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15/05/2011 20:12 CEST - INTERNAZIONALI BNL D'ITALIA

Reggi sgradita alla FIT: Seles si ribella

TENNIS - Lea Pericoli chiama Raffaella Reggi, vincitrice degli Internazionali nel 1985, per dirle che la sua presenza con Monica Seles, premiata con la Racchetta d’Oro, non è gradita. Raffaella rinuncia, ma Monica dice: “Allora non vengo nemmeno io” seminando il panico fra gli organizzatori. La Seles va alla cena con Raffaella. Che figura! Da Roma, Ubaldo Scanagatta

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Dall'inviato Ubaldo Scanagatta

ROMA _ Raffaella, non sei ospite gradita stasera alla cena della Racchetta d’Oro dove saranno premiati Ken Rosewall e Monica Seles”. Questo il senso della telefonata fatta intorno alle 18 di ieri pomeriggio da Lea Pericoli ad una allibita Raffaella Reggi.

Raffaella era stata invitata dalla sua vecchia amica Monica Seles a farle compagnia. Lì per lì è rimasta impietrita per aver ricevuto una chiamata di quel tipo: “Ma come Lea, non mi ha mai telefonato in tanti anni e ora ti presti a farmi una telefonata del genere? Non ho parole…sennonchè non è un problema per me…se non mi volete non vengo. Avvertirò Monica…”. Com’era prevedibile appena Monica, grande campionessa e persona di straordinaria serietà, ha saputo di quella telefonata ha avvertito la Federtennis che pur essendo venuta a Roma apposta, non sarebbe andata alla cena nemmeno lei.

Panico generale in casa Fit perché già era venuto a mancare l’altro premiato, Ken Rosewall (leggi l’altra flash) colto da un malore che aveva consigliato il suo trasferimento all’ospedale San Camillo, e se fosse mancata anche Monica….Alla fine la Federtennis ha dovuto venire a miti consigli e pur di avere la Seles è stata invitata anche Raffaella. Non solo a cena ma anche in prima fila sul “centrale”, mentre giocavano Nole Djokovic e Andy Murray.

Il padrone di casa, il presidente federale Angelo Binaghi, aveva deciso di disertare la cena, invece poi è andato.

Aveva già preparato la conferenza stampa di stamani dove, tanto per cambiare, ha fatto un bilancio entusiastico del suo decennio da presidente _ salvo che per i risultati tecnici e soprattutto le prospettive future _ dimenticando di ricordare che dopo il ventennio di presidenza Galganiana lui si era candidato alle elezioni cavalcando (insieme all’oggi odiato e radiato nemico Panatta) una campagna nella quale uno dei punti cardine era che un mandato presidenziale non avrebbe dovuto durare più di due quadrienni.

Sappiamo tutti bene che ai politici non è chiesta anche la coerenza. Soprattutto nel nostro Paese.

Difatti in conferenza stampa oggi Binaghi ha confermato _ fra una boutade polemica e l’altra al mio indirizzo di cui potete trovare traccia in altro articolo _ la sua intenzione di ripresentarsi anche per il quadriennio 2013-2016 (dove certamente non avrà candidati avversari, visto che a seguito di una machiavellica modifica statutaria l’eventuale candidato alternativo dovrebbe procurarsi l’avallo preventivo di ben 300 circoli di tennis divisi in almeno 5 regioni italiane (con un minimo di 10 per regione), 20 tecnici (in rappresentanza di minimo 5 regioni, almeno 3 per regione) e 200 atleti (almeno 15 per ciascuna regione).

Quale club, quale tecnico, quale atleta, avrà mai l’incoscienza di dichiararsi contro chi detiene il potere federale …e non solo? Il non solo, vi assicuro, non è poco. Pensateci un po’.

Insomma tutto lascia pensare che dovremo tenerci Binaghi presidente della federtennis per 16 anni (sono semrpe meno di quelli di Galgani ma…) insieme ai suoi sogni donchisciotteschi di “scalzare” Wimbledon, Roland Garros, Us Open, Australian Open che hanno fra i 19 e i 43 campi da tennis, dagli 11 agli oltre 20 ettari, contro gli 8 campi e i 2 ettari del pur bellissimo e suggestivo Foro Italico. Quando gli ho suggerito di misurarsi piuttosto con gli altri Masters 1000 (Miami, Indian Wells, Madrid , Montecarlo, Open del Canada, Cincinnati, Shanghai, Parigi-Bercy più la Masters Cup) Binaghi ha risposto come è stato debitamente trascritto in altro articolo su questo sito. E non c’è bisogno di ulteriori commenti.

Ubaldo Scanagatta

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