11/08/2011 04:18 CEST - Masters 1000 Montreal

Esordio vincente per Roger e Nole

Roger Federer

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Poche ore dopo la maratona con Chela, terminata dopo 2 ore e mezza con un inizio di crampi, il 21enne canadese Pospisil è dovuto tornare in campo per affrontare il suo idolo Federer in quello che per lo svizzero era il primo match dopo Wimbledon. Partita che è rimasta equilibrata solamente fino al 5-5 del primo set, quando poi il giovane giocatore di casa ha avvertito troppo la pressione ed ha ceduto battuta e set sul 5-6. Federer è apparso come ci si poteva aspettare un po’ arrugginito, soprattutto in fase di risposta, ma che ha sempre mantenuto il pieno controllo dei suoi turni di battuta. “Ho fatto fatica all’inzio del match sulla mia risposta – ha confermato lo svizzero – e questo ha permesso [a Pospisil] di entrare nel match con un certo agio. E’ molto abile a variare il servizio, ma ha avuto un paio di giochi in cui non è riuscito a mettere abbastanza prime, ha mancato una volée che probabilmente riesce a fare anche mentre dorme, ha avuto 10 minuti molto difficili ed hanno fatto la differenza. Per il resto, oggi non sono stato meglio di lui”.

Nella continuazione dei match sospesi martedì sera per pioggia, Isner ha disposto in due set piuttosto semplici di Baghdatis convertito al capello corto, Lopez ha avuto la meglio per 6-4 al terzo del vincitore di Washington Stepanek, Verdasco è venuto fuori di esperienza da una partita complicata contro il tedesco Kamke, e Michael Llodra ha eliminato la testa di serie n.11 Youzhny per 7-6 al terzo set.

In uno degli incontri più interessanti di secondo turno, inspiegabilmente collocato sul terzo campo in ordine di importanza (il n.9), l’astro nascente Dolgopolov non è riuscito a portare a termine il colpaccio contro la testa di serie n.7 Berdych nonostante un set di vantaggio. L’ucraino ha avuto una palla del 5-5 nel terzo set per riequilibrare il match, ma ha messo lungo un recupero di diritto.

Primo incontro da n.1 del mondo per Novak Djokovic, che deve sudare le proverbiali sette camicie, almeno nel primo parziale, per avere la meglio di Nikolay Davydenko, oggi sicuramente in disarmo rispetto ai fasti di due anni fa, ma pur sempre uno dei giocatori che soffre di più (2 sconfitte in 5 precedenti). Partita a “ciapa no”, con il russo che va avanti di due break (4-1 pesante) ma si fa rimontare (4-4), arriva a servire per il set sul 5-4 ma non riesce comunque a chiudere. Finisce 7-5, 6-1, dopo 61 minuti di primo set tutt’altro che esaltanti ed un’inevitabile facile conclusione prima nubi plumbee e fulmini coprano il cielo di Montreal.
Il neo numero 1 del mondo in conferenza stampa ha sfoggiato la sua consueta ironia quando gli hanno mostrato una delle novità di questo virtual combined, ovvero la possibilità di rispondere a domande postegli via videoconferenza dai giornalisti presenti nella sala stampa di Toronto: “Veramente? E’ incredibile! Ciao Toronto, come va? Che tempo fa lì da voi? Qui piove…”. A proposito del match appena concluso, ha attribuito la brutta partenza alla desuetudine alla gara ed ai campi dovuta alla pausa agonistica: “Avevo bisogno di ritmo all’inizio, e lui non me l’ha dato. Non riuscivo mai a capire che palla sarebbe arrivata al colpo successivo. Ho cercato di rimanergli attaccato sapendo che avrebbe iniziato a sbagliare prima o poi, ed è quello che è accaduto”.
Il suo avversario negli ottavi sarà il croato Marian Cilic, che ha superato per 6-3, 6-4 Juan Martin Del Potro (testa di serie n.16) in un match molto disturbato dalla pioggia, dopo che era stato posticipato di 24 ore a causa del nubifragio di martedì sera.

Il programma molto folto per questa giornata, che ha visto disputarsi 15 dei 16 secondi turni in tabellone, ha consentito agli spettatori con il biglietto dei ground di assistere a match molto interessanti, come per esempio la vittoria in tre tie break di Ivo Karlovic contro il qualificato Phillip Petzschner, oppure i due match persi al terzo set da Isner e Verdasco (rispettivamente contro Troicki e Tipsarevic) che avevano dovuto completare i primi turni solo poche ore prima.

 

Vanni Gibertini