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24/02/2012 17:35 CEST - Storie di tennis

Pane (gluten free), tennis e fantasia

TENNIS - Novak Djokovic ha aperto la strada della dieta senza glutine nel tennis. Dopo gli Australian Open 2010 niente più pasta o pizza. Spazio a riso, pollo e sushi, di cui rimane grande estimatore anche Andy Murray. Lo scozzese ha consolidato la sua posizione modificando il regime alimentare. Certo, però, la dieta da sola non basta a migliorare i risultati. Salvatore Bombello

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Cerchi di gettare il cuore oltre l’ostacolo e non ci riesci, pur volendolo. Vuoi attingere a tutte le risorse che ti rimangono in corpo, ma d’improvviso la lancetta del tuo serbatoio biologico è sul “rosso fisso”. La concentrazione viene meno, gesti e pensieri sono sempre più offuscati.

Eppure ti ricordi di aver rispettato tutte le tabelle di allenamento, ti sei preparato scrupolosamente al tuo evento sportivo. Non basta. Proprio in dirittura d’arrivo sei ceduto di schianto. Viene il dubbio che qualcosa non va.

Potrebbero essere disturbi dovuti alla celiachia, una patologia la cui incidenza viene costantemente studiata, portando alla luce scoperte sempre nuove per la medicina ed essenziali per chi ne è affetto. Senza spingerci troppo a fondo in un campo che non è di nostra competenza, e traendo spunto dal maggior sito nazionale in materia, salta all’occhio che la statistica dei soggetti che presentano questo disturbo è più alto di quel che si possa pensare: 1/150 nel nostro paese, forse più. Dei diversi gradi di intensità con cui questo disturbo può colpire, senza dubbio i livelli di “all’erta” più alti sono da tenere in seria considerazione in ragione delle complicanze che possono derivarne, ma accade pure che la malattia a volte si presenti in maniera molto più subdola e blanda.

La patologia rende intolleranti ad una componente che si trova nel frumento, e più in generale nella maggior parte dei cereali: la gliadìna, una componente che si trova nelle proteine del glutine. L’unico modo per contrastarla consiste nell’evitare di assumere queste sostanze.

Forse mai avrebbe immaginato Novak Djokovic di esserne affetto, fino al giorno in cui la diagnosi del nutrizionista Igor Cetojevic aveva trovato riscontro positivo: intolleranza al glutine. L’attuale n°1 del mondo, che all’epoca dei fatti era stato battuto da Tsonga nei quarti di finale dell’Australian Open 2010, in preda a forti crampi allo stomaco, e svuotato di ogni energia fisica e nervosa, fu costretto a modificare a fondo la sua routine, introducendo delle modifiche e delle migliorie.

Da quel momento in poi niente più pasta, pizza, birra o snack, per preferire una dieta, che, visti i risultati conseguiti, non solo metabolici ma anche sportivi, ha trovato un consistente séguito tra i suoi colleghi agonisti, del tennis e non.

Ovviamente i carboidrati non possono venir meno, ma anziché ricavarli da quegli alimenti “banditi” vanno ricercati altrove. Ecco allora un menù in cui prendono il sopravvento riso, grano saraceno, e pollo, buono anche per ricavarne proteine.

Recitato in questo modo non proprio è il top della nouvelle cuisine, ma siccome è sempre bene dare libero sfogo alla fantasia, soprattutto in cucina, ecco trasformare il riso e il pesce in una appetibilissima portata di sushi, seguito da una ricercata ricetta di pollo al vapore accompagnato da salsa di soia, per soddisfare le esigenze -e perché no, i capricci- di Nole, e mettendo a volte a dura prova le capacità organizzative del suo staff addetto ai fornelli. E se i risultati continuano ad essere quelli che sono ci sarà poco da lamentarsi.

Anche Murray, che del sushi era già da tempo grande estimatore e confessava di mangiarne ben cinquanta porzioni nel corso di una intera giornata di lavoro, si è convertito alla nuova dieta gluten-free.

Lo ha confessato per la prima volta alla stampa dopo il match di quarti di finale vinto a Cincinnati la scorsa estate contro Simon, soddisfatto dell’apporto nutritivo ed energetico del suo nuovo regime alimentare. Lo scozzese non ha ancora vinto gli slam che ha vinto Nole, ma si è tolto lo sfizio (tennistico, è bene precisare) di battere proprio Djokovic nella finale di quel torneo. Nel corso degli ultimi sei mesi ha consolidato la sua posizione a ridosso dei primi tre, dimostrando di non essere semplicemente il “quarto incomodo”, dominando lo swing asiatico dello scorso autunno, ed avendo dimostrato di poter imbastire una lotta alla pari -e all’ultimo sangue, che dato l’argomento è quel che più salta all’occhio- proprio contro l’imbattibile Djokovic dell’ultimo periodo.

Ricordiamo anche il salto di categoria – ma quello lo aspettavamo anche da un punto di vista di tennis “puro” – di Sabine Lisicki, anche lei celiaca. La tedesca, tennisticamente formata a Bradenton, nel corso di una stagione e mezzo, dall’estate del 2010 ad oggi, ha risalito centinaia di posizioni in classifica ed oggi occupa la 13° posizione del ranking WTA. Il suo talento difatti, era stato limitato nel corso degli anni da una serie interminabile di infortuni che ne avevano limitato la crescita. E non è fuori luogo pensare che questi infortuni siano stati dovuti in buonissima parte alla celiachia che tende ad indebolire anche la struttura ossea, in quanto i valori che andrebbero normalmente assunti, vengono meno a livello generale, comportando una resa inferiore dell’intero sistema.

Non è un caso se nella lista degli infortuni di Sabine convivevano sia malanni di entità osteo-muscolare, che problemi di natura intestinale, a sottolineare la portata sistemica che questo disturbo comporta. Ora finalmente risolti.

La nuova linea di pensiero (e di forchetta) lanciata da Djokovic ha trovato proseliti anche in altri sport. Sono di pochi giorni fa le dichiarazioni di Michelle Wie, nelle quali la 22enne golfista hawaiana, affetta in passato da svariate allergie e disturbi alimentari, ha ammesso di aver intrapreso questo regime dietetico, notando già in questo scorcio di inizio stagione dei consistenti miglioramenti: sempre meno dolori alle articolazioni, uno scomparso gonfiore delle mani e soprattutto una ritrovata carica di energia in più.

Non abbiamo la controprova che senza questo cambiamento le cose non sarebbero comunque migliorate in un altro modo. Ed è temerario anche sostenere che sia stato solo per questo motivo che i risultati di Djokovic e compagnia siano migliorati. Di sicuro, per un atleta, poter contare su una dose di energie che sembrava impossibile possedere, e potersi allenare con tranquillità e senza problemi fisici, consente di aumentare le proprie prestazioni e di esprimere a pieno il proprio talento.

Ed è anche grazie a questo, oltre che a un’imprescindibile e sensazionale miglioramento costante a livello tennistico e mentale, che oggi Djokovic è il cannibale che è, e gli consente di divorare tornei ed avversari. Possibilmente senza glutine.

Salvatore Bombello

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