausea…

La preoccupazione dell’esponente di punta del tennis “made in Britain” a cavallo tra gli anni Novanta e Duemila è che, coccolati e vezzeggiati dalla Federazione inglese, questi tre ragazzi di talento facciano la stessa fine di altri promettenti sudditi di Sua Maestà, che hanno usufruito per anni della generosa politica di elargizioni della Lawn Tennis Association per poi perdersi nell’anonimato. Un nome a caso, anche se Henman non lo ha fatto: Alex Bogdanovic, ex speranza d’Oltremanica, che per otto anni ha beneficiato di wild card per l’accesso al tabellone principale di Wimbledon, fin quando la stessa LTA si è rifiutata di concedergliene altre, stanca di vederlo perdere immancabilmente al primo turno.

«Ai ragazzi viene dato tanto e devono assumersi responsabilità, porsi il problema di quanto siano fortunati ad avere tutte queste agevolazioni, perché ne va della possibilità di sfruttare al massimo il loro potenziale. Non hanno fatto ancora niente e già ricevono wild card ed esposizione mediatica. La LTA non fa sempre cose giuste e deve accettare anche le critiche».

La cattiva reputazione dei “British kids”
Non è la prima volta che i giovani inglesi sono oggetto di disapprovazioni, anzi, le osservazioni di Henman sono bruscolini in confronto a ciò che successe nel 2007, quando la LTA sospese due dei migliori junior del Regno Unito per aver pubblicato su un social network delle foto che li ritraevano in comportamenti non proprio “da atleti”, come dormire ubriachi tra i cartoni delle pizze o abbracciare un distributore di preservativi nei bagni di un night club. Un episodio distante anni luce dai rilievi mossi dall’ex numero inglese ai suoi più giovani compatrioti, ma per il quale calzerebbero comunque a pennello alcune delle sue obiezioni di qualche giorno fa: «Quando mi ricordo della voglia che avevo di affermarmi, penso che per tanto tempo c’è stato un grosso punto interrogativo riguardo ai nostri ragazzini: quanta voglia hanno davvero?».

E anche Judy Murray, madre di Andy, in passato aveva puntato il dito contro i junior del Regno Unito, colpevoli, secondo lei, di essersi costruiti a livello internazionale la reputazione di «ragazzi prigri, indisciplinati e con poca voglia di lottare sul campo».

«Un coach a tempo pieno per Murray? Serve la persona giusta»
E, a proposito di Murray, nel suo sfogo Tim Henman ha parlato anche del nuovo idolo britannico. In particolare, ha espresso qualche dubbio sul suo sodalizio part-time con Alex Corretja: «Senza dubbio Alex lo sta aiutando, ma con il senno di poi avrebbe dovuto esserci in Australia. Murray dovrebbe assumere un coach a tempo pieno? Si tratta di mettere la persona giusta al posto giusto. Col tipo di personalità che ha Andy non avrebbe senso assumere un coach solo per il gusto di farlo, se lui non ha intenzione di stare ad ascoltarlo». Il Masters 1000 di Miami sarà importantissimo per Murray, secondo Henman, che si augura che il numero 5 del mondo impieghi meno dell’anno scorso (quando si svegliò solo a Wimbledon) per uscire dal brutto periodo post Australian Open.

Mauro Cappiello

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