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06/06/2011 20:32 CEST - ROLAND GARROS

Un torneo senza rivoluzioni

TENNIS - Lo Slam parigino non ha modificato le gerarchie. Nadal eguaglia Bjorn Borg, mentre Roger Federer torna al tavolo dei pretendenti dopo un periodo di lieve appannamento. Peccato per Del Potro-Djokovic al terzo turno. La Schiavone si conferma la più forte italiana di sempre. I quarti di Fognini regalano un po' di speranza all'Italia degli uomini. Rino Tommasi

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Il Roland Garros non ha modificato la scala dei valori tennistici, semmai li ha leggermente aggiornati reintegrando Roger Federer, malgrado la rituale sconfitta subita da Rafael Nadal, nel gruppo di testa. A Novak Djokovic non è riuscito il sorpasso al vertice della classifica ma credo che per i campioni contino più le vittorie piuttosto che il raggiungimento o il mantenimento del numero uno nella classifica del computer. Djokovic ha avuto la sfortuna di trovare un Federer più fresco di quello che ha fatto tremare Nadal all’inizio della finale. Non sapremo mai come sarebbe andata a finire se Federer fosse riuscito a conquistare il primo set ma la storia dello sport si costruisce con i risultati e non con le ipotesi.

Poiché i risultati ci dicono che Nadal ha raggiunto Bjorn Borg nel numero delle vittorie al Roland Garros era inevitabile che si sviluppassero confronti impossibili tra le carriere e le qualità dei sue campioni divisi, nella data di nascita ed in quella della sesta vittoria parigina, da trent’anni esatti. Per il momento Djokovic deve rimandare il sogno di poter un giorno conquistare il Grande Slam, un’impresa che nel tennis maschile non è più riuscita a nessuno dopo che era riuscita, per la seconda volta, a Rod Laver nel 1969. Il Roland Garros è stato un torneo quasi perfettamente fedele alle gerarchie ed ai pronostici. La sola, piccola, anomalia è stata la vittoria di Federer su Djokovic in semifinale, probabilmente la partita più interessante di tutto il torneo. E’ stato un peccato che la schiavitù dal computer abbia proposto al terzo turno un incontro tra Del Potro e Djokovic perché sono convinto che l’argentino possa essere un protagonista del tennis di vertice.

Conferma della confusione e dell’equilibrio nel settore femminile. Avevo scritto alla vigilia che c’erano almeno 15 giocatrici che avrebbero potuto vincere. Tra questa c’era naturalmente Francesca Schiavone ed è un peccato che non le sia riuscito il bis ma due finali consecutive rimangono la più grande impresa mai compita da una giocatrice italiana. Nel settore maschile, da troppi anni in sofferenza, il quarto di finale raggiunto da Fabio Fognini è un piccolo raggio di speranza che però ha bisogno di conferme anche perchè dalle retrovie (tennis giovanile) tardano ad arrivare segnali di risveglio.

Rino Tommasi

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