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08/03/2012 08:51 CEST - Esibizioni

Tutti pazzi per Andre Agassi

TENNIS - Nel quadrangolare di vecchie glorie di Montreal che ha visto in campo Ivan Lendl, Pat Cash, Micheal Chang ed Andre Agassi, è stato quest'ultimo il mattatore della serata che lo ha visto vincitore in campo ed incontrastato favorito del numeroso pubblico. Già in programma la ripetizione dell'evento nel 2013. Da Montreal, Vanni Gibertini

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C’erano quattro vincitori di tornei dello Slam in campo in occasione del quadrangolare di esibizione organizzata a Montreal lo scorso fine settimana, ma il pubblico ed i media erano tutti per Andre Agassi. Il kid di Las Vegas, accolto in campo da una standing ovation da parte degli 8252 spettatori presenti al Bell Centre, catturato l’attenzione di tutti i presenti sugli spalti cosi’ come aveva monopolizzato l’attenzione di tutti i media nell’incontro che ha preceduto l’esibizione in un hotel nel centro citta’.

E’ stato molto singolare vedere campioni come Lendl, Chang e Cash intrattenersi in conversazioni a tu per tu con alcuni dei giornalisti presenti, mentre Agassi era letteralmente assediato da una ventina tra telecamere e microfoni ed incalzato da domande sulla sua carriera e sulla sua vita. Le rivelazioni della sua autobiografia “Open” hanno oltrepassato i confini del mondo del tennis ed hanno fatto del personaggio Agassi un fenomeno che trascende l’aspetto sportivo ed impersona la favola a lieto fine del talentuoso ragazzo pieno di problemi e complessi che tocca il fondo e risale fino a trovare la piena dimensione di sé stesso.
 

L’atmosfera dell’evento è stata, come ovvio, cortesemente conviviale: tutti si sono dichiarati entusiasti di giocare l’uno contro l’altro, tutti si sono prodigati in lodi più o meno sperticate per la città di Montreal, che a onor del vero risponde sempre con grande entusiasmo agli eventi tennistici (ricordiamo che il Canadian Open maschile detiene il record mondiale di pubblico per un torneo di una settimana) e nella quale Lendl ha spesso trascorso periodi di vacanza quando abitava in Connecticut. Ma alcune taglienti battute che sono volate durante le conversazioni pubbliche del quartetto hanno lasciato trasparire che il vecchio fuoco della competizione non è ancora del tutto sopito, mentre si è notato come, soprattutto in Agassi, l’età ha migliorato la capacità di rispondere alle stesse domande anche due, tre volte, sempre con grande attenzione, sempre spiegando tutto con precisione.
 

La parte agonistica dell’evento ha visto Pat Cash (chiamato all’ultimo minuto a sostituire un Jimmy Connors dolorante alla schiena) avere la meglio per 8-6 del visibilmente appesantito 52-enne Lendl in un unico set agli otto game disputato sempre religiosamente all’attacco, riproponendo sprazzi del confronto di stili che abbiamo ammirato in tante occasioni, non ultima quella finale di Wimbledon del 1987, che rappresenta forse la più sconfitta più bruciante della carriera di Lendl. Più votato allo show-business del rivale ceco-americano, ha improvvisato un siparietto nel quale ha ceduto racchetta e bandana ad un raccattapalle facendogli giocare un paio di punti.
 

Il match tra Agassi e Chang è invece stato un regolare incontro al meglio dei tre set che il Kid di Las Vegas ha vinto 7-6, 6-3 nel quale i due americani hanno lasciato andare i colpi a beneficio dello spettacolo, mostrando un livello di gioco di forma davvero apprezzabile per due ultra-quarantenni. In particolare Agassi, recentemente sottopostosi ad un intervento all’anca che a suo dire ha aumentato il raggio di movimento dei suoi colpi, ha fatto vedere lampi di quel tocco benedetto donatogli dal Padreterno che gli consente di avere un timing invidiabile sulla palla. Servizi a tutta birra di Michelino Chang (per mutuare il soprannome datogli da Gianni Clerici durante il vittorioso Roland Garros 1989), che in due occasioni ha anche realizzato tre ace in un game, e risposte al fulmicotone di Agassi, che ha spesso giocato d’incontro anche sulle prime del suo avversario, riuscendo in diverse occasioni a strappare gli “oooh” di ammirazione del pubblico.

 

 

Al termine della serata, oltre ad autografi ed applausi, ancora domande ad Agassi sulla sua personale percorso interiore e sul rapporto con Chang recentemente ricucito (di cui abbiamo già reso conto la settimana scorsa), cui l’americano risponde con la solita dovizia di introspezione e di dettagli non mancando di lodare la sua compagna di vita Steffi Graf, che gli ha dato una famiglia e lo ha aiutato a trovare la giusta prospettiva: “Il modo migliore per diventare umili è vivere con una persona che è molto meglio di te sotto tanti punti di vista”.
 

Vanni Gibertini

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