28/06/2011 17:12 CEST - Tennis Flash
Le code, un'abitudine britannica
28 giugno 2011
Il torneo di Wimbledon esiste da 125 anni, ed è anche un momento in cui la società britannica fa sfoggio di un qualcosa che sente proprio, con tutti i suoi tratti caratteristici. Fra questi le code, che anche per 64 ore impegnano alcuni appassionati nel tentativo di accedere ai campi, e che nonostante l'emergere di Internet e dei più comodi sistemi di prevendita, non bandisce l'altrettanto tradizionale e consolidata "arte della fila". Un'arte che ormai è divenuta persino una disciplina da apprendere, se pensiamo che a tal proposito la stessa organizzazione del torneo ha provveduto a pubblicare un manualetto di 36 pagine con tutti i trucchi per riuscire in quella che è una complessa "guerra di posizione". Tuttavia, secondo David Brake, i britannici si pongono una spanna sopragli altri, poiché non c'è nulla di diverso dalle proprie abitudini quotidiane. Il giornalista de "The Indipendent" inoltra infatti un originale del UK National Statistics, secondo cui un cittadino britannico trascorre di media 67 ore all'anno nelle code, e nell'attesa di qualcosa, che sia da gustare in tutti i sensi. Quindi nulla di anomalo e di insolito per chi sa vivere, aspettando.....from Macaroni to McEnroe!
Davide Uccella
"Dare consigli a Na Li perchè ha alle spalle il peso di un'intera nazione? Veramente lei ha vinto uno Slam, quindi sono io che dovrei chiedere consigli a lei"
Andy Murray
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