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14/06/2011 13:56 CEST - IL PERSONAGGIO

Alla scoperta di James Ward

TENNIS - James Ward era poco più che uno sconosciuto. La semifinale raggiunta al Queen’s di Londra, la prima in carriera in un torneo Atp, oltre a fargli guadagnare tanti punti in classifica, lo ha portato all’attenzione della cronaca. Conosciamo meglio il n. 2 del ranking britannico, nel cui staff c'è addirittura...un ex wrestler! Francesco Latino Iannello

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James Ward, ventiquattrenne nato a Londra, non aveva mai superato il primo turno del torneo del Queen's. Chi segue il mondo dei tornei futures e challenger lo conosce bene: non tanto perché abbia fatto registrare chissà quali brillanti risultati, ma perché lo si vede sovente girovagare il mondo (dagli Usa ai tornei nell’estremo oriente) in cerca di convincenti prestazioni e possibilmente vittorie che gli consentano di avanzare nel ranking Atp. Andiamo a scavare nel passato del giovane londinese. Ward fino alla scorsa settimana era n. 216 delle classifiche mondiali e si era fatto notare solamente per aver conquistato un torneo nel circuito challenger a Sarasota, cittadina della Florida, negli Usa. In quell’occasione il londinese, partito dalle qualificazioni, vinse il suo primo e unico challenger (su terra battuta) finora sconfiggendo in finale il più quotato australiano Carsten Ball in tre set con il punteggio di 7-6 4-6 6-3. Per il resto Ward ha disputato sei finali a livello futures conquistando quattro tornei: nel 2008 a Denia, in Spagna sempre sulla terra rossa e a Rodez, in Francia, questa volta sul cemento sconfiggendo in due set lo spagnolo Guillermo Alcalde. Altri due titoli futures vinti l’estate scorsa, il primo a Manchester, sull’erba, battendo il connazionale Jamie Baker in due set e il secondo a Santander in Spagna sulla terra battuta quando ebbe la meglio sul tennista di casa Guillermo Olaso. Al 2008 risalgono inoltre le altre due finali disputate in tornei futures quando perse nei mesi di settembre e novembre le finali a Martos in Spagna e a Dubai, entrambe sul cemento.

La carriera del ventiquattrenne britannico nel circuito maggiore inizia nel 2007. Ward gioca il suo primo match Atp ottenendo una wild card nel torneo spagnolo di Valencia sulla terra rossa (nell'anno in cui Starace si arrese in finale ad Almagro), ma perse subito contro il qualificato transalpino Augustin Gensse. Poco più tardi Ward tentò le qualificazioni dapprima al torneo del Queen’s e poi a Wimbledon; nelle quali verso il major londinese non riesce ad oltrepassare il secondo turno ottenendo solo una vittoria contro il più giovane connazionale Daniel Evans. Nel 2008 sboccia l’amore tra James Ward e il “suo” torneo di casa, il Queen’s di Londra; gioca le qualificazioni e per la prima volta entra nel tabellone principale. Al primo turno affronta un ex numero 1 del mondo, il russo Marat Safin; benché il match sia molto equilibrato il londinese cede in tre set con il punteggio di 4-6 6-1 6-4, destando ugualmente una buona impressione. Nel 2009 il britannico tenta, senza riuscirci, a qualificarsi nel main draw del primo slam dell’anno, gli Australian Open e ottiene, come sottolineato in precedenza, la sua prima vittoria nel circuito challenger. Nel mese di giugno inizia a frequentare i tornei sull’erba: da wild card perde nuovamente al primo turno nel torneo londinese del Queen’s, stavolta abbastanza nettamente, dal cipriota Marcos Baghdatis che si impone in due set (6-2 6-3); a Eastbourne, però, James Ward ottiene la sua prima vittoria nel circuito Atp battendo il romeno Crivoi in due set prima di fermarsi al secondo turno contro il canadese Frank Dancevic futuro finalista del torneo. Inoltre il londinese ottiene una wild card a Wimbledon ma esce al primo turno stoppato dallo spagnolo Fernando Verdasco in tre set (6-1 6-3 6-4).

Il 2010 è un anno discreto per Ward che inizia subito in maniera positiva qualificandosi per il torneo di Chennai, ma non ottiene il pass per gli Open d’Australia. Nel mese di marzo il n. 2 britannico esordisce anche in Coppa Davis contro la Lituania, ma è una gioia effimera perché segna l'inizio di un periodo difficile. Al Queen’s perde per la terza volta consecutiva al primo turno, questa volta per mano dello statunitense Robby Ginepri, ma la riscossa arriva ad Eastbourne dove riesce ad arrivare fino ai quarti di finale superando prima la testa di serie n. 2, lo spagnolo Feliciano Lopez (approfittando anche del ritiro dell’iberico, ma Ward aveva comunque vinto il primo set 6-3 e conduceva 5-4 nel secondo) e poi il tedesco Rainer Schuettler, prima di arrendersi in due set all’ucraino Dolgopolov.

Il 2011 è coronato fino a primavera inoltrata da numerose prestazioni negative del ventiquattrenne londinese (qualche sprazzo di luce grazie alla Davis con due vittorie conquistate nel mese di marzo contro la Tunisia). Le gioie per James Ward arrivano proprio in questo mese di giugno e nel torneo di casa sua davanti ai suoi concittadini, il Queen’s. Abituato a lasciare mestamente il primo turno, Ward, non solo è riuscito a superare lo scoglio del primo turno ma ha ottenuto il risultato più prestigioso della sua carriera issandosi addirittura fino alle semifinali. Il dato non è importante solo da un punto di vista meramente quantitativo, ma soprattutto se lo analizziamo sotto il profilo qualitativo. Ward, infatti, ha raggiunto le semifinali eliminando al primo turno il connazionale Daniel Cox; poi è iniziato il suo show che lo ha visto prevalere prima su un ex top ten come Stanislas Wawrinka e al secondo turno addirittura sul detentore del titolo, l’americano Sam Querrey. Ai quarti di finale poi ha sconfitto il n. 54 del ranking Atp, il francese Mannarino, in tre set 6-2 6-7 6-4 con un tie-break mozzafiato che ha visto prevalere il transalpino 16-14! La favola del britannico si è conclusa in semifinale dove ha ceduto alla potenza dei colpi di Tsonga. Ward non ha nascosto la propria soddisfazione ai microfoni della Bbc: "Sono riuscito a battere diversi top player questa settimana – ha dichiarato  – non era “nei piani”, ma sapevo che un giorno o l’altro sarei riuscito a realizzare qualcosa del genere. A volte basta solo aspettare un po’ di tempo. E’ stato un ottimo torneo, magari se continuo con questo passo entro fino anno posso raggiungere i top 100. Certo mi dispiace per la sconfitta subita contro Tsonga, ma questo spero sia un punto di partenza, che mi possa servire in vista di Eastbourne”

Con la semifinale raggiunta al Queen’s James Ward non solo ha ravvivato l’entusiasmo di tantissimi appassionati inglesi, ma ha soprattutto incamerato tanti punti in classifica che gli hanno consentito di avanzare nel ranking di ben 40 posizioni, dal n. 216 al n. 176. E proprio a Eastbourne il londinese è atteso dalla prova più difficile: ovvero, riconfermarsi ad alti livelli sia per la semifinale raggiunta al Queen’s, sia perché questa settimana deve difendere i punti raggiunti grazie al quarto di finale del 2010. Il test per Ward sarà subito di quelli probanti, contro il serbo Tipsarevic al primo turno. Dal canto suo James tiene i piedi per terra: "A Londra ho raggiunto solo una semifinale, non ho vinto nulla. Intorno a me ho un gruppo di qualità e sono sicuro che grazie a loro potrò rimanere umile"

Ed è proprio dentro al suo staff che in molti vedono la chiave del successo ottenuto da James Ward a Londra; fa parte del gruppo che lo allena anche un ex wrestler, Diego Wisotsky incontrato nei vari tornei futures in Spagna. "Diego mi ha insegnato tante cose, soprattutto molta disciplina – racconta il londinese – in campo bisogna scendere sempre preparati altrimenti finisci a terra come in un ring". E chissà che non sia proprio questa una se non la principale ragione delle vittorie ottenute da questo ex-sconosciuto. Tutto il Regno Unito dopo Andy Murray attende un nuovo beniamino. Dalla sua Ward ha il fatto di essere non solo britannico, ma inglese e londinese. Un motivo in più per far impazzire i propri sostenitori. Vedremo se a Eastbourne e soprattutto a Church Road sarà in grado di ripetere le prestazioni eccelse del Queen’s.

Francesco Latino Iannello

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