ITALIANO ENGLISH
HOMEPAGE > > I dolori del giovane Rafa Nadal

23/08/2011 17:30 CEST - FOOT FAULT

I dolori del giovane Rafa Nadal

TENNIS - Il "fallo di piede" di Ansaloni tocca ancora una volta le tematiche più "hot" della settimana. Prima i doverosi complimenti a voi lettori, lungimiranti nel prevedere la sconfitta di Djokovic, si parla del ritiro del serbo nella finale di Cincinnati, delle possibili reazioni all'autobiografia di Nadal e dell'attuale condizione di Roger Federer. La sentenza è cruda: sembra un giocatore "da quarti", uno che fa fatica a giocare due giorni di fila. Luigi Ansaloni

| | condividi

Bravi, bravi, bravi. Voi commentatori siete stati ancora una volta più competenti e lungimiranti di me. Non che ci voglia molto, attenzione, ma è sacrosanto darvi il giusto merito per le vostre considerazioni sull’articolo della settimana scorsa. Parlavo, preoccupato, di oscuri orizzonti dittatoriali serbi, di un Djokovic che sarebbe stato imbattibile per i prossimi anni, e invece che ti succede una settimana dopo? Arriva lui, Murray Brown, l’uomo degli slam (persi) e ti batte RoboNole con una facilità disarmante. E voi l’avevate previsto. Non in questo modo magari, certo, non così subito, ovvio, ma voi l’avevate previsto. Come dite? Djokovic era infortunato e si è ritirato? Quindi non conta? Ma sì che conta, anche se ovviamente ha un peso specifico diverso, con Nole che a stento (almeno, a quanto si è visto) riusciva a muovere la spalla. Anche contro Monfils aveva avuto di questi problemi, mentre contro Berdych i problemi li aveva avuti il ceco.

Sul web si è scatenata subito (e come ti sbagli) la polemica sul ritiro di Djokovic quando era sotto 3 a 0 nel secondo set. Il grido dei suoi (ormai tanti) detrattori è “un vero campione non si ritira mai, sta in campo fino alle fine e si becca un 6-0 senza colpo ferire”. In passato il serbo era stato accusato per questo suo vizietto di non finire le partite e di non dare, così, il giusto merito all’avversario che magari, in quell’occasione, era stato più bravo di lui. Il punto in queste situazioni è il seguente: chi sta fuori, come noi, non può mai e poi mai giudicare una scelta del genere. Ci sono 300.000 fattori che noi non conosciamo o conosciamo poco. Uno può anche scendere in campo e sentirsi bene per poi giocare e stare male. La spalla, per un tennista, è una brutta, bruttissima bestia, e ci sta che uno se la faccia sotto se fa più male del dovuto. Detto questo, sarebbe stato bello (non giusto, ma bello) da parte di Djokovic rimanere in campo fino alla fine e dare questa soddisfazione (seppur parziale, certo) a Murray. La Henin fu massacrata per aver alzato bandiera bianca all’Australian Open 2006 e aver in un certo senso “sporcato” la vittoria della Mauresmo (al suo primo slam, tra l’altro). Adesso la situazione è molto diversa e anche molto meno “grave”, però certamente il ritiro di Djokovic qualche bocca storta l’ha procurata.

Rischia di procurarla anche il libro, prossimamente in uscita, di Rafael Nadal. “Vamos”, si chiama. Che bello. I suoi ammiratori (come Enzo Cherici) ogni volta che penseranno al titolo immagineranno quella specie di gancio che parte ogni volta che lo spagnolo si gasa, i detrattori invece tremeranno al solo pensiero. Già sono uscite alcune anteprime, alcuni pezzi del “romanzo” della vita di Nadal (che nei prossimi giorni vi proporremo su Ubitennis). Tralasciando quella su Wimbledon 2007 e 2008 (cose che suppergiù sapevamo già), ha fatto scalpore l’ammissione di Rafa sul 2009 e sul dolore per la separazione dei suoi genitori. Nadal racconta: “Ero a Dubai, per la preparazione in vista degli Australian Open e mio padre Sebastian mi confessò al telefono che lui e mia madre Ana Maria stavano separandosi. Fu una notizia sconvolgente perchè fino a quel giorno eravamo stati una famiglia unita con un clan allargato: zii, cugini, nipoti.. L'unione dei miei era un pilastro, e a un tratto crollò. Ero in splendida forma, ma a marzo cominciarono i problemi al ginocchio e il mio preparatore mi disse che c'era un collegamento tra stato d'animo e condizione fisica. Fu un momento terribile: mi scoprii più ombroso e aggressivo e me ne accorsi persino da come giocavo a golf: ero brutale". I dolori del giovane Rafa, dunque. La connessione tra psiche e corpo non è certamente nuova e non ci voleva il preparatore di Nadal per chiarirla. Sicuramente questa è una spiegazione (non so se vera o meno, ma è una spiegazione) del poco felice 2009 dello spagnolo. Anche se poi pensi che dopo il drammatico annuncio dei suoi, avvenuto a gennaio, Rafa ha vinto uno slam (Australian Open, battendo Federer dopo una partita mostruosa), Indian Wells, Montecarlo, Roma, arrivando in finale a Madrid e quindi dici “pensa se non ci fosse stato questo trauma cosa avrebbe potuto fare nel 2009”. Peccato non scoprirlo. Tornando al presente, tralascio le sue esibizioni nei 1000 americani: una sofferenza continua. Ai suoi tifosi che l’altra volta dicevano “il miglior Nadal di sempre si deve ancora vedere, ha 25 anni ed è nel fior fiore degli anni”, rispondo: ve lo auguro. Anche se, non so perché, sento che agli Us Open Rafa ci stupirà.

A proposito di Federer (?), a Cincinnati ha mancato un’altra volta l’appuntamento con una vittoria, roba che manca da Londra 2010 (ci sarebbe Doha ma vabbè…). Ormai Roger sembra un giocatore da “quarti di finale”, ovvero: quando l’asticella si fa un po’ più alta, lui non ce la fa più a saltare. A me sembra che il problema sia un altro: non ce la fa più a giocare due giorni consecutivi. Contro Berdych era lento, lentissimo, proprio stanco. Non ce la faceva quasi a muoversi, bloccatissimo sulle gambe. Con un giorno di riposo tra una partita e l’altra, Federer sembra (sembra) posso essere ancora competitivo ai massimi livelli. Quantomeno da semifinale.

Chiudo questa rubrica un po’ così lanciando un appello: qualcuno salvi la Wozniacki. Vi prego.

Luigi Ansaloni

comments powered by Disqus
Partnership

 

Sito segnalato da Freeonline.it - La guida alle risorse gratuite

Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
Virtual Tour / Fanta Tennis virtual tour logo 2

Il fanta gioco di Ubitennis

Quote del giorno

"Quando uno scende di ranking, perde una partita dietro l'altra, la gente ci mette un secondo a puntarti l'indice contro. Poi, se inizi a leggere i blog, andresti a casa di ognuno per aspettarli, perchè scrivono cose senza senso. A questo punto meglio non perdere energie, far finta di nulla e tirare avanti"

Simone Bolelli

La vittoria di Francesca Schiavone a Parigi 2010

Copertine di magazine e giornali

Ubi TV

Novak Djokovic ancora showman