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18/07/2011 00:20 CEST - L'ARGOMENTO

Tennis...Made in Taiwan

TENNIS - Un’analisi dello stato del tennis a Taiwan, in cui la disputa di gare di livello professionistico maschile è affidata a soli due tornei Futures. Niente challenger nè ATP: per i tennisti locali è sempre più duro emergere. E allora bisogna portarsi gli asciugamani di casa per giocare sperando che in campo ci siano almeno l’acqua fresca. Claudio Giuliani

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I tornei Futures sono l’anticamera del tennis di alto livello. Non ci sono raccattapalle pronti a scattare; c’è un solo giudice, seduto sul seggiolone di metà campo, accompagnato solitamente da un giudice di linea. Il montepremi è limitato e a malapena riesce a coprire le spese per il vincitore, figuriamoci per chi ha perso nei primi giorni della settimana. Basti pensare che per un gruzzolo di 10 mila dollari in palio, il vincitore se ne porta a casa quasi 2000 mentre chi esce al primo turno incassa 176 di dollari. E magari arriva dall’altra parte del mondo, convinto di trovare gloria nella landa sperduta dove si disputa il torneo. E in tutto ciò, cosa fondamentale specie in questo periodo: non ci sono asciugamani a disposizione dei tennisti. Tocca portarseli da casa o, più verosimilmente, farseli “imprestare” dall’hotel.

È successo proprio nei due tornei del circuito Futures svoltisi in Taiwan la scorsa settimana, dove con temperature attorno ai 30 gradi i giocatori si sono dovuti procurare da soli gli asciugamani, come in un qualsiasi torneo open italiano. “Ma tutto ciò è normale”, stando a quanto dichiara il tennista Taiwanese Lee Hsin-han, impegnato regolarmente nel circuito minore asiatico. Attualmente classificato numero 549 in singolo e 217 in doppio, Hsin-han sostiene che c’è comunque un miglioramento in atto da quelle parti. “Questa settimana abbiamo addirittura i frigoriferi in campo, alcuni tornei ne sono sprovvisti”, ha dichiarato in un’intervista.

È noto ai più che gli eventi Futures giocano un ruolo fondamentale nel percorso tennistico all’inseguimento del sogno di diventare un professionista della racchetta. Il tennis in Taiwan negli ultimi anni non ha ospitato nessun evento del circuito Atp. La presenza di questi due tornei Futures è quindi l’unico barlume di tennis rofessionistico, maschile, visto all’opera nell’estrema Asia. Questa mancanza di tornei maggiori, chiaramente per i tennisti di casa, si traduce in un chiaro svantaggio. “E’ fantastico giocare un torneo quando sai di non dover spendere né per il viaggio né per l’ospitalità in albergo. All’estero invece oltre alle spese c’è anche il fatto che devi acclimatarti, convivere con tanti altri fattori che invece in casa propria non incidono così pesantemente”, confida Lee.

La situazione locale a Taiwan
Nel 2010 si sono svolti 2 tornei Futures in Australia, 5 in Thailandia, 8 in Cina, 10 in Giappone, 4 in Korea e perfino uno nel Laos e nel Guam, dando a questi giocatori la possibilità di spendere poco per cercare di conquistare i punti necessari a migliorare il proprio ranking Atp. Senza tornei in casa infatti, i tennisti taiwanesi devono girare per il mondo – o perlomeno per l’Asia che di fatto un piccolo mondo lo è - spendendo parecchi soldi ogni settimana. Si può sborsare una fortuna senza nessuna garanzia di entrare poi nei tabelloni. Si prenda ad esempio il caso di Hsu Hong-Yuan. Hsu ha giocato in 17 tornei di questa categoria oltreoceano nel 2010, in Giappone, Indonesia, Cina, Stati Uniti e Korea, prima di vincere il suo primo incontro di primo turno in tabellone e raccattare un punto Atp a settembre. Malgrado la spesa di centinaia di dollari taiwanesi, e la vittoria di numerosi match nelle qualificazioni dei tabelloni, non è mai riuscito – tranne quella volta – a mettere assieme le tre vittorie di fila in qualificazione necessarie per accedere al tabellone principale, l’unica maniera di conquistare punti che altrimenti non vengono assegnati.
La scorsa settimana in Taiwan, gli è stata data una wildcard al torneo locale. L’ha ben sfruttata: vincendo il match di primo turno ha guadagnato un secondo punto Atp. Forse Hsu non sarà così bravo abbastanza da salire di livello, ma il veterano ventisettente Chen Ti, testa di serie numero due nei due Futures locali ha ben dichiarato: “Senza opportunità non lo scopriremo di sicuro se qualche tennista locale può farcela a salire di livello”. “Nella maggior parte dei tornei Futures o Challenger in Asia si possono incontrare tre giocatori provenienti da Taiwan in tabellone. Mentre nel nostro primo Futures ne avevamo 19 in tabellone. Questo significa che otto di loro, andranno al secondo turno e guadagneranno punti”, ha dichiarato Chen.

E nei tornei asiatici, due punti possono essere abbastanza per entrare nel tabellone principale, scansando le qualificazioni. Una soglia che farebbe risparmiare molti soldi ai tennisti-viaggiatori. Ma Chen, elenca altri benefici in merito alla disputa dei tornei in casa. “Per molti giocatori il livello professionistico è molto distante, fa quasi paura. Ma avere la possibilità di vedere da vicino, o addirittura sfidare questi giocatori più forti, per loro oltre che una cartina al tornasole delle loro qualità può rappresentare anche un miglioramento prestazionale, avendo la possibilità di scambiare con giocatori più forti”. Di sicuro i tornei hanno evidenziato la mancanza di una struttura tennistica di primo livello a Tapei, la capitale dello stato. I campi di Tianmu sono notoriamente convessi e possono generare rimbalzi anomali, al punto che il vincitore dell’evento conclusosi domenica scorsa, Yang Tsung-Hua, ha maledetto non poco quegli strani rimbalzi. È stato però fortunato in questi giorni. Dopo aver fallito infatti la registrazione online all’altro Futures taiwanese, in svolgimento questa settimana, ha potuto beneficiare di un invito da parte degli organizzatori. Altrove, sarebbe stato costretto alle qualificazioni, perdendo i giorni di riposo dopo la vittoria di domenica scorsa. Di nuovo quindi in campo, da testa di serie numero uno, inseguendo la seconda vittoria per dare ancora più visibilità al tennis in Taiwan.

Claudio Giuliani

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