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30/08/2011 18:23 CEST - Us Open

La prima volta della Tunisia

TENNIS - Malek Jaziri è l'unico tunisino con una classifica ATP e il primo ad aver vinto un match nei tornei dello Slam nell'era Open. Dopo aver battuto De Bakker, al secondo turno degli Us Open affronterà Mardy Fish. Considerato un talento in patria, è esploso tardi (ha 27 anni) per una serie di infortuni e un'eccessiva fragilità mentale. Per qualche tempo si è allenato in Spagna, ora è sotto l'egida della Federazione. Alessandro Mastroluca

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Dallo spareggio di Davis contro la Gran Bretagna agli Us Open. Da Baker a De Bakker. È racchiuso in un’omofonia il 2011 di Malek Jaziri, unico tunisino con una classifica ATP questa settimana e primo a vincere un match in un Grande Slam nell'era Open. Come mi segnala il nostro prezioso Stefano Rosato, nel 1947 e nel 1951 Gilbert Naccache vinse due matches al Roland Garros (il secondo su Philippe Chatrier!) e che, fra il 1961 e il 1964, il più forte giocatore tunisino di tutti i tempi, Mustapha Belkhodja, ne vinse 7 (in tutti i tornei dello slam, eccettuati gli Australian Open, ai quali non si recò mai).

Il 27enne di Bizerte, promessa mai del tutto esplosa del tennis tunisino, ripete così l’impresa, già riuscita a livello femminile a Selima Sfar (64 64 alla Hrdlickova al Roland Garros 2001).

Jaziri vince in rimonta, 46 61 64 62, e esacerba la crisi di Thiemo De Bakker, l’olandese che ha iniziato la stagione al numero 43 del ranking ed è ora numero 159 del mondo. L’ex campione junior di Wimbledon è alla quarta eliminazione consecutiva al primo turno: la settimana scorsa si è arreso a Peter Gojowczyk, tedesco numero 427 del mondo, al Challenger di Manerbio.

La sua esperienza nei tornei dello Slam, prima di Flushing Meadows, si riduce al primo turno di qualificazioni agli Australian Open 2010, perso dal polacco Michal Przysiezny. New York, cuore della terra delle opportunità, gli regala un sogno: in quali supera, nell’ordine, Fernando Romboli, 61 61; lo svedese Michal Ryderstedt 62 46 62 e il francese Guillaume Rufin 75 21.

La vittoria su De Bakker gli porta in dote il suo nuovo best ranking (intorno alla posizione n.155) e un sogno ancora più grande: la prima sfida in carriera contro un top-10. Affronterà infatti Mardy Fish, certamente su uno degli showcourts e con la copertura televisiva.

Ha una pagina su Facebook, curata da fan molto attivi, che hanno seguito da vicino e commentato il suo 2011, senza dubbio la sua stagione migliore. Ha vinto tre tornei Futures: a Newcastle, Manchester e, la prima settimana di agosto, Almaty. In Kazakhstan non perde un set e non cede mai più di tre game nei parziali, concedendosi anche tre “bagel”. Il 63 62 con cui domina in finale l’ucraino Denis Molchanov gli vale l’ingresso tra i primi 200 giocatori del mondo.

La settimana successiva, nell’ultimo torneo disputato prima degli Us Open, raggiunge la sua prima finale a livello Challenger. A Astana elimina in semifinale il figlio di Mecir, ma si deve arrendere a Denis Istomin e a un infortunio alla caviglia destra alla fine del primo set, perso al tiebreak 7-2.

Gli infortuni l’hanno spesso accompagnato, in passato. Dal 2007 “litiga” col ginocchio sinistro e deve restare a lungo ai box. Ma è sotto il profilo mentale che Jaziri delude i tifosi che aspettano la sua esplosione. Le aspettative non gli fanno bene. Il talento, concetto comunque relativo per un giocatore con la sua classifica, c’è: il servizio è vario e non sempre facile da leggere perché il lancio di palla è molto basso e la spinta di schiena quasi assente. Manca un po’ di velocità, però, per fare il salto di qualità. Il dritto è il suo colpo migliore, il rovescio quasi sempre coperto, col taglio in back: ma quando spinge, anche dalla parte sinistra, trova buone accelerazioni. Giocatore difensivo, rimane un metro o due dietro la riga di fondo, e tende a venire a rete solo quando il punto è praticamente già chiuso: la superficie più lenta, di cui si è lamentato anche Roger Federer, l’ha di conseguenza aiutato.

Tenta allora la via della Spagna, si allena a Barcellona con Mark Conavas. Ma dal 2010 torna ad allenarsi in patria, sotto l’egida della Federazione. Una Federazione, per la serie “tutto il mondo è Paese” con un presidente contestato dalla stampa e da buona parte dei direttori dei circoli per la gestione dittatoriale, la sete di potere, e per lo stato “medievale” in cui versa il movimento tennistico a dispetto dei 5 mila tesserati. Tra le ragioni degli attacchi, anche le celebrazioni per la vittoria di Ons Jabeur al Roland Garros junior di quest’anno e i relativi premi che le sono stati riconosciuti. La Jabeur era allora seguita da Luca Appino, ex direttore tecnico della Federazione.

In un’intervista dopo il successo della Jabeur, Appino aveva provato a spiegare perché la Tunisia, una delle quattro “potenze” del tennis africano insieme a Marocco, Sudafrica e, in seconda battuta, Egitto, non riesca ad esprimere giocatori di buon livello.

E’ una questione di mentalità e di mezzi. In Tunisia, quando un giocatore diventa più o meno buono, sceglie di usare le sue qualità tennistiche per ottenere una borsa di studio in un’università negli Usa. Una scelta senza dubbio logica, legittima, comprensibile per la vita del giocatore, ma allo stesso tempo una decisione che in molti casi preclude la possibilità di diventare un tennista professionista di valore”.

Recentemente, però, Appino ha lasciato l’incarico a seguito di critiche per le spese eccessive durante i tornei di Roehampton e Wimbledon.

Il presidente della Federazione tunisina, Mehrez Boussayane, sul quotidiano nazionale La Presse, dove era apparso uno degli articoli più critici della sua gestione, ha inviato una lunga risposta segnalando, tra le altre cose, come Jaziri abbia raggiunto i suoi migliori risultati da quando viene gestito dalla FTT.

La Federazione finanzia una parte delle mie spese” ha dichiarato in un’intervista a La Presse alla vigilia della partenza per gli Usa, “anche se il budget non è così alto (i mezzi sono limitati). In passato, ad esempio, ho dovuto pagarmi buona parte delle iscrizioni ai tornei e delle spese di alloggio. Adesso spero che con i buoni risultati miei e di Ons Jabeur si riescano a trovare degli sponsor solidi che vogliano investire su noi tennisti”.

È indubbio che con il nuovo allenatore, Walid Jellali, recordman di presenze in Davis per la Tunisia, i suoi risultati siano migliorati anche grazie a un programma di allenamento più intenso.

Sono enormemente soddisfatto”, ha proseguito Jaziri, “del lavoro di Jellali. Il suo occhio di specialista, i tanti anni che ha passato sui campi, la nostra amicizia, nata quando giocavamo insieme, gli hanno permesso di correggere alcune debolezze nel mio gioco e di darmi nuove motivazioni. Parliamo di tutto. Mi ha dato molto a livello personale”.

Dopo gli Us Open, Jaziri sarà presente ai Giochi Africani di settembre, dopo la vittoria nel 2009 e la finale raggiunta l’anno scorso. Il titolo di campione continentale di tennis quest’anno vale doppio: in palio anche il biglietto per Londra 2012.

Alessandro Mastroluca

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