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06/03/2012 10:46 CEST - ROLAND GARROS

15 volti per il Roland Garros

TENNIS - A tre mesi dall'iinizio del Roland Garros, Bleacher Report ha stilato i 15 potenziali protagonisti dello Slam parigino. Da una Vika Azarenka alla ricerca di conferme all'obiettivo di Djokovic di avvicinarsi al Career Golden Slam. Passando per le speranze di Raonic e le ambizioni di Del Potro e Serena Williams. Intanto Nadal e Federer non stanno a guardare. Massimiliano Di Russo

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Il periodo che separa i primi due Slam, si sa, è ricco di avvenimenti più o meno importanti in grado di saziare gli appassionati di tennis più voraci.
E così, tra un incontro di Davis e uno di Fed Cup, passando per l’accoppiata Indian Wells – Miami e la costellazione di tornei che prendono vita durante la stagione sul rosso, tra i quali meritano una menzione i Masters 1000 europei, si giunge quasi senza rendersene conto alle porte di Parigi.

Eppure, a ben vedere, non è mai troppo presto per iniziare a individuare quelle che saranno le storie più interessanti, in grado di rendere eccitante il Roland Garros che verrà.

Isner prossimo Top 10?

Prima dello storico match disputato a Wimbledon contro Nicolas Mahut, John Isner rappresentava solo l’ennesimo prodotto statunitense senza infamia e senza lode nato dalle ceneri della generazione aurea degli anni ’90. Da quel momento il gigante di Greensboro è sembrato non volersi accontentare della fama di “maratoneta del tennis”, migliorando costantemente il proprio gioco tanto da centrare i quarti di finale lo scorso anno agli Us Open e avvicinare passo dopo passo la top ten (attualmente occupa l’undicesima posizione). La prestigiosa quanto perentoria vittoria in Davis ottenuta contro Federer ha puntato i riflettori sull’americano, che l’anno scorso proprio al Roland Garros aveva dato parecchio filo da torcere a Rafa Nadal. Questo risultato e la finale disputata sempre sul rosso a Belgrado nel 2010 sono lì a suggerire quanto le superfici lente, per natura le meno congeniali al gioco di Isner, potrebbero tuttavia regalargli quei punti necessari per entrare a far parte dei primi dieci del mondo. Chissà che non sia proprio lo Slam francese a consegnargli le chiavi del club più ambito dai top player.

Ancora Vika?

Dopo aver conquistato a Melbourne in un solo colpo titolo e primato, in molti si domandano se la bielorussa riuscirà a confermarsi ad alti livelli anche a Parigi. Se la vittoria ottenuta a Doha lascia presagire un anno dominato da Vika, va detto che il Roland Garros non l’ha mai vista protagonista: nel 2010 uscì al primo turno per mano di Gisela Dulko, l’anno scorso si arrese nei quarti alla futura campionessa Na Li. Una vittoria a Parigi costituirebbe senza dubbio una seria ipoteca sul primato in classifica almeno fino al termine della stagione.

Maria e Petra, la strana coppia

Tutti pazzi per l’Azarenka, verrebbe da dire. Impossibile però non dare credito alle avversarie, se è vero che la classifica della WTA ci ha abituato da anni a questa parte a continui ribaltoni. Basti pensare che dal 2008 sono state ben otto le tenniste che si sono avvicendate al vertice, laddove tra gli uomini il primato è stato gestito a turno dai triumviri Federer, Nadal e Djokovic. E allora fiducia a Maria Sharapova e Petra Kvitova, entrambe a meno di 2000 punti dalla Azarenka, entrambe forse maggiormente in grado rispetto alla bielorussa di trarre vantaggio dalla terra rossa. Senza dimenticare Na Li, campionessa uscente, e Samantha Stosur, finalista nel 2010. Anche la Wozniacki potrebbe dire la sua, a patto di riuscire a compensare lo scarso feeling con Parigi (solo un quarto di finale come miglior risultato) con la fame del primo Slam. In un’epoca in cui l’instabilità che regna nel tennis femminile ricorda quella dei governi italiani, i punti messi in palio dagli Slam possono risultare decisivi.

La Venere di Milos

Gli appassionati più colti, scegliendo di godere almeno una volta delle bellezze di Parigi, potrebbero imbattersi durante una visita al Louvre nella Venere di Milo, una delle massime opere scultoree presenti nel celebre museo. Chissà che quegli stessi appassionati, ancora frastornati dalla visita erudita, non vengano risvegliati bruscamente sulle tribune del Roland Garros dalle bordate di Milos Raonic, in verità assai distanti dall’arte ellenica. In attesa di vedere come il canadese si comporterà tra California e Florida, quello che viene unanimemente considerato come uno dei maggiori prospetti del tennis che verrà ha lanciato segnali importanti, vincendo quest’anno un paio di tornei minori e raggiungendo per il secondo anno consecutivo la finale a Memphis. L’anno scorso deluse sulla terra battuta, chissà che quest’anno non riesca a sorprendere gli addetti ai lavori in uno Slam che in teoria non è nelle sue corde.

Tomic e il feeling con gli Slam

Alla stregua di Raonic, anche Bernard Tomic gode del credito degli addetti ai lavori più autorevoli. L’australiano, che a Melbourne ha impressionato tutti in particolare contro Verdasco e Dolgopolov, ha dimostrato di essere a suo agio negli Slam centrando l’anno scorso i quarti a Wimbledon, cosa che per un tennista della sua età non accadeva dai tempi di Boris Becker. Anche per lui vale il discorso fatto per Raonic: ottenere un risultato di rilievo proprio nel torneo che non ti aspetti costituirebbe un segnale importante lanciato in un mondo come quello del tennis che sta diventando pericolosamente fin troppo scontato.

Aspettando Del Potro

Diciamo la verità: l’argentino fino a questo momento ha deluso, incapace com’è di brillare come un tempo. E’ passato ormai più di un anno dall’infortunio che ha fatto temere per la sua carriera. Ciò che lascia perplessi non sono tanto i pochi e modesti tornei conquistati (stiamo parlando di un vincitore Slam), quanto il senso di impotenza che pervade quelle sfide contro i top player che una volta pareva essere in grado di portare a casa o quantomeno affrontare alla pari. Salvo rare eccezioni, vedi l’ottimo match disputato contro Nadal a Wimbledon, l’anno scorso “Delpo” non ha mai dato l’impressione di essere in grado di sconfiggere i primi tre giocatori del mondo, resistendo al massimo per un paio di set. Quest’anno poi le cose sono andate se possibile ancora peggio: perdere contro Federer non è certo un’onta, ma fanno riflettere l’atteggiamento rinunciatario mostrato a Melbourne e lo sconcertante tie break che ha deciso la semifinale di Dubai. Di questo passo l’argentino si candida a vincere solo quando non ci sono i primi quattro, obiettivamente troppo poco. Per questo ci si aspetta un grande Roland Garros da lui, memori di quella splendida semifinale che qualche anno fa lo vide uscire sconfitto tra gli applausi ancora una volta contro Federer: Parigi può rappresentare il rilancio definitivo della sua carriera o l’ennesimo passo falso che potrebbe condizionarlo per i prossimi mesi.

Sorelle Williams alla riscossa

Quello che è capitato a Venus e Serena negli ultimi anni tra incidenti, infortuni e malattie ha dell’incredibile. Vedere Serena fuori dalla top ten e Venus addirittura lontana dalle prime cento giocatrici del mondo, senza che vi siano segnali incoraggianti circa un suo ritorno sulle scene, provoca dispiacere nell’appassionato di tennis. A differenza della sorella, Serena se sta bene fisicamente è ancora in grado di rientrare almeno tra le prime cinque. Il prossimo Slam ci dirà molto sulle prospettive future delle due.

Gael Monfils, serve aggiungere altro?

Divertente, esplosivo, fragile fisicamente e spesso mentalmente (vedere l’imbarazzante percentuale di vittorie nelle finali disputate), Monfils è il talento più indisciplinato del circuito. Qualche anno fa raggiunse le semifinali del Roland Garros prima di giocare al gatto col topo (lui ovviamente era il topo) contro Federer, finendo per ammettere in conferenza stampa che ogni volta che affrontava l’elvetico sovente “non ci capivo nulla”. Promessa disattesa, da lui ci si aspetta il solito teatrino divertente davanti al pubblico di casa e poco altro.

Ryan Harrison, speranza americana

Tutti si aspettano molto da Ryan Harrison, anche se forse il palcoscenico di Parigi non è il più adatto a far emergere il suo valore. In Australia ha perso al primo turno contro Murray strappando un set al più quotato avversario e giocando alcuni punti di pregevole fattura. Sarà interessante vedere come il giovane americano rappresenterà gli Stati Uniti al Roland Garros.

I due volti di Sammy Stosur

Finalista al Roland Garros nel 2010 e vincitrice degli ultimi Us Open, Sammy Stosur ha fallito la prova del nove facendosi estromettere al primo turno nello Slam di casa dalla non trascendentale Cirstea. Dopo due major così diversi c’è attesa nel vedere come si comporterà in una competizione dove ha dimostrato in passato di avere i mezzi per arrivare fino in fondo. Starà a lei dimostrare di essere una top player o di aver beneficiato in passato di un colpo di fortuna.

La voglia matta di Jo-Wilfried

In un’altra epoca Tsonga avrebbe potuto vincere almeno uno Slam. Per sua sfortuna nell’era dei Big Four ha davvero poche possibilità di conquistare qualcosa di così importante. Così non ci resta che monitorarlo nello Slam di casa, dove si presenterà nelle vesti di sfavorito anche tra i colleghi di seconda fascia, molto più a loro agio su questi campi, ma come sempre con una gran voglia di far bene.

Il fattore Federer

Il Roland Garros, nel bene e nel male. Il torneo che ha impiegato più tempo per vincere, rimediando talvolta stese terrificanti in finale contro l’arcirivale Nadal, ma che infine gli ha permesso –ringraziando per sempre Odino e la mitologia nordica- di conquistare tutti e quattro i tornei dello Slam. Il torneo che avrebbe vinto più e più volte senza il maiorchino, e che l’anno scorso ha onorato con una prestazione incredibile che ha –probabilmente- impedito a Djokovic di fare quello che è riuscito un paio di volte a Rod Laver. Quando Roger va a Parigi si fa la Storia del tennis. Nel bene e nel male.

Nadal, ancora per quanto?

Sei titoli del Roland Garros in sette anni sono “un punto di vista interessante”, per dirla come il personaggio di Samuel L. Jackson in Pulp Fiction. Il numero due del mondo ha fatto a Parigi la Storia di questo sport tanto quanto Federer, raggiungendo con la vittoria dello scorso anno Bjorn Borg. Il Nadal visto in Australia ha dimostrato da una parte di essere ancora altamente competitivo, alla faccia di chi lo voleva in declino, dall’altra però si è ritrovato ancora una volta nel momento del bisogno privo delle armi necessarie a sconfiggere la nemesi serba. Una vittoria al Roland Garros sarebbe fondamentale per evitare un contraccolpo psicologico dagli esiti imprevedibili. Non è detto che ci sia sempre Federer a dargli una mano.

Djokovic, prove tecniche di Grande Slam

Inutile dire che l’osservato speciale del prossimo Roland Garros sarà Nole Djokovic: il numero uno del mondo in un colpo solo potrebbe conquistare il quarto Slam consecutivo e mettere una seria ipoteca sul Grande Slam, nell’anno in cui è in palio la medaglia d’oro delle Olimpiadi di Londra e con essa un en plein che avrebbe del clamoroso. La vittoria in Australia d'altra parte ha dimostrato che in questo momento non c'è avversario in grado di competere con il serbo sul piano fisico, un vantaggio forse decisivo in vista dei futuri major.

Massimiliano Di Russo

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